Il Maialino di Natale di J. K. Rowling

di Enrica, Federica, Mara e Silvia

Un libro per grandi e piccini

Il Natale inizia quando incominciano le fiabe, perchè il Natale è tempo di sogni e desideri, di ricordi del passato e di speranze per il futuro, di promesse, di grandi felicità o inquietudini, di piccole malinconie…; è tempo di storie da leggere con gioia al lampeggiare intermittente delle lucine colorate, ma è soprattutto il tempo dei bambini.

Il Natale è la festa del bambino – in senso evangelico – cioè della semplicità.

Il maialino di Natale”, ambientato nel corso della notte più splendida dell’anno, mette al centro i temi della mancanza e della  perdita, ricordando che il Natale funziona quando si è tutti insieme, abbracciati dalla Bellezza di sentirsi inclusi gli uni negli altri.

Jack, un ragazzino sperduto tra i cambiamenti che avvengono nella sua famiglia ed il trasferimento in un altro paese ed in un’altra scuola, trova conforto nel suo amato Lino, un vecchio pupazzo di stoffa a forma di maialino che possiede fin dalla più tenera infanzia.

Lino è rassicurante, protegge dalle ansie ed è sempre presente.

Un brutto giorno, Lino scompare, gettando Jack nella disperazione.

I nonni gli regalano un “rimpiazzo”, un maialino simile al primo, ma ciò non lo consola e l’unico desiderio di Jack è ritrovare il suo Lino e così, intraprende un viaggio nelle “Terre delle Cose perdute”. 

Ciascuno di noi, grandi o piccoli, ha smarrito Qualcuno o qualcosa, ha perso la “Bussola”, ma non si è sentito perduto, anzi, ha affrontato un percorso ad ostacoli per ritrovare il coraggio, un’amicizia o la capacità di discernere tra bene e male. 

Per Jack inizia una nuova avventura: fare posto nel proprio cuore ed aumentare la capacità di amare ed essere generosi verso gli altri.

Si possono perdere tante cose: Talenti, Voce, Felicità, Ambizione, Speranza… e non essere dei perdenti.

A qualcuno sarà capitato di sentirsi “Di Troppo” o un “Usa e Getta”, come se fosse un calzino spaiato, solo, in fondo ad un cassetto e lasciato scomparire nell’oblio.

L’Autrice evidenzia che per tutti i dimenticati esiste una possibilità di riscatto e nella Vigilia di Natale, “la notte del miracolo”, Jack ed il maialino di rimpiazzo, arriveranno a scoprire che il cambiamento e la perdita sono parti inevitabili della vita.

Ed ecco Speranza: “Ha una famiglia meravigliosa e molti amici fuori dalla prigione – rispose Speranza – quando capirà che stanno facendo di tutto per liberarla, mi ritroverà ed io l’aiuterò a sopportare la situazione, per quanto sia terribile. Forse non brillo quanto la mia amica Felicità, ma la mia fiamma è più difficile da spegnere” (dialogo tra la Speranza e Jack – pagg. 254-255).

“… (Jack) Aveva dato a quelle Cose una Speranza, che nessuna serratura poteva contenere. … E poi accadde qualcosa di straordinario .. qualcosa di semplicemente magnifico. Poteva succedere solo nella notte dei miracoli … perchè Jack aveva rifiutato di abbandonare la Speranza, perchè niente è perduto per sempre finchè rimane un po’ di Speranza …” (pag. 300).

Un libro in cui potrebbe approdare in ogni pagina la frase di Don Bosco “La prima felicità di un fanciullo è sapersi amato” … ed anche di un adulto.

Buona Avventura!