Progetto Pastorale 2023

COME IL PADRE HA MANDATO ME, ANCH’IO MANDO VOI

Il Progetto Pastorale non è un manuale d’istruzione per montare qualcosa di già predefinito e non è l’insieme d’azioni e di scelte pastorali da attuare in modo puntuale.

Il Progetto Pastorale vuole essere un orientamento, un definire la direzione da prendere.

Letta la realtà in cui viviamo e riconosciuti quelli che sono i capisaldi fondamentali dell’essere Chiesa ci vogliamo dare degli orientamenti da seguire nei prossimi anni per poter essere sempre di più Chiesa di Cristo, testimone nel mondo dell’amore di Dio Padre.

Non tutto è stato deciso e definito ma, attraverso il lavoro delle Commissioni e la discussione vissuta nel Consiglio Pastorale della Comunità Pastorale, abbiamo raccolto delle indicazioni preziose che vorremmo assumere e realizzare nel proseguo del cammino.

Le relazioni, frutto delle Commissioni, saranno disponibili assieme al progetto sul sito della Comunità Pastorale.

Alcune cose presenti nel Progetto Pastorale già si stanno realizzando, altre invece sono ancora in cantiere. Altre ancora sono dei “desiderata”. Tutto ciò che si fa o si vorrebbe fare è bene che venga riletto sulla base dei principi fondamentali (parola profetica) che abbiamo ritenuto fondanti del nostro essere Chiesa.

Il Progetto Pastorale è uno strumento per orientare le “Vele” e aiutare la nostra barca (Chiesa) a raggiungere la meta prefissata: l’incontro con Dio nostro Padre.

La Parola di Dio e l’insegnamento della Chiesa sono il vento che gonfia le vele e spinge la nave ma perché la barca possa andare nella direzione corretta e non si fermi occorre orientare le vele nel modo più giusto.

Lo strumento del Progetto Pastorale e il lavoro che da esso scaturirà è il modo concreto per orientare le vele.

Nel proseguo del lavoro, continuando uno stile sinodale di ascolto e di confronto, molte cose potranno essere ancora riviste e perfezionate perché la Chiesa è sempre un “Popolo in cammino”.

Ringrazio quindi tutti coloro che hanno contribuito alla stesura di questo Progetto Pastorale e invito tutta la Comunità a saperlo accogliere come un segno dello Spirito che anima e guida la Chiesa.

Il Responsabile della Comunità Pastorale “Il Cenacolo”
Don Marco Basilico

PAROLA PROFETICA GUIDA DEL PROGETTO PASTORALE

Il Progetto Pastorale ha come scopo quello di “Orientare le Vele” della Barca che è la nostra Chiesa.

Vorremmo prendere spunto da una pagina evangelica per indicare quelli che sono i Principi Fondamentali del nostro operato, del nostro essere Chiesa. Tali principi vogliono essere le coordinate fondamentali a cui vogliamo attenerci nei prossimi anni.

Il testo scelto come guida e parola profetica del nostro Progetto è il brano dell’evangelista Giovanni al cap. 20.

Gv 20,19-23
[19] La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”.
[20] Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
[21] Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”.
[22] Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; [23] a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”

Alcuni spunti per la lettura del testo

L’episodio evangelico è collocato “la sera di quello stesso giorno”. È il giorno di Pasqua in cui il Signore Crocefisso risorge da morte. La Pasqua è il cuore del messaggio cristiano. La Chiesa si fonda su questa Parola. La Pasqua deve essere al centro di tutto il nostro operare pastorale. Centrale nell’azione liturgica e pastorale.

Il luogo dove si svolge l’episodio evangelico è il “Cenacolo”. I discepoli dopo la morte di Gesù si radunano insieme nel luogo in cui il Maestro aveva dato loro gli ultimi insegnamenti.

Il Cenacolo è il luogo in cui è nata la Chiesa, dove i discepoli ricevettero il Dono dello Spirito.

Il Cenacolo è anche il luogo in cui Gesù ha istituito l’Eucarestia e ha consegnato loro il suo Testamento spirituale: la lavanda dei piedi, attraverso cui ha insegnato agli apostoli l’importanza di mettersi al servizio l’uno dell’altro.

Protagonisti del brano sono gli apostoli che vengono descritti come “impauriti e pieni di timore”. Hanno paura di fare la stessa fine del loro Maestro e si chiudono. Possiamo anche pensare che gli apostoli dopo il loro rinnegamento e tradimento fossero anche pieni di sensi di colpa e di vergogna. Avevano giurato di essere disposti a donare anche la vita per Gesù e invece erano miseramente fuggiti.

Gli apostoli rappresentano bene tutti noi cristiani: peccatori e uomini semplici che provano paura e hanno timore.

