Santa Marta, tra fede e leggenda

Andando a visitare la chiesa di Santa di Maria di Magnago e guardando l’altare di sinistra si può ammirare l’affresco risalente al primo quarto del XVI secolo dipinto da un anonimo pittore lombardo.

Accanto alla Madre di Dio in trono c’è raffigurata Santa Marta: la si riconosce facilmente perché c’è il nome in alto. Osservando il dipinto si nota che Marta tiene in mano un secchiello e una croce e che ai suoi piedi c’è qualcosa di particolare: si tratta di un mostro con in bocca un bambino.

Questa immagine deriva da una leggenda provenzale secondo cui Marta di Betania con la sorella Maria e il fratello Lazzaro, assieme ad altri discepoli di Gesù, raggiunsero la costa francese (nella zona della Camargue, a sud della Provenza) nel 48 d.C., per sfuggire alle persecuzioni in patria.

Dopo essere approdati, si separarono e Marta andò verso nord, tra paludi e foreste.

Presso un guado sul Rodano viveva la Tarasca, un mostro che si cibava di uomini, donne e bambini. Santa Marta ammansì la Tarasca mostrandole la Croce e irrorandola, mediante l’aspersorio, con l’acqua benedetta contenuta nel secchiello. Santa Marta condusse la Tarasca nella città di Nerluc, che poi prese il nome di Tarascona, dove però i cittadini la uccisero nonostante fosse ormai innocua.

Questa leggenda è nota in una zona limitata e non è entrata nella Liturgia quindi la Chiesa non l’ha ritenuta “utile” per la preghiera.

«La Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i santi e tiene in onore le loro reliquie autentiche e le loro immagini. Le feste dei santi infatti proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare» (Sacrosanctum Concilium 111).

Le icone servono per la preghiera di chi le dipinge e di chi le contempla, quindi vi si rappresentano le immagini che la Chiesa ritiene siano d’aiuto ai fedeli.

Si parla di Marta nei Vangeli di Giovanni e Luca e noi la conosciamo per la sollecitudine con cui ospita Gesù e per la dimostrazione della sua grande fede.

«Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Gli rispose Marta: “So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?”. Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”» (Gv 11,21-27).

È una donna di grande fede che sa unire l’operosità e la contemplazione ed è questo suo esempio di piena fiducia nel Signore che deve essere comunicato tramite le icone.