«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1, 30)

Nei primi secoli non si festeggiava la Divina Incarnazione perché, ricorrendo il 25 marzo, cade durante la Quaresima, periodo nel quale non si potevano celebrare feste. Nel VI secolo si celebrava la Divina Maternità durante l’Avvento, come avviene ancora nel rito ambrosiano.
Il Concilio in Trullo (Costantinopoli, 692) stabilì che l’Annunciazione si celebrasse nel suo giorno corretto, anche se in Quaresima.

Dei quattro Vangeli canonici, solo quello di Luca parla dell’Annunciazione (Lc 1, 26-38), in cui si racconta come l’angelo Gabriele, apparso a Maria a Nazareth, le annunciò che sarebbe diventata, per virtù dello Spirito Santo, madre di Gesù.

Nell’apocrifo Protovangelo di Giacomo, opera importante perché contiene informazioni accettate nella tradizione cristiana “ufficiale” (ad esempio, quelle sui genitori di Maria), ci sono alcuni particolari che vengono riportati nelle immagini sacre; come anche per il più tardo Vangelo dello Pseudo Matteo.

Gli apocrifi raccontano che Maria fu una delle fanciulle chiamate a preparare i preziosi materiali prescritti dalla Legge ebraica per le tende del Sancta Sanctorum del Tempio: a Maria fu assegnata la filatura della «porpora genuina e dello scarlatto». Mentre filava, ricevette il buon annuncio dall’angelo Gabriele.

Per questo motivo in molte rappresentazioni dell’Annunciazione, Maria, seduta oppure in piedi, ha in mano il fuso con il filo rosso: la creazione del prezioso filo porpora, simbolo di regalità riservato solo agli imperatori, viene associata al Figlio che da quel momento cresce nel suo grembo.

Nella Cattedrale di Santa Sofia di Kiev (Ucraina) l’Annunciazione si trova sulle due colonne che sostengono l’arco sopra l’altare: Maria e Gabriele sono lontani, ma in dialogo tra loro.
Sulla colonna a nord si trova l’Arcangelo che guarda la Madre di Dio e le parla (l’anulare e il pollice della mano rivolta a Maria si toccano) riportando il messaggio del Signore (nell’altra mano ha il bastone del messaggero). Sul fondo è riportata la frase «Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te» (Lc 1, 28).
Sulla colonna a sud si trova Maria che ha nelle mani il fuso e la conocchia, gli strumenti per la filatura. Lo sguardo di Maria non è rivolto a Gabriele, ma ai fedeli; la posa è frontale; il viso è sereno; la testa è inclinata verso l’arcangelo in segno di accoglienza. Sul fondo è riportata la frase «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola» (Lc 1, 38).

Osservando l’armonia di questa Annunciazione preghiamo perché anche tra i popoli in guerra rinasca la concordia e la pace.