L’evangelista Giovanni precisa che le porte del Cenacolo erano “Chiuse”. Questa chiusura dice un pericolo che la Chiesa da sempre deve combattere: la sindrome della “Chiusura”. Di fronte al pericolo, al cambiamento, a volte alla stessa Volontà di Dio la tentazione è quella di chiudersi e alzare muri. Le porte che tante volte rimangono chiuse all’azione dello Spirito sono le porte del nostro cuore.

Nonostante questa chiusura, “venne Gesù”. L’iniziativa è sempre del Signore. È Lui che conduce e guida la Chiesa. Noi suoi discepoli siamo e rimaniamo degli strumenti nelle sue mani.

Il Risorto venne e “si fermò in mezzo a loro”. Gesù è nel mezzo. Questo è il suo posto! Al centro ci deve essere sempre Gesù. La Chiesa è la Chiesa di Cristo. Quando non si tiene Lui al centro si rischia di sbagliare strada/rotta.

La prima Parola che pronuncia il Risorto è “Shalom!”. La Pace dono di Dio che riempie il cuore e dona armonia, concordia e assenza di timore.

Dopo il saluto, il Risorto mostra ai suoi discepoli i segni della Passione, mani e costato. I segni della croce che Gesù porta indelebili sul suo corpo sono i segni della sua Glorificazione. Sulla Croce Gesù si è rivelato quale Figlio di Dio. Attraverso la sua morte, Cristo ha donato la vita all’umanità. Sulla Croce Gesù si rivela per quello che è: “Amore”. Dio è Amore dice lo stesso evangelista Giovanni e l’Amore è dono di sé, è morire per l’amato.

Essere discepoli del Signore, essere sua Chiesa vuol dire essere anche noi disposti a donare la vita per amore e spendersi quotidianamente per il bene dei nostri fratelli.

I discepoli nel momento in cui riconoscono il Signore vivo in mezzo a loro “Gioirono”. Frutto dell’incontro con il Risorto è la gioia. La Chiesa di Cristo è e deve essere una Chiesa della Gioia perché il Signore, che ha vinto anche la morte, è presente ed è vivo.

Il Risorto affida ai discepoli una missione: come il Padre ha mandato me anch’io mando voi. La missione nasce dal Padre e ci raggiunge. Anche noi che ascoltiamo la sua Parola e ci definiamo suoi discepoli siamo chiamati e mandati. La chiamata missionaria è insita nel nostro essere credenti.

Il Risorto non lascia soli i discepoli nella missione a loro affidata, ma consegna loro il suo Spirito. È la Grazia dello Spirito che abita nei nostri cuori per la grazia del battesimo che ci fa essere Chiesa e presenza reale di Cristo oggi nel mondo.

Con la Grazia dello Spirito, Il Signore Risorto comanda ai suoi discepoli di perdonare i peccati dell’uomo. La missione di Cristo è stata quella di salvare l’umanità dal peccato e dal male. Questa stessa missione è affidata alla Chiesa. I cristiani sono chiamati a vincere il male e il peccato attraverso il perdono e la misericordia.

La Chiesa deve essere sempre espressione della misericordia di Dio Padre, accogliente e attenta ai più bisognosi.

Dal testo evangelico e dalle semplici considerazioni fatte traiamo tre principi fondamentali su cui vogliamo consolidare il nostro essere Chiesa. Sono le tre direttrici fondamentali che vorremmo tenere sempre presente nelle scelte e nelle azioni pastorali che andremo a vivere insieme.

1. CENTRALITÀ DI GESÙ CRISTO

La Chiesa esiste se al centro c’è Gesù. Gesù è il Figlio di Dio morto e risorto. Primo scopo della Pastorale è mettere al centro di tutto Gesù; riconoscerlo come fondamento per la nostra vita. Il “fare”, anche pastorale, ha senso se alla base c’è la fede nel Signore Gesù.

2. COMUNIONE FRATERNA

Gli undici apostoli presenti nel Cenacolo rappresentano la Chiesa tutta. La Chiesa fin dal suo origine è la comunione di persone che credono nel Risorto. Non è una comunità dei perfetti, ma di peccatori perdonati e per questo salvati (santificati).

La comunione fraterna è la prima testimonianza della Verità della nostra fede ed espressione dell’amore di Cristo per l’uomo.

Da sempre la Chiesa è Comunione di diversi, di persone differenti ma uniti dall’unica fede nel Signore. La comunione va costruita, incentivata e aiutata.

La comunione fraterna nasce dalla consapevolezza che siamo tutti dei peccatori scelti e salvati da Dio quindi la fraternità e la comunione ecclesiale si fonda sulla misericordia di Dio.

L’azione pastorale deve essere sempre l’espressione di questa comunione.

3. MANDATO MISSIONARIO

La chiesa è chiamata a rispondere al comando di Cristo di andare ed evangelizzare tutto il mondo portando la misericordia di Dio.

