Nacque in Africa, nel 331. Sposò Patrizio, pagano, ambizioso, irascibile, infedele. Monica, dolce, benevola trovò il dialogo col marito nei momenti opportuni, con il suo “metodo” fatto di attesa, pazienza e preghiera. Lei si affida solo a Dio, per vincere le asprezze del marito e condurlo alla fede.La sua tenacia e sensibilità la elevano a patrona delle donne sposate, delle madri e delle vedove. Da giovane studiò e meditò la Bibbia. Cristiana, colta e libera, col cuore orientato ai tesori spirituali. Gli insegnamenti della Sacra Scrittura, la preghiera, l’assidua pratica dei sacramenti e il servizio nella comunità ecclesiale forgiarono la sua forte interiorità. Ebbe tre figli, il più grande dei quali fu Agostino. Li educò ai valori cristiani. La sua fede, i suoi continui ma silenziosi sacrifici, le sue preghiere tra le lacrime,furono coronati dalla conversione del marito e del figlio. Vedova a 39 anni, toccò a lei provvedere con amore smisurato alla famiglia. Fu mite perché vissuta in gran parte nell’ombra, ma anche una donna di una straordinaria forza d’animo. Agostino condusse a lungo una vita spregiudicata e sregolata. Monica non si arrese e continuò ad accompagnare il figlio con l’amore e la preghiera. Grazie a sant’Ambrogio, Agostino, adulto, abbracciò la fede cristiana e ricevette il battesimo. Da allora, tra madre e figlio, si svolsero colloqui spirituali di straordinaria intensità. A uno di questi è riconducibile la cosiddetta “estasi di Ostia”. Monica sente di aver raggiunto l’apice della sua vita e confessa al figlio: “Questa vita ormai non ha più nessuna attrattiva per me. Una sola speranza mi faceva desiderare di rimanere quaggiù: il vederti cristiano cattolico prima di morire. Il mio Dio mi ha soddisfatta ampiamente” Qualche giorno dopo Monica si ammalò e morì, il 27 Agosto del 387. Dagli scritti di Sant’Agostino: “Ho bevuto il nome di Gesù insieme al latte materno”. E alla madre rivelò: “Mi hai generato due volte: alla vita e alla fede”.
Le Parole della Fede: Preghiera
“Ciao Gesù ti voglio bene” Rivolgiamoci a Dio con semplicità e familiarità, come si parla a un grande amico, che mai ci abbandona; disponiamoci in dialogo con una spontaneità affettuosa per conoscerLo, sentirLo vicino e presente. Vorremmo sempre sapere dal Padre con precisione cosa andrebbe fatto. Non basta ricevere delle istruzioni; gli aiuti di Dio sono soprattutto affettivi, per il discernimento spirituale,per sciogliere dubbi e timori, per compiere nei semplici gesti della giornata ciò che è gradito a Dio. Temiamo che Dio ci chieda troppo? L’incontro con Lui è gioia e la preghiera è il respiro che dà senso ad ogni azione (Papa Francesco).