Parrocchia di Magnago

San Michele Arcangelo in Magnago: il Settecento

di Antonio

I primi anni del 1700 segnano una svolta nella storia della Chiesa Parrocchiale, infatti da allora non si parla più di chiesa ristrutturata, ma di una nuova chiesa.

In un documento, redatto durante una visita pastorale, intitolato “Pro Ecclesia Parochiali S.ti Michaelis loci Magnaghi”, si legge tra l’altro: “…la chiesa è piccola, incapace di contenere tutto il popolo e si ha fiducia nell’operosità del Vs. Parroco Camillo Besana che ha fatto molte cose, e abbiamo visto i disegni per la nuova chiesa parrocchiale, con il materiale già predisposto per la costruzione… da questo momento diamo mandato al Vs. Parroco affinché si dia da fare per il detto edificio oltremodo necessario, vista la poca capienza dell’antica chiesa parrocchiale…”.

L’atto non reca nessuna data ma Camillo Besana fu parroco di Magnago per cinque anni, dal 1709 al 1714, è così databile il periodo della lettera e, visto che erano pronti i disegni e il materiale, si può credere che la costruzione risalga a quegli anni. Se non è possibile fissare una data certa, esistono però degli scritti che provano quando la nuova chiesa fu edificata.

In un documento del 29 settembre 1726 è scritto: “Jo suddetto Prevosto Rossi hò fatto la solenne benedittione della Chiesa Parocchiale nuova di Magnagho, di questa Pieve”.

Nella relazione della Visita del Cardinale Giuseppe Pozzobonelli, il 2 giugno 1753, si legge: “il tempio oggi esistente sito in luogo visibile a tutti e dedicato a San Michele Arcangelo, fu costruito nel 1710…”.  Nello scritto si rilevano le misure della chiesa, che è a “una sola navata a forma di croce oblunga. La sua lunghezza è di 43 cubiti, la larghezza di 19 e l’altezza di 34…”. Si può notare come le dimensioni, metri 20×9, siano quasi raddoppiate rispetto alle misure rilevate dai parroci Ferrario nel 1672e Curione nel 1689 (metri 12×5).

Il documento continua: “a sinistra di chi entra in chiesa, … è stata eretta una torre quadrata che ospita un orologio e tre campane. Sulla sommità è collocata una croce in ferro. La torre non ha nessuna porta e vi si accede dalla chiesa. Esiste una sola porta che immette in chiesa. Questa porta è ad arco, oblunga e fornita di chiavi, per cui può essere perfettamente chiusa…”.

La parte superiore del portale, in pietra scolpita, che vediamo ancora oggi, è stimata “1730 circa”. Anche il portone è dello stesso periodo, realizzato in legno di noce.

Continuando l’esame del documento si legge: “Alla sinistra e alla destra della cappella Maggiore sono erette due cappelle (una per parte) nella prima c’è una statua in marmo della B.V. Maria. L’altra cappella (quella a destra) consta di un altare. A lato dell’Altare è rappresentata Santa Eurosia Vergine e Martire, a cui la cappella è dedicata…”.

La venerazione per Santa Eurosia a Magnago è molto antica, risale al 2 agosto 1671, quando il popolo, con il parroco Ambrogio Ferrario, fece voto affinché la Santa allontanasse le tempeste e benedicesse i lavori della terra. Nella chiesa parrocchiale vi è tuttora la cappella a lei dedicata. A Santa Eurosia è stata dedicata la sesta campana dell’attuale concerto posto sul campanile nel 1929.

La chiesa di Magnago ha sempre avuto problemi di ristrettezza di confini, e quando si dovevano fare ampliamenti, era difficile trovare spazio. Anche il parroco Francesco Checchi ricordando nel Cronicon la storia della chiesa mette in risalto questa difficoltà: “nel 1700 … la chiesa nuova doveva essere una bellissima edificazione, ma per le ristrettezze dei confini … se ne edificò una parte appena, da riuscire piccola, impari ai bisogni della popolazione assai accresciuta …” ed ancora: “per ragioni di confine, si fece un ampliamento non consono al progetto. Ciò avvenne dal 1847 al 1852”.

Lo stato del clero della parrocchia di Magnago, il 21 agosto 1761, era così composto:

“Prete Giò Maria Bialino nativo di Venzaghello, di anni 64, ordinato dal Card. Arc.vo Benedetto Odescalchi, promosso al benefizio parochiale del luogo suddetto nel 1732, che di presente possiede, risedendo nella casa parochiale.

Prete Giuseppe Marchese del borgo di Busto Arsizio, di anni 60, ordinato dal Card. Odescalchi, ora fisso in Magnago, soddisfa una messa cotidiana nella chiesa di S. Maria, di raggione de R.R. Padri Serviti di Milano.

Il Nobile Rev.do Chierico Rodolfo Croce d’anni 23, promosso al Sottodiaconato da sua Eminenza, permane in questa parochia di Magnago.

Jo P.te Giò Maria Bialino Curato di Magnago Pieve di Dairago”.

Nel 1773 il parroco Luigi Beretta fece costruire una nuova sacrestia e stipulò un accordo con Giuseppe e Ferdinando Della Croce, i quali concessero di erigerla adiacente al muro di loro proprietà. La sacrestia fu costruita a fianco alla cappella di Sant’Eurosia, e lì rimase fino al 1849.

La popolazione cresceva e bisognava ingrandire la chiesa; occorreva acquisire il terreno e, con atto rogato dal Notaro Ferrante Gariboldi il 27 ottobre 1847, la Fabbriceria fece costruire a proprie spese “una casa colonica con stalla nel fondo di Ferdinando Della Croce, nella vigna Roberra, fino la cappelletta ivi esistente…”.  Con questo atto, il Della Croce cedeva “la sua casa colonica che confina a ponente con la chiesa stessa”. La casa colonica era l’area ove ora sorge il Centro Giovanile; la vigna Roberra si estendeva tra le attuali vie Asilo e San Gaetano, dalla casa parrocchiale fino alla cappelletta all’incrocio con viale Rimembranze.         

 …(2-continua)