La Necessaria Appartenenza

Nell’Esortazione Apostolica Gaudete et Exsultate, papa Francesco afferma:
“La santità è un cammino che non si compie da soli, ma all’interno di un popolo.
Non esiste piena identità senza appartenenza ad un popolo. Nessuno si salva da solo, la salvezza è possibile attraverso la trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella Comunità.”

Da qui le domande: Cos’è l’Appartenenza? e Viverla cambia la vita?

Per provare a rispondere ho cercato la definizione di Appartenenza ed ho trovato questa che mi ha dato lo spunto per cominciare la mia ricerca:
“Il senso di Appartenenza deriva dal fatto di sentirsi accettati, dal far parte di una Comunità che condivide gioie e dolori per raggiungere obiettivi preclusi al singolo individuo.”

In qualche modo, vivere le relazioni ci porta a traguardi che da soli non potremmo mai raggiungere, l’uomo di fatto è stato creato per stare con gli altri e la solitudine è ciò che di più brutto gli possa capitare.

La scelta di essere Cristiano va rinnovata giorno dopo giorno evitando gli individualismi che ci separano, il credente è tale solo se fa parte di un popolo che lo costringe insistentemente ad una coerenza di vita, infatti non è sufficiente celebrare se non viviamo ciò che celebriamo, non è sufficiente ascoltare la Parola se poi non la mettiamo in pratica, non è sufficiente dichiarare l’accoglienza se per primi non la mettiamo in atto.

Fondamentale, per chi crede, è il senso di Appartenenza alla Chiesa che ciascuno esprime nel cammino con la propria Comunità, dove non solo riceve ma soprattutto impara a donare e a donarsi.

Vivere l’Appartenenza alla Comunità Cristiana, vuol dire riconoscere in essa la sorgente della propria vita e l’aiuto concreto per poterla vivere.

Spesso siamo delusi dalla nostra Comunità perché non ci sentiamo accolti, sentiamo di non farne parte pienamente perché non condividiamo le proposte e le scelte e scattano in noi la critica ed il chiacchiericcio che paralizzano il cammino.

Questo atteggiamento ci porta piano piano ad allontanarci spingendoci a cercare altro, che non sempre è il Signore ma l’idea che noi ci siamo fatti di Lui.

La Comunità è vera se ci rimanda a Cristo e ci conduce all’Incontro con Lui.

Appartenere alla Comunità è questo, non è conquistarsi uno spazio, avere un ruolo ed essere stimati per quello che si fa. Abbiamo un immenso bisogno di appartenere a qualcuno, ma la domanda è e resta sempre:
E noi, a chi apparteniamo?

Come sempre la risposta la troviamo in Gesù, facendoci aiutare da uno stralcio dell’omelia che il card. Bagnasco ha tenuto nel 2019 nella solennità di “Tutti i Santi”.
“La santità è appartenere a Gesù: un’appartenenza da persona a persona, da cuore a cuore. Un’appartenenza che si alimenta nel conoscere il pensiero di Cristo per vivere secondo Cristo.
Oggi il senso di appartenenza è affievolito, anche nella comunità di fede. Sembra che appartenere a qualcuno sia indegno, un legame insopportabile, un attentato alla libertà. Paradossalmente si tende a vivere insieme, ma in modo individuale: la società civile, l’ambiente di lavoro, gli amici, la stessa vita di famiglia, la comunità ecclesiale…
Ma, quanto più si afferma uno stile di vita slegato dagli altri, dalla legge di Dio, dalle regole sociali ed etiche, tanto più si tocca con mano che da soli non si è più liberi ma più smarriti e prigionieri del nostro io. Per questo l’uomo moderno ha un crescente bisogno di ritrovarsi insieme, di sentirsi accolto, di vivere in una rete di relazioni che, in quanto tali, chiedono impegno e a volte fatica, ma sono vitali per essere persone umane.
Quanto bisogno c’è di riscoprire la bellezza di appartenere a qualcuno: l’uomo non appartiene agli altri come una cosa, ma come una persona che nel rapporto con gli altri non diminuisce se stesso, ma si ritrova perché appartenere significa importare a qualcuno, avere rilievo, non essere invisibili; vuol dire contare, essere nel desiderio buono di altri, nei loro pensieri. Potremmo dire tragicamente che non appartenere a nessuno significa di fatto non esistere.”

Ma il conforto ci viene da San Paolo, che nella sua prima lettera ai Corinzi, assicura a ciascuno di noi che siamo di Cristo e che Cristo è di Dio.