Ac-cor-darsi

La convivialità delle differenze

Ormai si è avviato il percorso delle commissioni che si propongono di individuare le linee guida per la stesura del Progetto Pastorale della nostra Comunità.

Questa proposta, all’inizio non mi ha entusiasmato, ho pensato che altri avrebbero intrapreso questo cammino al mio posto ed ho cercato delle giustificazioni per non farne parte: altre sere impegnate, queste riunioni non portano a nulla di concreto, saranno più le cose che ci dividono che quelle che ci uniscono, partendo da posizioni diverse sarà difficile arrivare ad una sintesi condivisa e così via… Con questo spirito mi sono presentato la prima sera, più per dovere che per convinzione, ma subito mi sono reso conto che la ricchezza generata da un confronto costruttivo sulla Fede e sulle motivazioni che ci spingono ad Annunciare e Testimoniare l’Amore del Signore è un dono veramente inaspettato e soprattutto che il contributo di ciascuno è davvero unico necessario ed insostituibile.

Per avvalorare questa tesi desidero condividere con voi uno scritto, che non a caso mi è capitato tra le mani  in questi giorni, per invitarvi a leggerlo e per quanto possibile farlo vostro.

“Nella musica funziona esattamente così: un accordo è fatto di note diverse ed armoniose tra loro.

Don Tonino Bello parlava di “convivialità delle differenze” laddove la convivialità sta nel sedersi intorno ad un tavolo, discutere, parlare, ascoltarsi, confrontarsi, apprezzarsi perché si è diversi, ritrovare la molteplicità senza appiattirla nell’azzeramento di tutte le differenze, recuperando tutto il discorso del dialogo, dell’accoglienza, del confronto, del rispetto e dell’accettazione…

L’altro, qualsiasi altro, è un volto da scoprire, da contemplare, da accarezzare e la carezza non è mai un prendere per portare a sè, ma è sempre un dare, condividendo gioie e dolori, progetti e speranze!

E’ portare gli uni i pesi degli altri, con la tenerezza del dono.

AC-COR-DARSI è avere rispetto dell’altro, delle sue idee e della sua cultura, senza pretendere di convincere o di convertire, ma sentire la necessità di confrontarsi nella bellezza di crescere insieme.

Del resto, per far risuonare un accordo, bisogna toccare più corde o suonare più tasti contemporaneamente.

AC-COR-DARSI è anche un esercizio di simultaneità, dove il tempo ha la sua valenza: non bisogna correre e nemmeno rallentare ma occorre sapersi aspettare, prendere lo stesso passo, perché i ritmi diversi non diventino disgreganti e devastanti.

AC-COR-DARSI è avere il cuore che batte allo stesso ritmo, che pulsa dando gli stessi segnali di speranza, che dà il tempo giusto e si mette d’accordo con altri cuori. Quando la diversità trova l’accordo, cadono le barriere e ci si apre all’incontro e al desiderio di costruire ponti. Ma solo se le due rive da collegare sono simmetriche, sullo stesso piano, oltre la logica del prevalere o dell’annientare; solo nella logica dell’ascolto e del dono.

AC-COR-DARSI per concludere, non è appiattirsi, ma fare lo sforzo comune di andare oltre il proprio io, per comprendere la logica più grande del noi.”

Credo che percorrere insieme questa strada possa aiutarci a costruire la Chiesa che verrà, capace di parlare agli uomini del nostro tempo, guardando il mondo, noi stessi e gli altri con gli occhi di Gesù…