Parrocchia di Magnago

Memorie dell’Oratorio Feriale 1973: Il giornalino “Il Nostro”

di Pinuccio

Scrivere dell’Oratorio, una presenza così familiare e da così lungo tempo, e trovare qualcosa di particolare non è impresa facile.

Mi concentrerò su un episodio risalente al 1973, giusto cinquant’anni fa, e che si può considerare un antesignano di questo notiziario: Il giornalino dell’Oratorio Feriale (come all’epoca si chiamava l’Oratorio Estivo). A Magnago l’oratorio feriale è iniziato nel 1972, per iniziativa dell’allora diacono Paolo Pessina, da poco assegnato alla nostra parrocchia. All’epoca le scuole chiudevano nella seconda metà di giugno, e l’oratorio feriale si svolgeva nel mese di luglio, era solo pomeridiano e prevedeva un programma molto semplice: momento di preghiera, gioco di squadra e libero, gita settimanale in piscina (si andava in bicicletta – il traffico allora lo permetteva – negli oratori di Castano o Turbigo, dotati di questa struttura e ciò dava la possibilità ai ragazzi di confrontarsi con realtà simili), gita finale in montagna in bus. Visto il successo del primo anno, in quello seguente si decise di dare un taglio più serio, dove, oltre al gioco, si cercasse di far diventare i ragazzi più consci ed attratti ai problemi dell’epoca, inserendo elementi culturali: cartelloni, proiezioni sui temi di attualità e un notiziario settimanale intitolato “Il Nostro” (sottotitolato Giornalino d’attualità dell’Oratorio Feriale di Magnago), con il proposito, come si legge nella presentazione ai genitori del primo numero, di utilizzarlo come strumento dove i ragazzi potessero discutere dei “nostri” problemi. Il giornalino era organizzato con una redazione composta da tre ragazzi quattordicenni: che, sotto la guida del “Don”, si occupavano di scrivere gli articoli e chiedere ad altri coetanei di fare altrettanto. Il giornalino veniva poi ciclostilato e distribuito ai partecipanti, con la raccomandazione di farlo leggere ai genitori. La ciclostilatura era una modalità di ristampa a bassa qualità, che si realizzava battendo a macchina, senza nastro, su una speciale matrice di cartoncino accoppiata con carta carbone, che consentiva poi la duplicazione su carta utilizzando il Ciclostile, una macchina con inchiostro tipografico, azionata manualmente a manovella. Gli argomenti erano i più vari, ma sempre con l’obiettivo di rendere coscienti i ragazzi dei problemi del tempo: l’approccio positivo allo sport, l’handicap, il sottosviluppo, le spese militari, i consigli di lettura, oltre che i resoconti delle attività dell’oratorio. Sfogliando i numeri usciti in quel mese (qualche ingenuità, vista l’età dei redattori, come l’assenza della data e dei numeri di pagina!), si trova un articolo sulla fame nel mondo, che prende spunto da un triste fatto di cronaca, avvenuto in Italia, la morte per denutrizione di una bambina di sei mesi; è una testimonianza di come lo sforzo educativo portasse ad ampliare la riflessione, partendo dal caso particolare verso il tema generale.

Erano ricorrenti gli articoli sull’handicap, in particolare sugli “spastici” (allora non si usavano termini politically correct) sia in resoconti di visite ad un centro specializzato, che come presentazione di questa sindrome e delle possibilità di riabilitazione. Ricordiamo come questo rifletteva una particolare sensibilità della comunità di Magnago verso questo tema, grazie anche all’attivismo di una famiglia che aveva un ragazzo affetto.

Leggendo la classifica del torneo di calcio organizzato nell’ambito dell’oratorio “con la speranza che possa aiutare le persone a crescere nell’amicizia e nella solidarietà verso gli altri…”, colpiscono alcuni nomi “motoristici” date alle squadre: Laverda, BRM, KTM, indicativo dei gusti dei ragazzi dell’epoca. Proseguendo nella lettura, si nota come attraverso il giornalino erano state lanciate due iniziative, nell’ottica del coinvolgimento dei ragazzi su temi sociali: un concorso per la presentazione di disegni su fatti di attualità e la raccolta di materiale per l’allestimento di una “mini mostra” sui paesi in via di sviluppo.

Interessante notare come fossero state realizzate anche alcune interviste interne all’oratorio (perché i ragazzi lo frequentavano?) ed esterne (il rispetto dei vecchi), curate da un gruppo di ragazze. Interessante anche un’inchiesta, con conseguenti riflessioni, sulla presenza dei ragazzi alle varie Messe, con tanto di elaborazione statistica: un metodo che sembra preso da “Lettera ad una professoressa” dei ragazzi di Don Lorenzo Milani, il grande educatore di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita (per la cronaca: assistevano alla messa “il 27,69% dei ragazzi delle scuole medie ed il 57,13% dei bambini delle elementari”).

Ma non si scriveva solo di argomenti seri, su una pagina di un numero troviamo anche delle spassose definizioni di personaggi dell’oratorio associati a frasi della Divina Commedia. Tra le più autoironiche: i ragazzi dell’oratorio erano “venir dormendo con la faccia arguta” (Purgatorio, canto XXIX); don Paolo era “lo imperador del doloroso regno” (Inferno, canto XXXIV); il parroco, rispettosamente, “v’insegnerà come l’uom s’eterna” (Inferno, canto XV). Questo sicuramente non sarà stata tutta farina del sacco di quattordicenni, visto che la Divina Commedia era nei programmi dalla terza superiore in avanti!  Una bella esperienza, povera di mezzi ma ricca d’impegno; penso sia bello ricordare i ragazzi dell’epoca che, sfogliando le pagine del giornalino, si vede che vi avevano lavorato: Marco, Claudio, Pinuccio, Davide, Leonardo, Maurizio, ed un gruppo di ragazze.