Carissimi, vi domanderete perché scrivere di questo libro nel periodo di Natale?
Perchè nel tempo attuale così complesso, la Storia Infinita è la vita di ciascuno di noi in compagnia del Signore, del Bambino che nasce a Natale e che rinasce in ogni istante e che ci strappa dalle tenebre, dal buio e dal nulla che avanza per impedirci di essere felici.
Questo non è il lieto fine di una favola ma l’origine di tutto, il Centro della nostra esistenza.
Nel 1979, insieme al Signore degli Anelli ed alle Cronache di Narnia, veniva pubblicato come uno dei grandi capolavori della letteratura fantastica: La Storia Infinita, di Michael Ende, che abbiamo scoperto essere il libro preferito del nostro don Alessandro.
Storie dove la fantasia, l’immaginazione, il mito, non sono intesi come estraniazione dalla realtà, ma come ricerca del Bello, del Buono, del Vero e del Giusto.
La maggior parte della storia si svolge a Fantàsia, un mondo fantastico, parallelo al nostro, minacciato dall’espansione di una forza misteriosa chiamata Nulla che causa la sparizione e la distruzione di regioni sempre più estese del regno.
Nel libro, il nulla viene descritto in modo terribile: quando si guarda in quel punto è come se si fosse ciechi … il vuoto diventava sempre più grande … non che faccia male, no, è semplicemente che, alla persona in questione, da un momento all’altro manca un pezzo … spigiona una forza irresistibile, un potere di attrazione che diventa tanto maggiore quanto più grande è la chiazza … e così via.
L’Infanta Imperatrice incarica un valoroso giovane guerriero, Atreiu, della missione quasi disperata di fermare l’avanzata del nulla e gli dona il talismano Auryn sul quale campeggia una scritta: «Fa’ ciò che vuoi» che non significa «fai quel che ti pare», ma, come diceva Sant’Agostino, Ama, e fai quel che vuoi, la strada più ardua del mondo.
Atreiu è un bambino di circa dieci anni ed appartiene alla tribù dei Pelleverde e l’appellativo di guerriero gli deriva dalla sua abilità nella caccia ai Bufali di Porpora che pascolano in enormi branchi nelle immensità del mare erboso.
In questa missione, co-protagonista è Bastiano, un bambino di dieci anni, che vive nel mondo reale e che soffre molto: ha da poco perso la mamma e con il padre non riesce a comunicare. A scuola è oggetto di bullismo da parte dei coetanei e mancano degli adulti che lo aiutino a crescere.
Ma un giorno, un imprevisto fantastico fa irruzione nella vita di Bastiano attraverso un libro e leggendo le storie del Regno di Fantàsia, egli si ritrova coinvolto negli eventi del racconto.
Bastiano viene trasportato a Fantàsia, e diventa parte di quel mondo.
Nel libro, Atreju e Bastiano percorreranno insieme questa strada mantenendo un cuore da bambini, con tutti i loro desideri e sogni.
Leggendo La storia infinita si resta colpiti da un interrogativo: può un lettore entrare nella storia stessa del libro? D’impulso si risponderebbe di no. Eppure un lettore che non entrasse nella storia raccontata, avrebbe perso il suo tempo. Solo un lettore che entra nella storia è cambiato dal libro stesso.
Questo è anche quel che accade leggendo il Vangelo che non è solo un libro e che mi aiuta a conoscere me stesso più di quanto io creda già di conoscermi.
In Bastiano rileggiamo la nostra grande domanda, infissa nel cuore: è possibile, ha senso, ed anzi è decisivo per la storia stessa che io vi entri o è meglio starne ai margini?
Bastiano accetterà se stesso, i suoi amici e la sua famiglia. Compirà un lungo cammino per tornare a casa.
Dovrà comprendere, infatti, che è il quotidiano presente – la famiglia, il rapporto con Suo padre, l’amicizia, lo studio, i conflitti con i compagni – ad essere la vita.
Cesserà, allora, di pretendere di possedere una vita diversa, per iniziare ad amare la vita che ha e che attende di essere amata per essere se stesso.
Un percorso che è un invito alla riscoperta di se e della propria storia, per vivere da protagonisti la vita, con le scelte che essa comporta, ricercando ed appoggiandosi all’Unica Roccia che è la Verità di ogni uomo e del mondo.
Buona Avventura!