Oggi più che mai sentiamo l’esigenza di vivere una nuova evangelizzazione sia all’interno della Chiesa che all’esterno.

Siamo chiamati ad annunciare la Parola del Vangelo e l’annuncio chiede innanzitutto di vivere la Parola proclamata. È con la vita che si annuncia. La Parola del Vangelo non è una Parola morta, ma deve tradursi nella vita vissuta e concreta di chi l’ascolta e l’annuncia. Una parola credibile è una parola vissuta.

È quindi fondamentale conoscere la Parola del Signore, l’insegnamento di Cristo e cercare di viverlo tra noi e con tutti.

Prendiamo ora in considerazione i vari ambiti di cui è composta la nostra azione pastorale e proviamo a declinare i principi guida individuati.

1. EVANGELIZZAZIONE

1.1. OBIETTIVI GENERALI:

  • Tutta la vita del cristiano è un cammino di discepolato in cui si è sempre chiamati a rimanere alla sequela del Maestro che per noi è Gesù. La comunità cristiana è quindi chiamata ad evangelizzare tutti dai più piccoli ai più grandi.
  • Cuore dell’evangelizzazione e della formazione cristiana è il messaggio evangelico. È auspicabile quindi una nuova evangelizzazione che possa condurre tutti ad un incontro vivo con il Signore e Maestro che è Gesù.
  • L’ascolto della Parola di Dio apre ad una lettura critica della vita e deve tradursi in scelte di vita concrete.

Per meglio precisare la proposta pastorale riguardo l’evangelizzazione, prendiamo in considerazione le varie fasce d’età di coloro a cui è rivolta l’azione pastorale.

1.2. INIZIAZIONE CRISTIANA

Per iniziazione cristiana intendiamo il cammino che inizia con il battesimo e si conclude con la celebrazione del Sacramento della Confermazione (Cresima).

1.2.1.OBIETTIVI SPECIFICI

  • Primo incontro con il cristianesimo per i bambini a cui vengono amministrati i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana (Battesimo, Confermazione, Eucarestia).
  • Fondamentale per vivere questo incontro con Gesù è il coinvolgimento delle famiglie che sono e rimangono le prime testimoni della fede.
  • Questo percorso lo si può vivere solo inseriti in una Comunità educante che in un lavoro di rete tra i vari soggetti educativi (genitori, nonni, catechisti, educatori, animatori, volontari adulti) può testimoniare la bellezza dell’essere cristiani.
  • La proposta educativa deve comprendere dei momenti celebrativi, alcuni momenti di catechesi e altre esperienze di vita ecclesiale in cui sperimentare quanto accolto nel momento di formazione.

1.2.2.PROPOSTA 0-6 ANNI

Porta d’accesso alla Chiesa è il Sacramento del Battesimo. Esso può essere chiesto alla Chiesa da adulto come scelta consapevole del singolo o come dono scelto dai genitori per il proprio figlio/a.

Nel caso in cui la scelta è quella di essere battezzati da adulti (maggiorenni) la Chiesa propone un cammino di Catecumenato che prevede due anni di percorso al termine del quale si ricevono tutti i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana in modo unitario. Per tale possibilità occorre rivolgersi direttamente al Parroco della Comunità Pastorale.

Nel caso invece si scelga di battezzare il proprio figlio/a ancora infante (0-6 anni) la Comunità propone questo percorso:

  1. Primo contatto dei genitori del battezzando con il Parroco in cui ci si presenta e si chiede il dono del Battesimo per il proprio figlio/a fissando la data della Celebrazione del Battesimo e specificando il motivo per cui si richiede il dono del Battesimo per il proprio figlio/a.
  2. Un incontro in casa del battezzando con una coppia di catechisti del battesimo in cui verrà presentato il rito del Battesimo e il suo significato.
  3. Incontro comunitario di tutti i genitori dei battezzandi qualche giorno prima della celebrazione in cui verrà spiegato il senso e il valore del dono del Battesimo.
  4. Celebrazione comunitaria del Battesimo.

PROSPETTIVE PER IL FUTURO:

La Comunità Cristiana desidererebbe accompagnare le giovani famiglie anche dopo la celebrazione del Battesimo fino all’inizio del percorso comunitario rivolto ai bambini a partire dai 7 anni.

In collaborazione con la Scuola Materna parrocchiale “Maria Ratti Micalizzi” si progetteranno alcuni momenti comunitari rivolti alle famiglie dei battezzati.

1.2.3.PROPOSTA 7-12 ANNI

Ribadendo che è una scelta dei genitori far crescere ed educare alla fede i propri figli, la comunità cristiana si affianca ai genitori in questo complesso compito proponendo un cammino di quattro anni in cui si vuol fare rendere consapevoli i bambini del dono ricevuto e li si accompagna a completare il percorso di Iniziazione con la celebrazione dei Sacramenti dell’Eucarestia (prima comunione) e della Confermazione (Cresima).

