Cronaca Pastorale – Gennaio 2024

di Redazione

3-5 gennaio 2024: Pellegrinaggio Decanale sui luoghi della Memoria dell’Olocausto in Germania

Un gruppo di adolescenti della nostra CP ha partecipato con 140 altri del nostro Decanato di Castano a un Pellegrinaggio in Germania visitando i campi di concentramento di Dachau e Mathausen. Ecco alcune delle loro significative testimonianze:

“È stata davvero un’esperienza fantastica anche se pesante, quando sono tornata a casa mi sono sentita cresciuta ed ho iniziato a vedere tutto con un po’ più di positività. La nostra guida, Paolo, una persona molto disponibile e gentile, all’interno del campo di Mathausen mentre ci ha raccontato la testimonianza di un sopravvissuto, Felice, ha detto “sentitevi fortunati ad avere quelle imperfezioni perché loro dovevano essere perfetti solo per il divertimento di qualcuno, perciò voi cercate di amare ogni piccola parte di voi”, questa frase mi ha fatto sentire più libera e più propensa ad accettarmi sempre” (Elena L.)

“L’oratorio sta organizzando un viaggio per andare in Germania a visitare alcuni campi dì concentramento. Vuoi andare?”: Questa è la frase che ha cominciato a cambiare in qualche modo il mio modo di vedere e pensare…perché tutto partì da lì. Inizialmente non ero molto convinta di voler visitare quei luoghi atroci, ma alla fine mi sono decisa, perché ho pensato “queste cose almeno una volta nella vita vanno viste per essere capite”.
Il primo campo di concentramento che abbiamo visitato è stato Dachau. Dachau è stato uno dei primi campi di concentramento nazisti, e fu fondato nel marzo del 1933, poco dopo l’ascesa di Adolf Hitler. Inizialmente venne concepito per imprigionare i prigionieri politici, ma molto presto divenne anche un simbolo dell’orrore nazista, perché ad essere rinchiusi non furono soltanto i prigionieri politici ma anche ebrei, omosessuali e tutte quelle persone che venivano considerate sbagliate. Devo essere molto sincera: quando sono arrivata lì e sono entrata non capivo esattamente come un del luogo genere potesse aver ospitato milioni di persone, che sono poi morte. Ero e sono consapevole delle cose che sono successe lì, ma mi limitavo a quello, a saperle e basta, senza capirle fino in fondo. Anche per questo motivo ho deciso di partire. Volevo capire. Non mi ci è voluto molto per comprendere quanta disumanità e orrore era presente lì durante la guerra, mi sono bastate poche semplici frasi che la nostra guida, Paolo, ha pronunciato. È stato molto bravo perché è riuscito a farci immedesimare totalmente in quel che erano le condizioni all’interno di quel terribile campo. Penso che né io, né voi, né nessuno, potrebbe mai sopportare le cose che hanno vissuto tutte quelle povere persone. Vorrei farvi qualche piccolo esempio giusto per farvi capire ciò di cui parlo.
All’ingresso del campo, nella gigantesca piazza dell’appello erano presenti dei pali che visti così non mi dicevano nulla. In realtà i nazisti ci appendevano tutti coloro che parlavano e si lamentavano di essere stati rinchiusi. Queste persone venivano legate e lasciate lì appese per giorni finché non morivano. Oppure le condizioni igieniche li erano ovviamente inesistenti. Pensate solo che in un letto (se tale si può chiamare) veniva condiviso da ben tre persone che visto il freddo e il poco cibo stavano spesso male, perciò si era costretti a dormire circondati dagli escrementi degli altri. Penso che queste cose, seppur terribili, siano in realtà quelle meno atroci che ho sentito.
Il secondo giorno abbiamo visitato il campo di concentramento di Mauthausen. Visitare questo campo è stato ben diverso dal vedere primo. Dachau era un campo di lavoro, non di sterminio. Mauthausen è stato uno dei più grandi e brutali campi di sterminio durante l’era dei nazisti. Venne utilizzato per imprigionare, sfruttare e uccidere milioni di persone. Questo campo è situato in cima ad una collina, ma fin da subito, senza nemmeno entrarci si può capire quanto fosse atroce e orribile. All’esterno è situata una piscina che vista così non dice nulla, ma se si sa in realtà che cosa accadeva al suo interno… I prigionieri appena fatti arrivare venivano messi a fare delle gare di nuoto e i soldati si divertivano a guardarli e a sparare a turno ad ognuno di loro, tutto questo ancor prima di essere entrati. La particolarità di questo posto è che al suo interno non venivano rinchiusi solamente adulti ma anche bambini, moltissimi bambini. Purtroppo quasi nessuno di loro ha rivisto il mondo all’esterno di quel posto. Venivano fatti numerosi esperimenti su di loro, esperimenti scientifici brutali e dolorosi che di certo non risparmiavano nessuno.
Vi ho raccontato tante cose brutte e tristi, ma dovete sapere che anche in questi luoghi emersero storie di coraggio e amore, da parte di tutti quelli che, nonostante il dolore sono riusciti a trovare ancora un briciolo di umanità. Non tutte le persone che lavoravano all’interno del campo erano crudeli e cattive, anzi diverse guardie hanno aiutato a far passare qualche ora di spensieratezza a qualche bambino, o donna per esempio: offrendo un pezzo di cioccolato, dando un pezzo di pane in più, oppure costruendo addirittura delle altalene per i bambini. Ogni giorno accadono cose brutte, ma lì il male e la disumanità erano all’ordine del giorno, però fortunatamente il bene è riuscito ad oltrepassare tutti quegli intrigati fili spinati.
Consiglio ad ognuno di voi di fare questo viaggio almeno una volta nella vita, per trovarsi faccia a faccia con l’orrore e l’ingiustizia dell’essere umano. Perché solo così confrontandoci direttamente con le atrocità del passato possiamo sperare di costruire un futuro migliore, privo di ingiustizie e discriminazioni. Vi avverto che però questo non è un viaggio per tutti, devi essere pronto ad immedesimarti al 100% in quello che stai per vedere e ascoltare perché solo così puoi realmente capire ciò che è accaduto, solo così in un piccolo sasso raccolto in uno dei resti delle baracche poi vederci in realtà una vita, una di quelle che milioni di persone hanno perso lì dentro ingiustamente senza alcuna colpa. Ogni pietra calpestata ti deve ricordare il dovere di onorare coloro quelle che hanno sofferto. Devi essere pronto ad immedesimarti in un prigioniero che entra per la prima volta lì dentro, devi essere pronto ad entrare in una camera a gas bassa e opprimente, deve essere pronto a camminare in una di quelle tante stanze in cui ammucchiavano i corpi morti, ed essere consapevole che stai camminando nello stesso luogo in cui non moltissimi anni fa delle persone sono state torturate e uccise. È un viaggio doloroso che non tutti sono pronti ad affrontare, ma che secondo me va fatto, per essere lì a cercare di capire, per quanto possibile, le memorie ormai sepolte e le storie che in un immenso silenzio urlano per essere raccontate” (Giulia S.)

