Santa Monica

di Enrica, Federica, Mara e Silvia

Nacque in Africa, nel 331. Sposò Patrizio, pagano, ambizioso, irascibile, infedele. Monica, dolce, benevola trovò il dialogo col marito nei momenti opportuni, con il suo “metodo” fatto di attesa, pazienza e preghiera. Lei si affida solo a Dio, per vincere le asprezze del marito e condurlo alla fede.La sua tenacia e sensibilità la elevano a patrona delle donne sposate, delle madri e delle vedove. Da giovane studiò e meditò la Bibbia. Cristiana, colta e libera, col cuore orientato ai tesori spirituali. Gli insegnamenti della Sacra Scrittura, la preghiera, l’assidua pratica dei sacramenti e il servizio nella comunità ecclesiale forgiarono la sua forte interiorità. Ebbe tre figli, il più grande dei quali fu Agostino. Li educò ai valori cristiani. La sua fede, i suoi continui ma silenziosi sacrifici, le sue preghiere tra le lacrime,furono coronati dalla conversione del marito e del figlio. Vedova a 39 anni, toccò a lei provvedere con amore smisurato alla famiglia. Fu mite perché vissuta in gran parte nell’ombra, ma anche una donna di una straordinaria forza d’animo. Agostino condusse a lungo una vita spregiudicata e sregolata. Monica non si arrese e continuò ad accompagnare il figlio con l’amore e la preghiera. Grazie a sant’Ambrogio, Agostino, adulto, abbracciò la fede cristiana e ricevette il battesimo. Da allora, tra madre e figlio, si svolsero colloqui spirituali di straordinaria intensità. A uno di questi è riconducibile la cosiddetta “estasi di Ostia”. Monica sente di aver raggiunto l’apice della sua vita e confessa al figlio: “Questa vita ormai non ha più nessuna attrattiva per me. Una sola speranza mi faceva desiderare di rimanere quaggiù: il vederti cristiano cattolico prima di morire. Il mio Dio mi ha soddisfatta ampiamente” Qualche giorno dopo Monica si ammalò e morì, il 27 Agosto del 387.  Dagli scritti di Sant’Agostino: “Ho bevuto il nome di Gesù insieme al latte materno”. E alla madre rivelò: “Mi hai generato due volte: alla vita e alla fede”.

Le Parole della Fede: Preghiera

“Ciao Gesù ti voglio bene” Rivolgiamoci a Dio con semplicità e familiarità, come si parla a un grande amico, che mai ci abbandona; disponiamoci in dialogo con una spontaneità affettuosa per conoscerLo, sentirLo vicino e presente. Vorremmo sempre sapere dal Padre con precisione cosa andrebbe fatto. Non basta ricevere delle istruzioni; gli aiuti di Dio sono soprattutto affettivi, per il discernimento spirituale,per sciogliere dubbi e timori, per compiere nei semplici gesti della giornata ciò che è gradito a Dio. Temiamo che Dio ci chieda troppo? L’incontro con Lui è gioia e la preghiera è il respiro che dà senso ad ogni azione (Papa Francesco).