Il percorso di crescita nella fede proposto è da vivere come una scelta consapevole di tutta la famiglia. Esso prevede: la partecipazione alle Eucarestie domenicali e festive; alcuni incontri dedicati ai bambini e ai genitori in alcune domeniche durante l’anno; un incontro settimanale solo per i bambini a partire dal secondo anno di percorso.

La Comunità Cristiana è consapevole dell’importanza della crescita nella fede delle nuove generazione per cui propone a tutti i battezzati e alle loro famiglie questo percorso ma per chi non è disponibile a viverlo con serietà e maturità e desidera solo la celebrazione dei Sacramenti per i propri figli è possibile fare anche richiesta di tali Sacramenti (Prima comunione e Cresima) un mese prima della data in cui verranno celebrati, lasciando allo Spirito Santo il compito di operare come solo lui sa fare.

Quindi ribadiamo: il percorso di Iniziazione Cristiana è una scelta libera e NON obbligatoria per accedere ai sacramenti.

1.3. PASTORALE GIOVANILE

La Pastorale Giovanile è quel tratto del cammino che va dalla celebrazione della Cresima ad una scelta matura e definitiva di vita (dagli 11 ai 30 anni).

1.3.1.OBIETTIVI SPECIFICI

Gli anni giovanili sono determinanti e fondamentali per una crescita di fede. La grazia ricevuta nei sacramenti dell’Iniziazione cristiana, va accolta personalmente e deve sfociare in una scelta vocazionale matura. Per scelta vocazionale intendiamo il modo concreto con cui un cristiano vive la propria fede nella vita concreta.

Attraverso un cammino graduale vissuto a livello comunitario e un percorso di accompagnamento personale, si vuole accompagnare i giovani ad una presa di coscienza sempre più personale di cosa voglia dire credere nel Signore e vivere questa fede a servizio dei fratelli.

1.3.2.PREADOLESCENTI (12-14 ANNI)

Il percorso di crescita nella fede non si conclude con la celebrazione dei Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana ma potremmo dire da lì inizia. Proprio per questo la Comunità Pastorale propone un percorso di fede che prosegue negli anni.

In particolare per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado la Comunità Pastorale propone degli incontri settimanali e altre iniziative durante l’anno con la presenza di alcuni educatori giovani che possano diventare esempio e guida per i più piccoli.

Parte integrante del cammino di crescita dei ragazzi è ancora la famiglia. La Comunità prevedrà quindi incontri e percorsi anche per i genitori dei preadolescenti per sostenerli nel loro ruolo educativo.

1.3.3.ADOLESCENTI (15-17 ANNI)

La proposta educativa rivolta ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado che la Comunità Cristiana propone, si struttura in un percorso settimanale di confronto e di crescita nella fede e varie esperienze durante l’anno tra cui esperienze di servizio come animatori dell’Oratorio Estivo in cui gli adolescenti sono chiamati a mettersi in gioco e a prendersi cura dei più piccoli.

1.3.4.GIOVANI (18-30 ANNI)

Obiettivo della Pastorale Giovanile è quello di aiutare i giovani a decidere in modo consapevole di essere cristiani e di giocare la propria fede nella vita e nelle scelte di ogni giorno. La Comunità cristiana non abbandona neanche questa fascia d’età che rappresenta invece la stagione della vita più decisiva per le scelte personali. In collaborazione con le parrocchie del resto del Decanato di Castano Primo si penseranno percorsi e cammini ad hoc che vogliono aiutare ad una maturazione personale nella fede per giungere ad una scelta di vita matura e consapevole.

Un passaggio decisivo della vita per alcuni giovani è la scelta del Matrimonio Cristiano. La Comunità cristiana accompagna i giovani fidanzati a compiere questa scelta e a viverla responsabilmente attraverso un percorso in preparazione al Matrimonio Cristiano che si struttura in una serie di incontri gestiti dal Parroco e da una Equipe composta da due famiglie.

1.4. PROPOSTE FORMATIVE PER GLI ADULTI

1.4.1. OBIETTIVI SPECIFICI:

La comunità cristiana ha bisogno di adulti credibili che sappiano vivere e testimoniare la propria fede. Proprio per questo anche per gli adulti e le persone più anziane, la Comunità offre varie possibilità per crescere nella fede in un clima comunitario ed ecclesiale.

I momenti di formazione sono utili perché attraverso di essi possiamo conoscere la Parola e confrontarci sulla Fede, così da prendere coscienza dei compiti che svolgiamo negli ambienti di vita ed anche in Parrocchia.

È importante la formazione individuale e comunitaria.

Intendiamo porre particolare cura alla catechesi degli adulti, in ogni ambito, fra le scelte prioritarie, poiché si avverte il bisogno di conseguire maggior consapevolezza nella fede.