“La cosa che più mi è rimasta di questa esperienza è stato ciò che la nostra guida ci ha detto “ragazzi io voglio che vi rimangano impressi i gesti d’amore che avvenivano in mezzo a tutto questo orrore”. Mi ha colpito molto perché è riuscito a trovare un qualcosa di positivo in mezzo a tutto quell’orrore e in particolare mi ricordo molto bene di un discorso relativo al progetto T4 dove, detto brevemente, i ragazzi tedeschi che non rispettavano dei “canoni” per diventare l’ariano perfetto venivano portati via dalle proprie case e usati come vere e proprie cavie. Alla fine della spiegazione riguardo esso ci è stata detta una frase che ricordo perfettamente “ragazzi siate fieri delle vostre insicurezze perché sono ciò che vi rende unici e soprattutto potete mostrarle perché ora siete liberi di farlo”. Questa frase mi è rimasta impressa e credo molto in essa” (Lorenzo C.)

6 gennaio 2024: benedizione dei bambini

Nel pomeriggio dell’Epifania c’è stata la preghiera, benedizione dei bambini e il bacio (“volante” a causa dell’epidemia di influenza in atto) a Gesù bambino: in chiesa a Magnago si è riunita qualche famiglia e alcuni fedeli che, dopo aver pregato, hanno fatto merenda insieme a bar dell’Oratorio.

7 gennaio 2024: Incontro Battezzati 0-3 anni della CP

Buona la prima! In Chiesa a Magnago c’è stato il primo incontro delle famiglie e dei battezzati dei tre anni precedenti nella CP: circa 25 bambini con mamme e papà e/o nonni, un’assemblea molto giovane, movimentata e… “rumorosa” ha pregato insieme, nella semplicità del ricordo del battesimo di Gesù e nella condivisione della fede e dell’esperienza di essere e diventare figli, genitori, mamme e papà. Ci si è trasferiti poi in Oratorio per una buonissima e abbondantissima merenda.

