Una ricchezza, non mia, inestinguibile

Giovedì 25 novembre è stato con noi padre Alberto Caccaro, invitato dal Centro Culturale “Don F. Checchi”. Nato a Somma L., è ordinato sacerdote del PIME nel 1995 ed inviato in Cambogia nel 2001 dove, ad esclusione di un periodo nel quale è stato direttore del PIME a Milano, svolge ancora oggi la sua attività. Padre Alberto ha scritto vari libri tra cui l’ultimo: ‘Una ricchezza, non mia, inestinguibile’ (2021) dà il titolo alla serata.

Dopo aver celebrato la Santa Messa  a Bienate, con Mons. Luciano Angaroni, vicario episcopale, padre Castrese Alejandro, rettore della Casa del PIME di Busto A., e i nostri don Marco e don Alessandro, durante l’Adorazione Eucaristica, padre Alberto ci ha parlato di sé e della sua missione in Cambogia, un paese dilaniato dalla guerra, dall’ideologia e dalla povertà, in cui il 95% è buddista, e dove ha dovuto affrontare molte difficoltà e l’incredulità dei cambogiani: “non hai moglie? impossibile” oppure “quanti soldi ti danno per stare qui?”.

In questi anni, padre Alberto vive e opera in un continuo movimento che va verso l’alto, alla ricerca di Dio, e verso il basso, scendendo nel profondo di sé. Spesso si trova a celebrare la Messa senza fedeli, nella certezza “che l’Eucarestia avrebbe custodito il mio sacerdozio”. E così, ogni giorno, può sentire il desiderio infinito del suo cuore ritrovando la risposta in Cristo vivo che, una volta incontrato, spinge a cercarlo di nuovo: “cibo che saziando di sé, di sé asseta” (Dante canto XXXI -Purgatorio). E così ha raccontato di come il Signore si manifesta innanzitutto nell’incontro con le persone: il panettiere in Cambogia che per 7 anni tutte le mattine gli portava il pane fresco, la ricerca e l’incontro con la sua maestra delle elementari, il ricordo della mamma e degli amici “che sono con noi perché sono in cielo”, fino al monaco di Dumenza, che pregando il Padre nostro protende le mani in alto più che può, come radici in una nuova terra.

Tutto questo l’ha spinto a porre una particolare attenzione e cura all’educazione e all’istruzione dei piccoli e dei giovani, a costruire 4 scuole di eccellenza in luoghi distanti dai centri più importanti per dare la possibilità di studiare a tutti e dove sono tornati a insegnare ex allievi, grati del cammino fatto.

Agli studenti a cui non può parlare della Verità perché buddisti e anche a noi che lo abbiamo incontrato, padre Caccaro parla usando l’avverbio “veramente”, testimoniando che si può vivere veramente, facendo ogni cosa veramente, andando fino in fondo veramente, ponendo veramente semi che crescono, non per merito nostro ma per grazia di Dio e con il contributo di tutti, riconoscendo una ricchezza, che è donata e che è inestinguibile.