Vorremmo dare particolare attenzione a due aspetti:

  • Personalizzazione dei percorsi e delle proposte così che possano essere sempre più corrispondenti alle attese e ai bisogni di ognuno.
  • Cura per la famiglia come luogo centrale in cui possiamo fare esperienza di fede e di Chiesa.

1.4.2. ATTUALE SITUAZIONE:

Al momento la nostra Comunità propone questi appuntamenti rivolti agli adulti:

  • Giornate di preghiera e di riflessione (Giornate Eucaristiche a inizio ottobre ed esercizi spirituali comunitari a inizio quaresima).
  • Momenti di riflessione e catechesi nei tempi forti di avvento e quaresima (il giovedì in occasione dell’Adorazione Eucaristica e i venerdì di quaresima).
  • Un percorso di formazione e di ascolto della Parola vissuto all’interno della Comunità Pastorale.
  • La “lectio divina” proposta dal decanato di Castano Primo.
  • Un percorso di formazione per le persone della terza e quarta età.
  • Vari altri momenti di preghiera (adorazioni, rosari…).

Le tematiche trattate in questi momenti di incontro prendono spunto dalle indicazioni annuali che il Vescovo e la Chiesa di Milano propongono.

Perché queste proposte possano raggiungere le persone a cui vengono rivolte, una delle attenzioni da tenere presente è la relazione personale e la dimensione fraterna.

1.4.3. PROSPETTIVE PER IL FUTURO:

Sarebbe auspicabile riuscire a far partire dei gruppi di giovani famiglie e proporre loro dei momenti di confronto e di crescita in uno spirito fraterno e comunitario.

Un altro cantiere di lavoro aperto è l’annuncio della Buona Novella a quelle tante persone che pur essendo cristiani perché battezzati in realtà sono molto lontani dalla fede. Attraverso un incontro personale e comunitario siamo chiamati tutti a testimoniare la bellezza del nostro essere credenti. Questo è un cantiere che richiede coraggio e fantasia. Rimaniamo quindi aperti a proposte e suggerimenti.

Si potrebbe pensare ad una commissione ad hoc sul tema della Famiglia che possa sensibilizzare l’intera comunità su questo tema così importante.

1.5. GRUPPO MISSIONARIO

1.5.1.OBIETTIVI SPECIFICI:

Tutta l’azione della Chiesa è missionaria. Il Gruppo missionario ha come primo obiettivo quello di mantenere vivo in tutta la Comunità l’ardore missionario, attraverso la preghiera, la formazione/informazione della Comunità sulle tematiche missionarie e il sostegno dei missionari che operano lontano dalle nostre terre e sono nel bisogno.

1.5.2.ATTUALE SITUAZIONE:

Al momento esiste un gruppo missionario nella Parrocchia di Magnago che si trova regolarmente per pregare e organizza vari mercatini per raccogliere dei fondi da mandare ai missionari. Negli ultimi mesi sul bollettino della Comunità “La Vela” sono stati proposti degli articoli di sensibilizzazione sul tema missionario.

1.5.3.PROSPETTIVE PER IL FUTURO:

  • È auspicabile la creazione di un Gruppo Missionario dell’Intera Comunità Pastorale.
  • È sicuramente da ampliare e incrementare l’azione di formazione e informazione dell’intera Comunità su tale tematica.

2. LITURGIA

2.1 OBIETTIVI GENERALI:

  • La Liturgia è la celebrazione della Fede, è mettersi al servizio di Qualcosa di più grande con la massima umiltà seguendo quelle che sono le norme prescritte dalle rubriche dei libri liturgici (norme e istruzioni date dalla Chiesa universale e diocesana).
  • Al centro del Mistero celebrato c’è la Pasqua di Cristo. Centrale nel cammino dell’anno liturgico e nel ritmo settimanale con la celebrazione della Pasqua settimanale che è la domenica.
  • La liturgia è espressione della fede e della preghiera dell’intera comunità. Nella liturgia non c’è spazio per personalismi o inclinazioni personali legati ai propri gusti soggettivi.
  • L’azione liturgica deve esprimere sempre più la coralità di tutta l’assemblea che celebra.
  • La liturgia deve esprimere e testimoniare la bellezza del nostro essere cristiani e la gioia della Pasqua.

2.2. ATTUALE SITUAZIONE:

In entrambe le parrocchie della nostra Comunità Pastorale sono già costituiti dei gruppi che si occupano dei vari aspetti della liturgia. Vi sono vari cori che si preoccupano dell’animazione musicale; due gruppi di lettori; un gruppo di Ministri straordinari dell’Eucarestia; due gruppi di Ministranti (chierichetti); alcuni addetti al decoro floreale e alla pulizia e alcune voci guida.

