Buone vacanze!

di Don Marco

Nel pensare a cosa scrivere su questo numero estivo del nostro notiziario mi è parso bello condividere con voi alcune parole di San Giovanni Paolo II pronunciate durante l’Angelus del 26 luglio 1996 che ci aiutano a riflettere sul senso del riposo e del fare “vacanza”. Ve le affido augurando a tutti voi una buona estate di rigenerazione e di ricarica.

“Presi dal ritmo sempre più veloce della vita quotidiana, abbiamo tutti bisogno ogni tanto di fare sosta e di riposarci, concedendoci un po’ più di tempo per riflettere e pregare. 

 Il libro della Genesi riferisce che Dio “… cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto” (Gen 2,2-3). Veniva così rivelato il significato spirituale del riposo e se ne sottolineava la possibile valenza religiosa. 

Presentandoci il Signore che benedice il giorno dedicato per eccellenza al riposo, la Bibbia vuole far notare il bisogno che l’uomo ha di dedicare una parte del suo tempo all’esperienza della libertà dalle cose, per rientrare in se stesso e coltivare il senso della propria grandezza e dignità in quanto immagine di Dio. 

Le vacanze, pertanto, non devono essere viste come una semplice evasione, che impoverisce e disumanizza, ma come momenti qualificanti dell’esistenza stessa della persona. Interrompendo i ritmi quotidiani, che l’affaticano e la stancano fisicamente e spiritualmente, essa ha la possibilità di recuperare gli aspetti più profondi del vivere e dell’operare.

Nei momenti di riposo e, in particolare, durante le ferie, l’uomo è invitato a prendere coscienza del fatto che il lavoro è un mezzo e non il fine della vita, ed ha la possibilità di scoprire la bellezza del silenzio come spazio nel quale ritrovare se stesso per aprirsi alla riconoscenza e alla preghiera

Gli è spontaneo allora considerare con occhi diversi la propria esistenza e quella degli altri: liberato dalle impellenti occupazioni quotidiane, egli ha modo di riscoprire la propria dimensione contemplativa, riconoscendo le tracce di Dio nella natura e soprattutto negli altri esseri umani. È un’esperienza, questa, che lo apre ad un’attenzione rinnovata verso le persone che gli vivono accanto, a cominciare da quelle di famiglia. 

Carissimi Fratelli e Sorelle! Auguro di cuore a tutti di far tesoro di questa possibilità che il Signore ci offre. Mentre lo ringraziamo per tale opportunità, non possiamo non pensare a quanti, per vari motivi, non    possono usufruire d’un adeguato tempo di riposo e di vacanza. Li ricordiamo nella preghiera insieme con gli anziani e gli ammalati, affidando ciascuno alla Vergine Maria. Donna attiva e pronta a venire in soccorso delle necessità dei fratelli, Ella ha saputo attingere proprio dal suo costante raccoglimento e dalla contemplazione la capacità di serbare e meditare nel cuore gli avvenimenti della sua vita (cf. Lc 2,19), cogliendone il senso profondo. 

Il suo esempio ci guidi a meglio comprendere il valore della nostra esistenza e ci faccia più attenti discepoli del Signore, disponibili sempre ad aprire il nostro cuore a chi è nel bisogno.”