Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono! (Es 3,14a)

Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. (Mt 12,43)

I pittori di icone usano parole inusuali, ad esempio nimbo.
Nimbo (dal latino nimbus) indica una nuvola luminosa intorno a figure divine. Non è sinonimo di aureola, che è l’anello luminoso che circonda la testa delle figure.
È un attributo utilizzato già dal IV secolo a.C. per le divinità (ad esempio, nell’arte greca, per le divinità legate alla luce) o per essere umani divinizzati (come gli imperatori). Viene perciò applicato anche a Cristo a simboleggiare la luce divina.
In seguito anche per la Madre di Dio, gli angeli, gli apostoli e i santi verrà utilizzato il nimbo che rappresenta la luce che si irradia dalla persona rappresentata interpretando ciò che dice Gesù: «Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,14-16).

Il nimbo può essere d’oro o di un colore pieno: di solito rosso, bianco o azzurro. Può essere decorato con rilievi, punzonature, colore su oro, oro su colore, ecc.

Quello di Gesù ha sempre la croce e solo lui può averla (anche come mistico agnello dell’Apocalisse). Inizialmente non era così: nel nimbo di Gesù ci poteva essere anche la croce monogrammatica, come nella basilica di San Lorenzo a Milano.

I bracci della croce possono essere vuoti, contenere dei decori o delle lettere.
Quando ci sono le lettere, solitamente troviamo le lettere greche maiuscole omicron (Ο; ο), omega (Ω; ω) e ni (Ν, ν): nell’onciale greco, antica scrittura maiuscola, l’omega è come la minuscola, ma più grande.
Queste lettere indicano il nome con cui Dio si definisce: «Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!» (Ap 1,8). In greco: Ἐγώ εἰμι τὸ Α καὶ τὸ Ω, λέγει Κύριος ὁ Θεός, ὁ ὢν καὶ ὁ ἦν καὶ ὁ ἐρχόμενος, ὁ παντοκράτωρ.

I russi scrivono l’omicron a sinistra e l’omega sopra, i greci l’omicron in alto e l’omega a sinistra.
Nelle immagini romaniche italiane possiamo trovare le lettere latine L, U e X oppure le lettere greche φ, ω e ς: lux e fos significano luce.

Esiste anche il nimbo quadrato usato per lo più dall’VIII al XIII secolo per persone viventi al tempo dell’esecuzione dell’opera (papi, vescovi o i committenti). Si pensa che derivi dall’antico uso romano di ritrarre dal vero le teste dei personaggi su una tela incorniciata e poi applicata al resto dell’opera; un’altra ipotesi è che l’origine siano gli usi funerari egiziani.

«Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità » (Ef 5,8-9).