2.3. PROSPETTIVE PER IL FUTURO

  • È bene che tutti coloro che partecipano in vario modo ad animare la liturgia abbiano una giusta formazione e preparazione. Ogni anno si promuoveranno degli incontri di formazione per i vari ministeri liturgici.
  • È opportuno creare un gruppo liturgico della Comunità Pastorale che si preoccupi di pensare e gestire l’azione liturgica.
  • Sarebbe altresì opportuno individuare delle figure che facciano da regia liturgica soprattutto per le celebrazioni più importanti. Tali figure devono assicurarsi che ci siano i lettori, i cantori la voce guida e che tutto sia al posto giusto per ben celebrare.
  • Per favorire la partecipazione di tutta l’assemblea è bene che vengano messi a disposizione dei sussidi liturgici adeguati (foglietti e libretti dei canti).
  • È bene che i vari gruppi presenti abbiano dei referenti (proposti dai gruppi e nominati dal parroco) e che il loro compito sia vissuto in spirito di servizio cercando di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone della Comunità.
  • Ipotizzare un servizio di accoglienza per le celebrazioni particolari (prime comunioni, cresime), o Solennità importanti (Pasqua, Natale).

3. CARITÀ

3.1. OBIETTIVI GENERALI:

  • La Carità è uno degli aspetti fondamentali del nostro essere cristiani. Gesù ci ha insegnato ad amarci gli uni gli altri con affetto fraterno, prendendoci cura soprattutto dei più poveri e bisognosi. Non ci si può definire cristiani se non si vive amandoci fraternamente.
  • Origine e fonte della Carità cristiana è la fede in Gesù. A Lui bisogna guardare ed ispirarci. Nel povero che si aiuta riconosciamo il volto stesso di Dio.
  • Carità non è fare qualcosa ma è l’atteggiamento con cui si fanno certe cose: gratuità e umiltà.
  • Al centro dell’opera caritativa deve essere sempre messa la persona, l’uomo che si ha davanti.
  • Carità è innanzitutto ascolto e compassione.
  • Passare dalla percezione della Carità come il “fare elemosina” alla Carità come abituale disponibilità all’ascolto, all’accoglienza e alla condivisione.
  • L’impegno Caritativo non è delegabile ma deve essere di tutta la Comunità e di ogni singolo. Per questo è importante che vi sia una costante sensibilizzazione e informazione di quanto avviene nella nostra Comunità e al di fuori.
  • I vari soggetti che operano a livello caritativo sul territorio di Magnago sono chiamati a collaborare e a confrontarsi per meglio rispondere ai bisogni delle persone che chiedono aiuto.
  • L’azione Caritativa non deve avere la pretesa di essere risolutiva di tutti i problemi delle persone bisognose ma in collaborazione con gli enti del territorio si cercherà di prendere in carico le situazioni più problematiche.

3.2. ATTUALE SITUAZIONE:

  • L’azione Caritativa della Comunità Cristiana è svolta in primo luogo dalla Caritas della Comunità Pastorale. Vi sono poi altre realtà presenti sul territorio e con esse la Caritas è chiamata a una costante collaborazione.
  • La Caritas della Comunità Pastorale oggi ha due polmoni: Il Centro d’ascolto situato presso i locali della Parrocchia di Magnago e l’emporio che ha sede presso la struttura della parrocchia di Bienate.
  • Il Centro d’ascolto si preoccupa di incontrare e ascoltare le persone e i bisogni emergenti. Attraverso questo lavoro di ascolto è possibile capire quali sono i bisogni di ogni singola persona o famiglia e fare in modo che l’aiuto sia quanto più mirato e oggettivo.
    Compito del Centro d’ascolto è anche quello di monitorare continuamente le povertà presenti sul territorio e informare il resto della Comunità.
  • L’emporio presente a Bienate, in stretta collaborazione con il Centro d’ascolto si preoccupa di distribuire il pacco alimentare alle persone bisognose e a distribuire abiti e altri oggetti utili.

3.3. PROSPETTIVE PER IL FUTURO

  • Rendere stabile e permanente il lavoro di confronto avviato dalla Commissione in preparazione al Progetto Pastorale tra le varie realtà presenti sul territorio e che operano nell’abito caritativo.
  • Mantenere sempre vigile lo sguardo per leggere le realtà e le povertà emergenti sul nostro territorio.
  • Intensificare il lavoro di rete con le istituzioni pubbliche e con le altre Caritas del territorio.
  • Sviluppare e ampliare il servizio dell’emporio della Caritas presente a Bienate studiando la possibilità di aprire un “supermercato solidale”.
  • Studiare possibili soluzioni al problema abitativo che affligge parecchi nuclei familiari presenti nella nostra realtà.

