Cara parrocchia, non avere paura

Una comunità che non fa resistenza allo Spirito, che sospinge la parrocchia verso traguardi importanti da raggiungere.

Riconciliarsi col presente: siamo contenti di vivere oggi. E’ vero che un diffuso pessimismo prefigura scenari di decadenza; ma la novità dello Spirito ci costringe a leggere in questo quadro segni insperati di vita e rende la nostra barca un sicuro punto di riferimento per il bisogno di autenticità, la sete di spiritualità diffusa, il desiderio della pace del cuore, per ancorarsi a verità che non tramontano, per intuire le vie di un futuro di speranza. Le strade nuove che si aprono non ricalcano le antiche e non richiedono piccoli aggiustamenti, ma la fatica di un progetto.

Rimodellarsi sulla comunità Cristiana degli inizi. È tempo di rinnovarsi senza illudersi che basti l’organizzazione; occorre puntare sulla santità. Come introdurre ai misteri della fede ci è di modello la “chiesa degli Apostoli”. Da evitare c’è il centralismo estremo, in cui “uno vuole essere tutto” o l’individualismo esasperato per cui “ognuno vuole essere tutto”. Lo spirito ci aiuterà a superarli, per non farci morire soffocati dal calore del primo o assiderati dal gelo del secondo.

Uscire in mare aperto. La parrocchia ritrova se stessa al di fuori di sé. Non è il circuito dei “pochi ma buoni”, ma accoglie tutti, anche chi è debole nella fede, senza scandalizzarsi dei dubbi e delle esitazioni; va incontro a chi l’ha abbandonata o l’ha sfruttata. Se il figlio che torna è la sua gioia, quelli che l’abbandonano sono la sua passione. La verità ci è data in dono, ma senza monopolio.

La missione non è né proselitismo assillante, né vuoto trionfalismo: siamo tutti dei mendicanti che sanno dire ad altri mendicanti dove si può trovare il pane che sfama tutti.

Missione e anche “decentrarsi” sul territorio, tra le famiglie, le istituzioni, gli ambienti di vita, le povertà della strada.

Non aver paura del futuro. Essere fedeli allo Spirito non significa rinunciare a pensare, e il servizio al vangelo richiede il coraggio di progettare (per non ridursi a sterili improvvisazioni, ripetizioni scontate, ritmi di puro contenimento). Per essere fedeli allo Spirito stiamo in paziente intercettazione dei “segnali” di Dio nelle situazioni particolari che si vivono, dentro gli organismi di comunione, in cui si esercita il discernimento comunitario, che porta a prendere le decisioni opportune.

Cara vecchia e giovane parrocchia, noi non siamo padroni del vento, ma ci è data la grazia e l’impegno di tener dritta la vela!