…Ad un mondo migliore si contribuisce soltanto facendo il bene adesso e in prima persona, con passione e ovunque ce ne sia la possibilità…
Benedetto XVI – Deus Caritas est
Sentimentalismo, volere bene e fare del bene perché se ne ha voglia. Moralismo, volerlo fare perché si deve.
Desiderio di apparire, di figurare, che fa sorgere la domanda se la carità sia dettata da un vero interesse verso colui a cui il nostro gesto di amore è rivolto o piuttosto da un egoismo evidente. Non riuscendo a trovare le parole per definire la il bisogno di fare del bene, l’atto di essere strumenti della Carità, ho preso in “prestito” questo articolo pubblicato dalla Caritas di Biella, spunti di riflessione per far nascere la necessità di essere portatori di Bene.
«Ci è mai capitato di vedere il Bene all’opera?
Un Bene fatto di cose semplici o grandi rivelazioni ma che, nella nostra vita, ci ha guarito. Un bene che guarisce relazioni, rapporti, cuori, situazioni, famiglie, intere comunità. Se nei nostri tempi così stretti, fossimo capaci di fermarci un momento, dedicandocelo, pensando a noi, ne beneficeremmo sicuramente.
Pensare a cosa? Raccontiamoci di quella volta in cui abbiamo visto il potere della guarigione del bene, fatto o ricevuto, intorno a noi. Qui si aprirebbero mille porte, qualche cassetto della memoria in cui abbiamo racchiuso il Bene visto e sperimentato. Scopriremmo che intorno a noi c’è, continuamente e costantemente; che aiuta, che ci rende persone migliori, in questa società dove SEMBRA che il bene non ci sia più.
Eppure le persone che ci credono, che lottano, che lo difendono, sono davvero tante, molte di più di ciò che immaginiamo. Infinite sfaccettature di Bene nelle nostre vite così frenetiche, in cui sembra che l’ombra e la fatica siano gli elementi dominanti.
Non importa se il Bene l’abbiamo fatto o l’abbiamo ricevuto, se l’abbiamo visto o solamente inseguito; ciò che realmente conta è riconoscerlo, preservarlo, coltivarlo, difenderlo e diffonderlo. Allora sì che sarà un bel contagio. Il Bene unisce, catalizza, fa germogliare amicizie, relazioni, comunità nelle associazioni, nei luoghi di lavoro e nelle società. Allora ecco che si inserisce il secondo pensiero: quanto è importante la speranza. Come possiamo difendere concretamente questo bene, per proteggerlo e usarlo come medicina? Quali sono i passi concreti che possiamo attuare?
Lasciamo parlare il cuore, lasciamoci consigliare, abbandoniamoci a quella fede, fondata sul bene, sull’amore di Dio, verso di noi, verso gli altri, chiedendo allo Spirito che è il bene per eccellenza, di contagiare e essere contagiati nello stesso momento».
(Massimo Negro e Fabrizio Mosca)