4. CULTURA E COMUNICAZIONE

4.1. OBIETTIVI GENERALI:

CULTURA:

  • La cultura è il modo di porsi di fronte a ciò che ci circonda e accade intorno a noi con la domanda di comprendere cosa sia il significato di tutto, partendo dalla domanda fondamentale che ciascuno ha, domanda di vero, di buono e di bello.
  • Attraverso la cultura il cristiano può capire e relazionarsi con la realtà che lo circonda e grazie ad essa è possibile portare alle persone il messaggio di Cristo e della Chiesa.
  • Occupandosi di Cultura i cristiani mantengono desta l’attenzione su ciò che accade nel mondo, intorno a noi, per leggerlo, analizzarlo ed affrontarlo alla luce della fede e capire così come relazionarsi in modo corretto con la realtà che ci circonda.
  • La proposta di iniziative culturali ha la finalità di coinvolgere le persone della comunità, mettere in circolo saperi nuovi, creare relazioni, confronto, discussione, formazione, alleanza educativa tra adulti per il benessere dei minori.
  • Tramite le iniziative culturali proposte, non per forza strettamente legate a temi sacri, è possibile avvicinare più persone alla Comunità Pastorale rendendo così più facile trasmettere anche i valori cristiani.

COMUNICAZIONE:

  • L’importanza del comunicare è insito nella etimologia del termine: “mettere in comune”, da cui si deduce il forte ruolo di responsabilità di tale azione; comunicazione è espressione sociale, il mettere un valore al servizio di qualcuno in modo che diventi patrimonio comune per la costruzione di una discussione, di un sapere, di una cultura.
  • Il fine ultimo deve essere quello di trasmettere al prossimo il messaggio di Cristo. Essenzialmente la cristianità si è basata sulla comunicazione sin dalle origini con gli apostoli, Paolo e gli altri.
  • Comunicare ha la finalità di mettere in relazione, unire, creare legami tra persone per creare una cultura condivisa, frutto di confronto, condivisione, dialogo, ascolto reciproco.
  • Il fine ultimo deve essere quello di trasmettere al prossimo il messaggio di Cristo e con esso quanto la Comunità vive e propone per viverlo concretamente.

4.2. ATTUALE SITUAZIONE:

CULTURA:

  • Al momento non c’è una vera e propria proposta culturale fatta dalla Comunità Pastorale. Vi sono iniziative singole legate al Cinema-Teatro della Parrocchia San Michele ad esempio l’arena estiva o incontri sporadici legati a qualche tema culturale.
  • Negli ultimi anni molte delle proposte culturali sono state proposte dal Centro Culturale “Don Checchi”.

COMUNICAZIONE:

  • La Comunità Pastorale utilizza al momento questi strumenti di comunicazione:
    • Avvisi settimanali
    • Bollettino mensile “La Vela”
    • Sito Web della Comunità Pastorale (www.cpilcenacolo.it).
    • Social (Facebook, Twitter e Instagram).

4.3. PROSPETTIVE PER IL FUTURO

  • Per quanto riguarda la “Comunicazione” occorre proseguire sulla strada tracciata cercando di migliorare e potenziare gli strumenti già esistenti curando la tempistica e la correttezza delle informazioni. È auspicabile inoltre proporre delle iniziative per imparare a usare gli strumenti di comunicazione con una particolare attenzione rivolta agli Adolescenti e ai Giovani.
  • Per quando riguarda invece la “Cultura” è auspicabile la costituzione di un gruppo di persone (Commissione Cultura) che possano pensare e proporre delle iniziative culturali per tutta la Comunità e la possibilità di ideare attorno alla struttura della “Sala della Comunità” una proposta permanente di iniziative culturali. Fondamentale è quindi la formazione di tale gruppo di persone.

5. VITA FRATERNA

5.1. OBIETTIVI GENERALI:

  • Per “Vita fraterna” si intendono tutte quelle iniziative che la Comunità Pastorale propone e che hanno come finalità quella di crescere come comunità, come Chiesa.
  • La dimensione comunitaria è fondamentale per la Chiesa ed è iscritta nello stesso DNA dell’essere cristiano. Non si può essere cristiani da soli e la Comunità cristiana può essere accattivante e credibile solo se al proprio interno è capace di vivere relazioni fraterne autentiche. Per far questo è necessario conoscersi e condividere esperienze di vita fraterna. Ecco quindi l’importanza di proporre iniziative che possano favorire questa conoscenza e condivisione.
  • Le esperienze di vita fraterna vogliono inoltre aiutare ad uscire dalla logica campanilistica di Chiesa e riconoscere come la Chiesa sia molto di più. Non si ferma ai confini della propria parrocchia.
  • Altra finalità legata alle iniziative riguardanti la vita fraterna è il contribuire a sostenere economicamente le nostre parrocchie.

