San Giacomo, il “figlio del tuono” che fa camminare l’Europa

Giacomo era un apostolo: ha assistito alla Trasfigurazione; è stato testimone della notte al Getsemani. La sua vita cambia radicalmente quando accoglie l’invito di Gesù a diventare “pescatore di uomini”. «Riassettava le reti, ma subito, lasciò barca e padre e seguì Gesù». Di carattere impetuoso, lui e suo fratello Giovanni, sono chiamati da Gesù stesso, “figli del tuono”.

La loro madre chiese a Gesù di donare ai suoi figli “posti speciali” nel suo regno, perché Giacomo e Giovanni erano “pronti a bere il calice che Egli berrà”, cioè pronti a tutto per Lui. Gesù spiegò loro che lui avrebbe dato la vita per riscattare quella di tutta l’umanità, ma solo il Padre Suo avrebbe collocato le anime nel regno dei cieli. Dopo la Pentecoste, Giacomo fu uno dei più zelanti predicatori del Vangelo tanto da spingersi fino in Spagna. Qui lasciò un’impronta tale che anche molti secoli dopo, era universalmente invocato e più di una volta fu veduto un guerriero celeste su di un cavallo bianco, in aiuto dei fedeli. La fede nella sua protezione è uno stimolo nelle prove più dure.

La sua popolarità è dovuta alle spoglie traslate da Gerusalemme in Spagna.

Dopo la decapitazione i suoi discepoli trafugarono il suo corpo e riuscirono a portarlo sulle coste della Galizia, dove Giacomo si spinse per evangelizzare.

Nell’831, dopo un prodigioso fenomeno luminoso in prossimità del monte Liberon, venne scoperto un sepolcro con la scritta: “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e di Salome”.

Il luogo viene denominato campus stellae (“campo della stella”), nome da cui deriverà poi quello della città di Santiago di Compostela.

Nel 1075 inizia la costruzione della basilica a lui dedicata e, fin dal Medioevo, il Santuario e la tomba divennero meta di pellegrinaggi, prima da tutta Europa e poi da ogni parte del mondo.

Il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago).

Guardiamo al pellegrinaggio cristiano ad un santuario come il viaggio della devozione, della conversione o per emendare i propri peccati. Guardiamo al pellegrinaggio anche come cammino quotidiano della vita in cui riscoprire i veri valori dell’esistenza: l’amore, l’amicizia, la bontà, l’accoglienza, la bellezza.

L’uomo cercando i valori nella quotidianità si apre a Dio. Cristo, Buon Pastore, che va in cerca della pecorella smarrita, ci manifesta come la misericordia di Dio cammina per cercarci e riportarci a casa, a Dio, dove troviamo la pace. Papa Francesco in un’omelia: “L’amore di Dio, è un amore che sempre afferra la nostra mano e ci sorregge, ci rialza, ci guida… non chiude la porta, attende…”.