Categoria: Orientare le vele

Il tempo prezioso dell’estate…

Stanno per arrivare le vacanze che tanto abbiamo desiderato, dopo un anno in cui la fretta ha segnato le nostre giornate, i nostri spostamenti, forse anche le nostre scelte, possiamo finalmente riprendere fiato. Magari le abbiamo programmate mesi fa, sappiamo che potremmo alzarci più tardi e che finalmente potremo fare solo ciò che realmente desideriamo. La verità è che per quanto aspettiamo le vacanze per fuggire dallo studio, dal lavoro, dai colleghi e da coloro che in qualche misura siamo costretti a sopportare, abbiamo ancora bisogno delle persone. Abbiamo bisogno di Amare e di sentirci Amati.

Queste vacanze potrebbero offrircene l’occasione, tutto dipende da noi…

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Il Dono dell’Amicizia…

Durante la sua vita terrena, Gesù è stato circondato da amici: pensiamo agli apostoli, a Marta e Maria, a Lazzaro e molti altri che lo hanno conosciuto con cui ha avuto rapporti molto stretti.

Attraverso tutti loro, ci ha mostrato il valore dell’amicizia e quanto sia necessaria nella vita. L’amicizia è stata senz’altro una dimensione importantissima per Lui, che è stato il miglior amico di molte persone.

Cosa ci insegna Gesù sull’amicizia attraverso il suo esempio?

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Il Segreto della felicità…

La felicità molto probabilmente è il desiderio che accomuna maggiormente gli esseri umani. L’uomo e a maggior ragione il Credente è stato creato per essere felice. Ci siamo mai chiesti cos’è per noi la felicità?

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La Bellezza della Resurrezione

Una particolarità dell’artista è di non essere limitato nel tempo, perché la sua arte parla a tutte le epoche, l’artista non è limitato neppure dallo spazio, perché la bellezza può toccare in ciascuno ciò che ha di universale, specialmente la sete di Dio, superando le frontiere delle lingue e delle culture. Se è autentico, l’artista è capace di parlare di Dio meglio di chiunque altro, di farne percepire la bellezza e la bontà, di giungere al cuore umano per far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto.

Papa Francesco
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Verso la Pasqua…

Oggi comincia per la Chiesa Ambrosiana il tempo di Quaresima, cioè il tempo che ci porterà a celebrare la Pasqua di Risurrezione del Signore Gesù.

Questo è un tempo prezioso nel quale ciascuno di noi in qualche modo è chiamato a fare un lavoro su

se stesso, questo tempo ci ricorda ogni anno che il Bene, l’Amore e la Giustizia non si raggiungono una volta per sempre ma vanno giorno dopo giorno continuamente conquistati.

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Prendersi Cura…

“Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te io si, che avrò cura di te”

Cantava così Franco Battiato in una delle sue canzoni più conosciute, dove la cura rappresenta una dichiarazione d’intenti nei riguardi dell’essere umano. Alla tensione verso l’Amato, “La Cura” aggiunge il desiderio di fargli del bene, di proteggerlo di prendersene cura appunto.

Cosa si può desiderare maggiormente quando si ama, del preservare quel qualcuno da tutto ciò che per lui può essere un male?

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“Il Segno”

La parola segno in qualche modo mi ha sempre provocato, sono infatti convinto che l’uomo abbia bisogno di segni che lo aiutino a comprendere perché le cose accadono.

I segni sono sempre qualcosa di concreto che ci spingono a guardare oltre, a scoprire il significato delle cose, sono qualcosa che in qualche modo ci rinviano ad un contenuto.

Una domenica di novembre, chiacchierando in oratorio con alcuni papà, concordavamo sul fatto che per Natale sarebbe stato bello costruire un presepe sulla piazza del paese, affinché chiunque passasse, venisse richiamato dal fatto che col Natale di Gesù, qualcosa di grande è accaduto e che questo fatto, per chi crede, ha cambiato la Storia.

