Santo Stefano

di Enrica, Federica, Mara e Silvia

Protomartire ovvero primo martire per la Fede in Gesù

Si celebra il 26 dicembre perchè, nei giorni seguenti il Natale, furono posti i Comites Cristi, cioèi primi a rendere testimonianza a Gesù con il martirio e così segue il 27 dicembre, San Giovanni Evangelista, il 28 i Santi Innocenti, Bambini uccisi da Erode.

Santo Stefano è Patrono dei tagliapietra, dei muratori, dei diaconi e dei fornaciai.

Il Suo attributo sono le pietre della lapidazione, per questo è invocato contro il mal di pietra cioè i calcoli ed il mal di testa.

La Sua vita è raccontata negli Atti degli Apostoli: era uno dei sette diaconi, ovvero, i sette uomini scelti dai dodici apostoli per la diffusione della fede.

L’etimologia del nome Stefano deriva dal greco e significa incoronato.

Intorno all’anno 36 d.C., a causa della Sua attivissima predicazione, Stefano fu catturato e portato davanti al Sinedrio di Gerusalemme (l’organo preposto all’emanazione delle leggi ed alla gestione della giustizia) con l’accusa di blasfemia ossia di bestemmiatore.

Dopo avere lodato incessantemente Cristo davanti ai sacerdoti del Sinedrio, fu trascinato dalla folla fuori dalle mura di Gerusalemme e fu ucciso mediante lapidazione.

Nelle celebrazioni, il Sacerdote indossa la veste di colore rosso per ricordarne il martirio.

Nel tempo gioioso del Natale, la memoria di questo santo ucciso per la fede, si pone in sintonia con il vero significato del Natale.

Nel martirio di Stefano, la violenza è sconfitta dall’amore, la morte dalla vita.

Gli Atti degli Apostoli descrivono che, nell’ora del Martirio, egli contemplava i cieli aperti, perdonando i Suoi carnefici: insanguinato piegò le ginocchia e gridò a gran voce: “Signore Gesù accogli il mio spirito”, “Signore non imputare loro questo peccato”» (At 7,60).

La Storia di Stefano ci ricorda che la fede è un dono e che il Vangelo non è un semplice appello ad essere “più buoni”, bensì un potente strumento per cambiare il mondo.

Stefano ci indica la strada da percorrere nelle relazioni interpersonali, in famiglia, nella scuola, nel lavoro, in parrocchia.

Occorre tenere lo sguardo fisso su Gesù, per poter rendere ragione, nelle sfide e nelle prove quotidiane, della Speranza che ci è stata donata.

Siamo chiamati ad imparare da Lui a perdonare sempre.

Le Parole della Fede: il Perdono

Il perdono allarga il cuore, genera condivisione, dona serenità e pace.

L’amore vissuto nella preghiera è il segreto per arrivare a perdonare i fratelli, persino quelli non amabili.

Se preghi, ami.

Se ami e preghi, allora perdonerai.

Tu, stai perdonando?