Maria, benedetta fra le donne

Al termine del mese mariano si fa memoria della Visitazione di Maria a Elisabetta, episodio presente solo nel Vangelo di Luca (Lc 1, 39-56): dopo aver saputo dall’arcangelo Gabriele che sua cugina Elisabetta è incinta, Maria va da lei per assisterla negli ultimi tre mesi di gravidanza.

Giovanni sussulta di gioia nel grembo di sua madre quando Elisabetta ode il saluto di Maria perché sente la presenza di Gesù.

Elisabetta, colma di Spirito Santo, prorompe in una benedizione: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1, 42).

Maria viene accolta da una doppia benedizione: la prima è discendente, cioè da Dio scende sulla persona benedetta; l’altra è ascendente poiché il fedele esprime la lode, l’adorazione e il ringraziamento a Dio.

La locuzione «benedetta fra le donne» è un’espressione semitica utilizzata per indicare un superlativo, significa quindi la più benedetta, la benedettissima. Elisabetta è grata per il gesto di generosità che ha compiuto Maria accettando di diventare la Madre del Messia e invoca la benedizione di Dio su di lei.

La seconda benedizione è per il Signore Gesù: Elisabetta riconosce la grandezza suprema del Figlio di Maria per la sua divinità e per la sua opera salvifica.

«La preghiera di benedizione è la risposta dell’uomo ai doni di Dio: poiché Dio benedice, il cuore dell’uomo può rispondere benedicendo Colui che è la sorgente di ogni benedizione» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2626).

Poi Elisabetta declama «E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1, 45).

Si tratta di una beatitudine, un genere letterario molto usato nei Salmi, che è una affermazione di una pienezza di grazia e di salvezza operata da Dio nel beatificato. C’è gioia, contemplazione e ammirazione per l’azione divina in una creatura, ma c’è anche l’imitazione che nasce dall’ammirazione: il beato è un esempio di vita per chi lo celebra. Maria è colei che ci offre un perfetto esempio di fede.

Maria è beata perché ha creduto e perché in lei sarà compiuto ciò che il Signore ha detto.

Le raffigurazioni più antiche di questo brano evangelico risalgono al VI secolo. Noi possiamo ammirare una bellissima pittura murale datata XI/XII secolo che si trova a pochi chilometri da qui, cioè nell’Oratorio di San Salvatore a Casorezzo (MI).

Tra due figure che assistono alla scenda scostando le tende, testimoni del mistero che si svela, le due cugine si salutano abbracciandosi. Sullo sfondo chiaro risaltano i manti rossi che avvolgono le due donne, fondendosi quasi l’uno con l’altro. Elisabetta pone una mano sul grembo di Maria e le bacia la guancia esprimendo il tenero affetto per sua cugina, ma anche riconoscendo la presenza in lei del Figlio di Dio.