5.2. ATTUALE SITUAZIONE:

Tra le esperienze legate alla Vita fraterna possiamo annoverare:

  • Feste Patronali di settembre.
  • Festa della Comunità Pastorale il giorno di Pentecoste.
  • Animazione delle domeniche in oratorio.
  • Presepe vivente.
  • Tombolata della Befana e altre iniziative particolari.

Gli ambiti di cui si compone l’organizzazione delle esperienze di Vita fraterna sono:

  • Bar dei due oratori
  • Cucina dei due oratori
  • Organizzazione di eventi e feste
  • Pulizia degli ambienti parrocchiali/oratoriani
  • Organizzazione dei laboratori/giochi per i bambini durante le domeniche pomeriggio

5.3. PROSPETTIVE PER IL FUTURO

  • Si prevede la costituzione di una Commissione stabile della Comunità Pastorale che organizzi e gestisca i vari eventi della Comunità Pastorale. I membri della Commissione verranno proposti dagli appartenenti dai vari gruppi e nominati dal parroco.
  • Oltra alla Commissione Comunitaria ogni singola parrocchia è bene che costituisca un gruppo di lavoro per la gestione delle iniziative delle singole parrocchie. In esso ci devono essere i referenti dei vari ambiti presenti in parrocchia.
  • Per meglio gestire i rapporti e l’organizzazione ci diamo un piccolo regolamento che vale per tutti i volontari che in vario modo collaboreranno nelle esperienze di Vita fraterna:
    1. Coloro che prestano la loro opera a titolo gratuito lo fanno lasciandosi alle spalle le parole “io” e “ho sempre fatto così”. Occorre collaborare intervenendo in un progetto organizzato nel quale non deve emergere l’individualismo o la consuetudine.
    2. Ogni evento deve essere proposto per accogliere tutti, considerando le difficoltà economiche per non mettere le famiglie nella condizione a priori di fare una scelta di rinuncia.
    3. Gli adulti che collaborano mettendo a disposizione capacità, tempo e impegno lo fanno a titolo gratuito.
    4. Ai ragazzi/e che collaborano per la realizzazione degli eventi prestando il proprio servizio, verrà offerto da mangiare al termine del servizio in un momento di condivisione comunitaria.
    5. I membri della commissione si impegnano a portare a termine gli eventi proposti.
    6. Chiunque si offra per dare un aiuto va valorizzato. Nell’eventualità che ci fossero più volontari di quelli che effettivamente servissero, si valuti la possibilità di dividersi i compiti distribuendosi, ad esempio, su più turni; dando la possibilità a tutti di collaborare e di esprimersi.
    7. Sempre, dopo ogni evento, è necessario che la commissione si riunisca per verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati per decidere insieme, se necessario, gli eventuali cambiamenti per le successive proposte.
    8. Ogni ambito della “Vita Fraterna” è bene che abbia un referente. I referenti dei vai ambiti saranno in carica 4 anni. Saranno proposti dai volontari che collaborano in quell’ambito e nominati dal Parroco. I referenti non sono coloro che devono fare tutto ma sono coloro che devono coordinare e coinvolgere le altre persone valorizzando le doti di ciascuno.
    9. Ogni volontario si impegna a rispettare e a far rispettare le regole qui illustrate.

6. AMMINISTRAZIONE

L’aspetto amministrativo delle nostre parrocchie è gestito dai Consigli degli Affari Economici come prescritto dalle indicazioni canoniche.

Nella Parrocchia di San Michele attualmente c’è un servizio di segreteria aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 12.00. Esso, grazie all’opera di alcuni volontari, si occupa di gestire vari aspetti amministrativi e di segreteria della Parrocchia.

Nella Parrocchia di San Bartolomeo tale servizio non è presente ed è auspicabile nel prossimo futuro di realizzarlo per lo meno alcuni giorni alla settimana.

Preghiera per la Comunità Pastorale IL CENACOLO

Signore Gesù,
che hai detto “Io sono con voi tutti i giorni”,
insegnaci ad essere miti e umili,
fa’ che Ti ringraziamo sempre per i Tuoi doni
e in particolare per il dono della Comunità Pastorale.
Ci aiuti l’intercessione di San Bartolomeo Apostolo
e ci difenda dal male l’Arcangelo Michele.
Nutriti da Gesù Eucarestia,
aiutaci a confidare in Te nella preghiera,
a crescere nell’ascolto e nella comunione,
a ricercare il bene,
a essere attenti ai bisogni dei nostri fratelli
e a servire la nostra Comunità.
Infondi in noi il Tuo Spirito, allontana le divisioni,
concedici di saper cogliere i segni dei tempi,
lasciandoci interrogare dalla Tua Parola
sotto la guida dei nostri Pastori.
Fa’ che possiamo vivere uniti a Te
e condividere con Te la nostra umanità
come i Tuoi discepoli nel Cenacolo insieme a Maria.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.