Da questo momento infatti si comincia ad ordinare la numerazione degli anni, prima e dopo la nascita di Cristo, quasi ad indicare che più nulla sarebbe stato uguale a prima.

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Ac-cor-darsi

La convivialità delle differenze

Ormai si è avviato il percorso delle commissioni che si propongono di individuare le linee guida per la stesura del Progetto Pastorale della nostra Comunità.

Questa proposta, all’inizio non mi ha entusiasmato, ho pensato che altri avrebbero intrapreso questo cammino al mio posto ed ho cercato delle giustificazioni per non farne parte: altre sere impegnate, queste riunioni non portano a nulla di concreto, saranno più le cose che ci dividono che quelle che ci uniscono, partendo da posizioni diverse sarà difficile arrivare ad una sintesi condivisa e così via… Con questo spirito mi sono presentato la prima sera, più per dovere che per convinzione, ma subito mi sono reso conto che la ricchezza generata da un confronto costruttivo sulla Fede e sulle motivazioni che ci spingono ad Annunciare e Testimoniare l’Amore del Signore è un dono veramente inaspettato e soprattutto che il contributo di ciascuno è davvero unico necessario ed insostituibile.

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L’ombrello rosso…

Spesso sentiamo parlare di Fede, le scritture ce ne parlano, anche nella vita di tutti giorni abbiamo spesso a che fare con la Fede, ma che cos’è la Fede? Come la definiresti? E soprattutto che cosa c’entra con la nostra vita?

Papa Francesco ne ha parlato più volte nelle catechesi e nelle omelie a casa Santa Marta dicendo:

“Nel Vangelo di Marco si narra della guarigione del paralitico a Cafarnao, tanta era la gente davanti alla casa dove si trovava Gesù che dovettero scoperchiare il tetto e calare il lettuccio su cui si trovava l’infermo, avevano Fede, la stessa Fede di quella signora che anche in mezzo alla folla, quando Gesù andava a casa di Giairo, si è arrangiata per toccare il lembo della veste di Gesù, del manto di Gesù, per essere guarita.
La stessa Fede del centurione per la guarigione del suo servo. Una Fede forte e coraggiosa che va avanti e che ci apre il cuore trasformandoci.
La Fede è un dono di Dio che ci cambia la vita, per avere Fede devi essere in rapporto con Gesù, credendo che Egli ti sta veramente ascoltando”.

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Lo stile del volo

In questi giorni stavo riflettendo su quanto sia significativo che nella nostra Comunità Pastorale, la ripresa dell’anno sociale, sia segnata da ben due feste patronali. Questo fatto, oltre che a farci riflettere, ci da la possibilità di affidarci ai nostri santi patroni affinché possano condurci nell’Annuncio e nella Testimonianza del Vangelo in questo nuovo anno che comincia. Annunciare e Testimoniare il Vangelo può essere fatto fondamentalmente in due modi: in prima persona attraverso un incontro, oppure come Comunità attraverso dei gesti, un aspetto non esclude l’altro ma lo completa. Chi ci muove è il Signore, per questo è necessario mettersi all’ascolto della Sua Parola e lasciare che divenga la bussola che orienta il nostro agire. Non è infatti possibile Annunciare il Vangelo di Gesù senza la Testimonianza concreta della vita. Per essere credibile una Comunità deve necessariamente vivere nell’Amore reciproco, superando l’individualismo, a volte esasperato, che non ci fa accorgere di chi ci sta accanto. Una significativa immagine di Comunità è quella data da Jean Vanier che la definisce “luogo del perdono e della festa”. La Comunità infatti è luogo di incontro intorno al Signore, di comunicazione, di confronto, di accoglienza e di condivisione, in cui è possibile riconoscere la diversità dei talenti e delle storie personali, apprezzandone tanto la bellezza quanto il limite. È il luogo dove imparare a pregare vivendo l’accoglienza ed il servizio come stile di vita quotidiana, tramite la creazione di rapporti autentici tra le persone.

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