La Chiesa e i beni Materiali

di Don Marco

Il rapporto tra la Chiesa e l’utilizzo dei beni materiali è stato da sempre oggetto di discussione e spesso di critica nei confronti della Chiesa stessa.

Il testo degli Atti degli Apostoli cosa ci dice a riguardo?

L’autore degli Atti tocca l’argomento più volte. Ne prendo in considerazione due e provo a raccogliere alcune perle preziose in essi nascosti.

Primo testo è At. 4,32-37. L’autore ci presenta la prima comunità cristiana composta dagli apostoli e dice che essa è “un cuor solo e un’anima sola”. Centrale è la fede nella Resurrezione di Cristo e la caratteristica di questo gruppo di uomini e donne è il mettere in comune ogni cosa. I beni materiali vengono messi a disposizione di tutti per il bene di ciascuno.

Le ricchezze materiali sono uno strumento e non il fine della vita e in quanto tali vanno usate per il bene nostro e dei nostri fratelli.

Cogliamo quindi una prima perla preziosa: occorre avere una giusta considerazione dei beni materiali che sono doni che il Signore ci consegna per il bene nostro e dei nostri fratelli. Le ricchezze materiali possono rappresentare una tentazione se diventano il “fine” della vita stessa.

Una giusta considerazione del denaro e delle ricchezze dovrebbe portare la Chiesa a non essere schiava del denaro e delle logiche economiche.

È innegabile che la Chiesa è chiamata a compiere delle opere (culto, carità ed educazione) e per poter svolgere questa sua missione ha bisogno di amministrare dei beni materiali.

Banalmente per poter celebrare insieme l’Eucarestia c’è bisogno di un edificio che va mantenuto e riscaldato e quindi sono necessari dei soldi per fare tutto questo.

Queste necessità sono a carico dell’intera comunità che è chiamata a prendersene cura. Ciascuno a suo modo e in base alle proprie disponibilità economiche.

Secondo testo: At. 8,9-25: Simone il Mago vuole comprare dagli apostoli la possibilità di imporre le mani e invocare lo Spirito Santo per guarire gli ammalati. Il peccato di Simone il Mago viene chiamato “Simonia”: vendere e comprare le cose sacre.

Seconda perla preziosa: i doni del Signore non si comprano! Non possono essere acquistati con i soldi. Non si “paga” la “Messa” o un “Sacramento”! Uno può dare un’offerta per il bene della comunità, ma non si acquista la Grazia del Signore è la sua benedizione.

Allo stesso modo uno che dona molto non deve avere la pretesa di essere trattato diversamente o avere dei privilegi per il fatto che ha fatto tante “offerte”. Anche questo pensiero non è cristiano e non rispecchia l’insegnamento di Gesù che ha sempre insegnato la gratuità.

Concludo con una citazione: “Il denaro non compra tutto. Chi più ne ha, più ne vuole avere e il ricco, che non sa donare, è un povero infelice.”