La lettera di Pizzaballa, uno sguardo cristiano
“Carissimi, il Signore vi dia pace!” Così si apre la lettera che il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, scrive ai cristiani di tutta la diocesi. Un saluto che è anche un giudizio sulla guerra tra Israele e Hamas che infuria dal 7 ottobre con il suo carico di morte e distruzione. “…siamo stati inondati da immagini di orrore, che hanno fatto esplodere dentro tutti noi dolore, frustrazione e rabbia…Tutto il mondo guarda a questa nostra Terra Santa, come ad un luogo che è causa continua di guerre e divisioni. Proprio per questo è stato bello che qualche giorno fa [il 17 ottobre], tutto il mondo fosse invece unito a noi con una giornata di preghiera e di digiuno per la pace… il 27 ottobre il Papa ha indetto una seconda giornata di preghiera e di digiuno, perché la nostra intercessione continui. È forse la cosa principale che noi cristiani in questo momento possiamo fare: pregare, fare penitenza, intercedere. E di questo ringraziamo il Santo Padre di vero cuore. Uno sguardo bello sulla Terra Santa e un importante momento di unità con la nostra Chiesa.” Pregare, digiunare, intercedere: questa è la vera lotta che Gesù ci ha mostrato quando ha resistito alle tentazioni del maligno. Anche se la tv ce li porta in casa, siamo lontani dai bombardamenti, e la dimenticanza ci fa abbassare lo sguardo e chiudere il cuore. Invece, impegnarsi a pregare, a offrire un piccolo sacrificio di astinenza dal cibo, ci fanno sperimentare l’abbandono in Lui che ha vinto la morte. È così che possiamo essere davvero forti e coraggiosi, capaci di chiedere a Dio la pace per i nostri fratelli uomini.
La lettera continua: “Guardare a Gesù, ovviamente, non significa sentirci esonerati dal dovere di dire, denunciare, richiamare … l’atroce attacco di Hamas del 7 ottobre non è in alcun modo ammissibile e non possiamo non condannarlo… ma anche i pesanti bombardamenti [israeliani] che da giorni martellano Gaza causeranno solo morte e distruzione e non faranno altro che aumentare odio e rancore…È solo ponendo fine a decenni di occupazione, e alle sue tragiche conseguenze, e dando una chiara e sicura prospettiva nazionale al popolo palestinese che si potrà avviare un serio processo di pace.”
Tuttavia il Cardinale va più a fondo e ricorda le parole di Cristo: “Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33 “È sulla croce che Gesù ha vinto. Non con le armi, non con il potere politico, non con grandi mezzi, né imponendosi. La pace di cui parla non ha nulla a che fare con la vittoria sull’altro. Ha vinto il mondo, amandolo… sulla croce inizia una nuova realtà e un nuovo ordine, quello di chi dona la vita per amore… Chiedo a tutte le chiese nel mondo di unirsi al Santo Padre e a noi nella preghiera, e nella ricerca di giustizia e pace.”
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