15 gennaio 2024: Pellegrinaggio a Saronno

Quanti tesori ci sono a due passi da noi! Parecchi pellegrini hanno scoperto quale scrigno di arte e di fede è il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno. Accolti e guidati sapientemente da don Massimiliano Bianchi, rettore nonché compagno di ordinazione di don Alessandro, siamo entrati nel mistero della presenza di Maria e delle grazie che abbondantemente riversa (da più di 500) anni su ci si reca da Lei in quel luogo.

Accolti alla porta del Santuario, don Massimiliano ci ha fatto notare subito le due figure giganti corrucciate e barbute ai lati del portale principale: hanno alle spalle la Chiesa, Gesù e Maria e per questo sono così! Quanti conosciamo che ci dicono: “Ah, non serve mica andare in Chiesa per pregare!”; già, ma come vivono? Occorre incontrare davvero il Signore, incontrare davvero Maria!

Entrati poi in Santuario, ci siamo fermati in fondo e don Massimiliano ci ha fatto notare una lapide nera con scritte in latino, sulla destra murata ad una colonna: anni fa, ci ha detto, hanno chiesto a un rabdomante (colui che va in cerca dell’acqua) di fare delle ricerche e ha scoperto che da quel punto si emana una forza incredibile; è il punto nel quale c’era la statua della Madonna alla quale Pedretto, un povero ammalato e infermo, si è recato chiamato proprio da Lei perché fosse miracolato (siamo intorno al 1460). Da questo fatto parte la storia del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli: al plurale perché se quello è stato il primo, ce ne sono stati molti altri e alcuni che hanno coinvolto l’intera popolazione di Saronno.

Arrivati fin davanti al presbiterio, e avendo ammirato la ricchezza della volta oltre che degli affreschi e delle statue lignee lì collocate, abbiamo alzato lo sguardo e… meraviglia! Un coro angelico con canti e strumenti musicali accoglie Maria Assunta in cieli con, al centro, la figura di Dio Padre, opera di Gaudenzio Ferrari che arricchisce la cupola. Don Massimiliano ci ha fatto notare che gli angeli cantano con la bocca chiusa: cantano “Maria” che sale al cielo e alla quale noi ci rivolgiamo!

Nel prepararci alla S. Messa abbiamo poi insieme pregato il rosario, affidando tutte le nostre intenzioni alla mamma celeste, e nella celebrazione eucaristica abbiamo ricordato nelle intenzioni tutte le persone della nostra CP, in particolare anziani, ammalati e quanti son nel bisogno. Ancora don Massimiliano ci ha offerto una bella omelia a partire dalle letture della solennità dell’Immacolata Concezione di Maria.

Conclusa la celebrazione, il tempo di visitare il presbiterio magnificamente affrescato da Bernardino Luini e dalla sua scuola (dovremo tornare per la seconda parte della spiegazione e della guida spirituale!) con lo sposalizio della Vergine, il ritrovamento nel tempio di Gesù, la sua nascita e la presentazione al tempio, una preghiera davanti alla statua della Beata Vergine dei Miracoli e poi ci siamo trasferiti nel vicino Collegio Arcivescovile “Castelli” dove gli alunni del I anno della Scuola Alberghiera ci hanno preparato un ottimo pranzo.

I pellegrini, felici e soddisfatti nel corpo e… nell’anima hanno già invocato: “Quando e dove il prossimo pellegrinaggio?”.

16 gennaio 2024: Educazione affettiva e sentimentale

Se io sono gomitolo e tu sei filo…”: è questo il titolo dell’incontro tenuto dal Prof. Fabrizio Travaini (pedagogista e insegnante conosciuto e apprezzato) che ha visto la partecipazione di una sessantina di persone presso l’Oratorio di Magnago.

Partendo dall’immagine del filo le battute iniziali hanno ricordato il concetto di educazione, cioè del tirare fuori; e questo tirare fuori significa trasformare quel fino in aquilone pronto a spiccare il volo. Fabrizio ha poi ricordato, senza mezzi termini, che siamo sempre un pochino “coercitivi” nell’educare, cioè obbliganti, anche se dovremmo ricordarci che i soggetti dell’educazione non siamo noi grandi, ma i piccoli, i figli. Per questo si parla di arte di educare: essere capaci di decentrarci, di creare le condizioni per qui il soggetto tiri fuori da sé quello che ha dentro; e nell’arte occorre anche recitare, prendere una parte senza però fingere perché l’obiettivo è persuadere, non manipolare! Oggi tanti fingono di essere persuasivi… Vero obiettivo è far arrivare ogni ragazzo a sperimentare e a vivere la libertà autentica, essere autenticamente se stesso. Noi siamo persuasivi quando siamo adulti testimoni.

