Incontro con Padre Damiano Puccini
Padre Damiano Puccini, originario di Pisa e membro del clero maronita, risiede da 19 anni in Libano dove è vice parroco a Mechmech e Lehfed nella diocesi di Byblos: martedì sera 14 giugno, ha reso la sua testimonianza nella chiesa parrocchiale di Magnago.
Il Libano è un piccolo paese nel Vicino Oriente, tra il mar Mediterraneo e montagne alte fino a 3000 metri, confinante con la Siria e la Palestina. In questa terra, dove hanno abitato i Fenici, san Marco Evangelista è stato vescovo predicando e suscitando numerosi cristiani: dal 400 i cristiani cattolici del Libano sono detti maroniti, dall’anacoreta Marone. Il 24 luglio i maroniti festeggiano San Charbel, considerato il padre Pio libanese.
Lo Stato libanese nasce nel 1920, dopo l’intervento militare della Francia a Beirut. Nel 1926 si costituisce una complessa struttura istituzionale a base parlamentare nella quale il presidente deve essere un cristiano e i seggi parlamentari e gli incarichi politici devono essere ripartiti tra cristiani maroniti, mussulmani sunniti e mussulmani sciiti, in quote fisse.
Il Libano ha circa quattro milioni di abitanti ma a partire dalla guerra in Iraq, registra la presenza di quasi due milioni di rifugiati: uomini, donne e bambini, che vivono al di sotto della soglia di povertà. Sono soprattutto i cristiani a fuggire dalle loro terre e a lasciare le loro case, perché purtroppo i soprusi contro di loro non fanno notizia. “Se si vuole conoscere la realtà dei Paesi coinvolti nei conflitti, non si devono ascoltare i notiziari ma cercare la voce dei loro vescovi”. In Libano l’inflazione è così alta che non consente di acquistare i generi di prima necessità. Anche le sanzioni adottate verso il Libano da parte dell’Europa, non sono risolutive ma strozzano l’economia di tutti, soprattutto dei più poveri.
A Damour, a 25km da Beirut, Padre Damiano insieme a un gruppo di volontari libanesi dell’Associazione “Oui pour la vie”, sostiene i profughi della zona distribuendo ogni giorno 400 pasti e sostegno sanitario. A chi cerca di fomentare la rivolta Padre Damiano risponde che la guerra non porta alcun bene, che occorre incontrare le persone reali e condividere i loro bisogni: “di fronte al palestinese, al musulmano, bisogna chiedersi: Gesù come ci guarda?”. “I volontari coinvolgono i poveri nella loro opera e scoprono che i più generosi e i più attenti a chi ha bisogno sono proprio quelli che hanno di meno. La beneficenza possono farla tutti, ma se non cambia la mia vita non serve.”
Padre Damiano ricorda la strage del 1976, a Damour: i cristiani rifugiati in chiesa pregavano per coloro che li avrebbero uccisi. “E’ la preghiera e il perdono che portano alla pace, così aiutando i poveri, i poveri aiutano te. Ci sono tanti cristiani che aiutano chi occupa la casa che prima era loro e questo crea stupore e apre i cuori.” Come più volte si è espresso san Giovanni Paolo II, “il Libano, con la sua costituzione parlamentare” e la fantasia della carità dei cristiani, “può essere realmente modello, per tutti gli Stati, di convivenza pacifica tra religioni diverse”.
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