Santi Innocenti Martiri

di Enrica, Federica, Mara e Silvia

Il 28 dicembre si ricordano i Santi Innocenti Martiri, i bambini che a Betlemme di Giuda, furono barbaramente trucidati dall’empio re Erode, affinché, insieme ad essi, morisse anche il bambino Gesù che i Magi avevano adorato.

«Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: un grido è stato udito in Rama, un pianto ed un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più» (Mt 2, 15-18).

Ma Gesù bambino riuscì a scampare dalle mani dei crudeli, poiché un Angelo aveva detto in sogno a Giuseppe: «Levati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, perché Erode lo cerca per farlo morire».

Nel Loro dolore, che ci lacera il cuore, c’è la sofferenza di tutti i piccoli che subiscono l’egoismo degli adulti.

Nessuna pietà coglie Erode di fronte all’innocenza di quei piccoli, neppure all’udire il Loro grido e quello delle Loro madri in lacrime: più forte è l’odio contro Cristo e contro il Suo Regno.

Gli evangelisti, dunque, non descrivono il Natale come un rifugio immaginario in cui nascondersi di fronte alle sfide ed alle ingiustizie del tempo.

Al contrario, ci annunciano la nascita del Figlio di Dio avvolta anch’essa in una tragedia di dolore, quella dei Santi Innocenti.

«Contemplare il Presepe è anche contemplare questo pianto, è anche imparare ad ascoltare ciò che accade intorno ed avere un cuore sensibile e aperto al dolore del prossimo, specialmente quando si tratta di bambini. Contemplare il Presepio isolandolo dalla vita che lo circonda, sarebbe fare della Natività una bella favola che susciterebbe in noi buoni sentimenti ma ci priverebbe della forza creatrice che Gesù ci vuole donare» (Papa Francesco).

Domandiamo il coraggio di proteggere l’innocenza dei bambini e la Vita, sempre, dai nuovi Erode: lavoro clandestino, schiavitù, prostituzione, aborto, guerre e così via.

Desideriamo e domandiamo, quindi, di essere come San Giuseppe che ascoltò la voce di Dio e la missione che il Padre gli affidava: prese il Bambino e fuggi, salvandolo, così salvando la vera Gioia!

Le Parole della Fede: il Dolore Innocente

Perchè il dolore innocente?

Cosa rispondere a chi dice che Dio non esiste perché non può essere così ingiusto da lasciar soffrire i più piccoli e gli indifesi?

Lo gridiamo anche noi, ogni qual volta la prova e il dolore entrano nella nostra vita, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità.

Non spaventiamoci, lasciamo che il nostro gemito salga al cielo come preghiera.

Il dolore innocente è la sfida più profonda alla fede ed alla ragione e la fede cristiana ci sostiene nella speranza che, in modo misterioso ma reale, le lacrime e le sofferenze degli innocenti non siano inutili né assurde.

Le prove ed i dolori, che sperimentiamo lungo la nostra esistenza, non sono castighi di Dio, ma dimensioni che appartengono a questa vita mortale, segnata dal limite e dal male.

Ed io, come cerco concretamente di impedire od alleviare la sofferenza degli innocenti e dei più deboli e di aiutare cristianamente chi soffre, a portare il proprio dolore?