Basta. L’amore che salva e il male insopportabile

di Don Alessandro

La proposta pastorale è l’anno liturgico che celebra la Pasqua di Gesù”: come ogni anno il nostro Arcivescovo ci ricorda che la vita cristiana ha il suo culmine e la sua fonte nella celebrazione comunitaria e in particolare nella celebrazione eucaristica festiva che ci vede radunati nel nome di Gesù. Quanto siamo consapevoli di questa grazia e di questa possibilità? Quanto portiamo la nostra vita nella liturgia e quanto la liturgia “converte” la nostra vita? Ripercorrere il mistero della vita e della missione di Gesù deve condurci a formare una coscienza che sia sempre più cristiana e sempre meno mondana, capace cioè di discernere il Bene dal Male per aderire ai progetti del primo e condannare ed eliminare le tentazioni del secondo.

Questo lo possiamo fare solo insieme: la coscienza cristiana non è solo personale ma diventa comunitaria quando si condivide la stessa fede nel Signore Gesù, ci si lascia ammaestrare dalla sua Parola che arricchisce la nostra umanità, facendola più simile a quella piena di Gesù, e crea quella comunione capace di discernimento e condivisione delle scelte passando dal “secondo me” al “decidiamo insieme”. Ricordiamocelo: crediamo nella Chiesa Cattolica che significa “universale”, cioè aperta e ricca perché formata da tante persone, paesi, culture differenti.

L’Arcivescovo ci ricorda poi che ci stiamo preparando a vivere il Giubileo del 2025 e ci invita a riscoprire la radice spirituale e profonda di questa ricorrenza: sta nella Scrittura e nel racconto di Dio che cammina con l’uomo e il suo popolo, donando l’indicazione di lasciare riposare la terra e condonare i debiti come forma di giustizia divina (che non assomiglia a quella umana che “puzza” il più delle volte di vendetta…): il nostro Pastore ci suggerisce di dedicare del tempo ad una verifica del cammino pastorale che stiamo compiendo rinunciando a congestionare i nostri calendari per prendere il giusto tempo per far “decantare” le opere e il bene che si sta compiendo e così rendere grazie, chiedere perdono e continuare con fiducia nella Provvidenza e nell’opera dello Spirito. Questo vale anche per i nostri personali cammini di fede: a che punto siamo nel nostro rapporto con il Signore?

Ma la radice del peccato, purtroppo, è la fonte di ogni divisione e di ogni scelta anche del potere che porta alla guerra e alla sua diffusione nel mondo: l’Arcivescovo ci invita a pregare per la pace, riscoprire la grazia del sacramento della riconciliazione celebrato comunitariamente, essere operatori di pace, sostenere l’opera degli studiosi, formare uomini e donne che si assumano la responsabilità anche politica e amministrativa di porre atti di pace e riconciliazione, approfittare di una informazione corretta che lasci spazio alle voci di tutti, soprattutto delle vittime.

Infine l’Arcivescovo Mario ricorda che la nostra Chiesa ha intrapreso con decisione la direzione dell’Annuncio, della Missione e della Sinodalità: la nostra Comunità Pastorale ha avuto un tempo preciso di ascolto e di discernimento nella elaborazione del Progetto Pastorale che sempre va tenuto sott’occhio perché, frutto del confronto di tanti, sia la nostra bussola per orientare il nostro impegno e la nostra testimonianza proprio in ordine alla comunione e alla missione, le due grandi direttrici che ci siamo dati per essere Chiesa viva, Chiesa testimone, Chiesa missionaria.

P.s.: tutto il materiale del confronto, così come il Progetto Pastorale, lo potete trovare sul sito della Comunità Pastorale.