Agnello dell’Apocalisse

L’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita (Ap 7, 17).

Nel 692 si è tenuto il Concilio in Trullo o Quinisesto (così chiamato perché non viene considerato un nuovo concilio ecumenico, ma il completamento delle decisioni dei due concili ecumenici di Costantinopoli).
Alcune disposizioni dei Concili riguardano le immagini sacre e spesso formalizzano delle tradizioni che si sono già create. Il canone 82 del Concilio Quinisesto è stato tramandato con questo testo:
In alcune riproduzioni di immagini sacre viene dipinto un agnello, il quale viene indicato dal Precursore, come simbolo della grazia, predicente Cristo nostro Dio, vero nostro agnello secondo la legge. Ora, accettando le antiche raffigurazioni come segni e simboli di verità tradizionali nella Chiesa, noi anteponiamo la grazia e la verità, accogliendola come compimento della legge. Affinché dunque venga mostrato agli occhi, anche per mezzo dei colori, quello che veramente si è compiuto, ordiniamo che, d’ora in poi, nelle immagini, invece dell’antico agnello, si rappresenti e si dipinga la figura umana di colui che toglie i peccati del mondo, Cristo Dio nostro; cosicché per mezzo di essa comprendendo con l’intelligenza la sublime umiliazione del Verbo di Dio, ci venga ricordata la sua esistenza nella carne, la sua passione e la sua morte salutare, e la redenzione del mondo che così da Lui è stata compiuta.

Poiché non si trova una tradizione che giustifica questo canone, alcuni studiosi (ad es. André Grabar e J. D. Breckenridge), vista la rarità dell’immagine dell’Agnello divino in Oriente a differenza di quanto accadeva in Occidente, hanno ipotizzato che sia un canone “anti-latino”.

Altri studiosi (ad es. C. Mango e J. M. Sansterre) dicono che nella traduzione del testo greco fatta a suo tempo ci fu un errore in quanto il canone avrebbe detto esattamente il contrario, cioè che  Cristo andava rappresentato secondo la forma simbolica dell’Agnello.

Per avere la certezza di dipingere un’icona ecumenica, sull’icona della porta del tabernacolo della cappella dell’oratorio di Magnago è stato scelto di rappresentare l’Agnello dell’Apocalisse.

L’Agnello è accovacciato sul libro coi sette sigilli: i sigilli indicano che il contenuto è molto importante e, poiché sono sette, è perfettamente chiuso.
Nel capitolo 5 dell’Apocalisse c’è scritto che solo l’Agnello, il Germoglio di Davide, che è stato immolato e che ha riscattato per Dio tutti gli uomini con il suo sangue, è degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli.
Essendo quindi Cristo, ha il nimbo (=aureola) con la croce; regge un’asta, che richiama il crocifisso, con la bandiera crociata segno di vittoria e resurrezione.