Ha poi prestato la “Bussola Pedagogica”: quattro punti cardinali che inducano come comportarsi con i ragazzi.

  1. Particolare e generale: il nucleo familiare (particolare) è fondamentale fino agli 11 anni circa, poi inizia a prendere piede il mondo (generale) con le sue figure esterne (chi esercita un fascino ed è persuasivo) adulte e più grandi.
  2. Ritenta, sarai più fortunato: l’educazione non è mai una meta raggiunta una volta per tutte! I social regalano formulette ma non aiutano; non c’è niente di assoluto e ogni errore, se non fatto apposta, è un tentativo nel “gioco educativo”; occorre tenere alta l’attenzione.
  3. Molto meno, ma molto meglio: l’arte del nascondimento, pur rimanendo presenti (soprattutto nell’adolescenza); non essere fagocitante e nemmeno un liberi tutti! Facciamo vedere che anche noi grandi abbiamo la nostra vita, oltre a loro!
  4. I veri segni: oggi i ragazzi sono molto influenzati e influenzabili dagli “oroscopi” di ogni tipo; i grandi aiutino a guardare le orme lasciate durante tutto il percorso della vita dei figli, dei ragazzi e partire da lì. Che bello essere partecipi della scelta che faranno a 14 o 18 anni lasciando loro la libertà di farlo ma supportandoli! I ragazzi sentono la fiducia loro accordata.

E arriviamo all’affettività e all’educazione sessuale: occorre dare dei rimandi ai ragazzi e leggere ciò che si muove.

  1. Gradualità: in questo fanno una gran fatica perché gli adulti non sono di esempio. Occorre sperimentare la dimensione affettiva con se stessi e con gli altri, senza bruciare le tappe e senza “fomentare” (in questo i sociali e in generale c’è già troppo…); non credere nemmeno a ciò che si ascolta e si racconta; dare spazio alla possibilità di parlarsi; è importante amare e amarsi. Affettività e sessualità vanno a braccetto, ma attenzione: no pornografia!
  2. Esperimenti in corso: dai 14 anni è tutto un “work in progress” ma c’è davvero conoscenza? Non tanto… I ragazzi stanno cercando di capire cosa vogliono: occorre vigilare, sempre, e intervenire se esagerano.
  3. La “privacy dei giovani amanti”: avere sotto lo stesso tetto una relazione del figlio/della figlia non sempre è sano e opportuno perché possono crearsi delle aspettative da parte del mondo degli adulti che influenzano la libertà dei ragazzi che, in questo, devono fare la loro vita.
  4. Libertà assoluta versus responsabilità: nelle relazioni c’è sempre un altro con la sua libertà; i ragazzi sono sempre pronti a parare le conseguenze delle proprie scelte? Le conseguenze dell’amore possono essere una gravidanza indesiderata: cosa faccio, cosa facciamo? In questo gli adulti sono carenti…
  5. Solitudine e isolamento: la solitudine è sana perché si prende tempo per capire cosa si vuol fare della propria vita; l’isolamento, invece, va evitato. La vita è fatta per essere relazione di amore e di amicizia. Il momento della solitudine è lo spazio nel quale mi donando come mi posso preparare per la prossima avventura, è apertura sempre a un nuovo inizio.

Fabrizio Travaini continuerà a lavorare con i nostri ragazzi delle medie nelle prossime settimane e terrà un aperitivo pedagogico per i genitori a inizio febbraio in Oratorio a Magnago.

20 gennaio 2024: Incontro Bambini 4-6 anni e famiglie

Più di 130 persone tra bambini e adulti hanno partecipato al primo incontro dedicato a loro che vuole essere un aiuto al cammino educativo e di fede delle famiglie: in Oratorio a Magnago anzitutto la preghiera con i genitori (mentre i bambini giocavano insieme alle insegnanti della Scuola dell’Infanzia di Bienate e ad alcuni dei nostri adolescenti) e poi una buonissima cena preparata dai nostro volontari. Alla prossima!