La libertà e la verità

di Ileana

La vita umana in pericolo

Il 20 maggio scorso il ministro per la famiglia, Eugenia Roccella, era a Torino al Salone del libro per presentare il suo libro autobiografico “Una famiglia radicale”. Un centinaio di “disturbatori” hanno iniziato ad urlare in modo assordante, impedendole letteralmente di parlare. Il ministro, nel tentativo di costruire un dialogo, ferma la polizia che era pronta ad intervenire, e invita un rappresentante dei manifestanti a dire le proprie ragioni. Una ragazzina sale sul palco e legge un foglio prestampato, con una serie di rivendicazioni che vanno dall’emergenza ecologica al diritto allo studio, dal “diritto” all’aborto alle violenze sulle donne, passando per i cosiddetti diritti lgbtq+. Subito ricominciano gli slogan urlati in un clima che non permette al ministro di parlare. È in gioco la libertà di pensiero, di espressione, di giudizio, di obiezione al male.

Queste manifestazioni, che impediscono la libera espressione, sono anticostituzionali e rappresentano un pericolo per la democrazia. L’articolo 21 della Costituzione Italiana ribadisce infatti, che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” Così scrive il regista Salvatore Vitiello che era presente: “Ho avuto l’impressione di stare di fronte a proteste che hanno obliterato ogni capacità di umano ragionamento e non tollerano che qualcuno ancora utilizzi la ragione.”

Purtroppo quello che è successo a Torino non è un fatto isolato. Anche senza arrivare a scontri diretti, si impedisce la riflessione e il dialogo tacendo le informazioni e le pratiche che riguardano la vita umana e il confronto con il valore della vita stessa. Non si sa per esempio che esistono mercati di ovociti in cui si possono scegliere i caratteri del futuro bambino e si possono pagare “uteri in affitto”, il tutto per circa centomila euro. Non si dice che la vita umana è degradata a merce, che le donne sono trattate come strumenti, che la maternità è ridotta a lavoro e soprattutto che l’uomo vuole sostituirsi a Dio facendosi padrone della vita.

È successo a Milano qualche anno fa: una donna si è presentata all’appuntamento con un medico specialista in otorinolaringoiatria con un bambino di quasi due anni che aveva adottato. Alla visita il bambino risultava sordo in maniera irrecuperabile dato che mancava il nervo acustico, ma la donna con leggerezza ha detto: “Dottore non si preoccupi, io ho firmato un contratto: se il bambino è difettoso lo posso riportare indietro.”

La partita è aperta: non serve scandalizzarsi o fare comizi, non si può pensare di avere ragione su tutto. Occorre invece stare davanti al dramma di tante persone, anche al loro desiderio di avere figli, per riflettere, mettere alla prova i nostri giudizi e condividere lo svelarsi della Verità.