Tag: La Vela – Marzo 2022

San Giuseppe: protettore di tutti i papà

Si celebra il 19 marzo.

L’Anno dedicato a san Giuseppe e conclusosi l’8 dicembre 2021 è stato indetto da Papa Francesco proprio perchè “Il mondo ha bisogno di Padri”.

Il Nuovo Testamento non ci dice molto di Lui.

Ne parlano solo i due Vangeli, Matteo e Luca, che riferiscono episodi legati al periodo che va dal Suo fidanzamento con Maria ai primi anni di vita del Bambino, fino al suo ritrovamento tra i Dottori del Tempio di Gerusalemme.

Da queste fonti possiamo dedurre che Giuseppe era originario di Betlemme, cittadina che abbandonò per andare ad abitare a Nazaret.

E’ un uomo che passa inosservato ma è l’uomo della presenza quotidiana discreta e protagonista senza pari nella storia della Salvezza.

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La cultura dell’amore

Il 26 marzo, si concluderà il Percorso in preparazione al Matrimonio cristiano, che ha visto la partecipazione di tredici coppie di bellissimi Fidanzati.

Si apre ora, con il sacramento del Matrimonio, il cammino di una vita insieme, il Per Sempre che il cuore di ciascuno desidera e che è davvero possibile.

Eccoli sorridenti in questa fotografia artigianale ma, soprattutto, ecco le riflessioni che hanno scritto per noi, emerse dall’esperienza di questo Percorso insieme.

Riflessioni di grazia, che commuovono, scaldano il cuore ed aiutano tutti a tornare all’Origine, all’Essenziale dell’Amore, Bello e Vero!

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Siamo fatti per volare…

Liberamente tratto da un racconto di Bruno Ferrero

Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli al Maestro di Falconeria perché li addestrasse. Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato.”E l’altro?”chiese il re. “Mi dispiace sire, ma l’altro falco si comporta stranamente; forse è stato colpito da una malattia rara, che non siamo in grado di curare. Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo dell’ albero su cui è stato posato il primo giorno.

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Parrocchia di Magnago

San Michele Arcangelo in Magnago: il Settecento

I primi anni del 1700 segnano una svolta nella storia della Chiesa Parrocchiale, infatti da allora non si parla più di chiesa ristrutturata, ma di una nuova chiesa.

In un documento, redatto durante una visita pastorale, intitolato “Pro Ecclesia Parochiali S.ti Michaelis loci Magnaghi”, si legge tra l’altro: “…la chiesa è piccola, incapace di contenere tutto il popolo e si ha fiducia nell’operosità del Vs. Parroco Camillo Besana che ha fatto molte cose, e abbiamo visto i disegni per la nuova chiesa parrocchiale, con il materiale già predisposto per la costruzione… da questo momento diamo mandato al Vs. Parroco affinché si dia da fare per il detto edificio oltremodo necessario, vista la poca capienza dell’antica chiesa parrocchiale…”.

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«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1, 30)

Nei primi secoli non si festeggiava la Divina Incarnazione perché, ricorrendo il 25 marzo, cade durante la Quaresima, periodo nel quale non si potevano celebrare feste. Nel VI secolo si celebrava la Divina Maternità durante l’Avvento, come avviene ancora nel rito ambrosiano.
Il Concilio in Trullo (Costantinopoli, 692) stabilì che l’Annunciazione si celebrasse nel suo giorno corretto, anche se in Quaresima.

Dei quattro Vangeli canonici, solo quello di Luca parla dell’Annunciazione (Lc 1, 26-38), in cui si racconta come l’angelo Gabriele, apparso a Maria a Nazareth, le annunciò che sarebbe diventata, per virtù dello Spirito Santo, madre di Gesù.

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“Evangelii gaudium”: il suo schema, con alcune considerazioni

Continua la presentazione di “Evengelii gaudium”

Con i tre articoli precedenti ho presentato la parte introduttiva (EG 1-18) dell’esortazione apostolica di Papa Francesco sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale: consiglio di leggere il documento per esteso che potete trovare facilmente in rete.

Prima di continuarne la presentazione, vorrei dare qui alcune indicazioni circa la redazione di tale testo del magistero pontificio e il suo schema generale perché così diventerà facile seguirle la lettura continua e, soprattutto, un efficace confronto con la nostra vita di fede nella Chiesa.

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Russia e Ucraina: una speranza possibile?

Rosario per la pace in piazza a Varsavia

“La guerra è una pazzia”: così interviene Giovanna Parravicini, Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura, residente da oltre trent’anni a Mosca, ospite il 7 marzo a TV2000 nella trasmissione SOUL (per vedere l’incontro). Dalla Russia tante altre voci si alzano, di artisti famosi, del primo ballerino del Bolshoi, del più grande regista russo, di 150 scienziati, di scrittori e campioni russi dello sport, per manifestare il loro dissenso dalla guerra.

C’è speranza di fronte a tanto sangue versato, a tanto dolore, a tante lacrime?

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L’uomo è il peggior nemico dell’uomo

E se gli sparo in fronte o nel cuore
Soltanto il tempo avrà per morire
Ma il tempo a me resterà per vedere
Vedere gli occhi di un uomo che muore

Fabrizio De Andrè

Di nuovo la guerra: Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Siria, Gaza, Yemen, Somalia, sono solo alcuni luoghi dove sono precipitate bombe e morte dagli anni ’90 ad oggi. Ora l’Ucraina. Il mondo si ritrova arruolato in cinque giorni. Con il fiato sospeso osserviamo ciò che sta accadendo a causa di decisioni sanguinose e tristemente sbagliate.

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Anche Oggi è Pasqua!

Stavamo tirando tutti un sospiro di sollievo: dopo due anni intensi di sacrifici per la pandemia sembrava ormai prossimo un nuovo inizio, un ritornare alla “normalità”. Ma… ecco un altro flagello, forse ancora peggiore del primo: la Guerra in Ucraina. Cosa pensare?
Umanamente ci verrebbe da chiedere il perchè di tanta violenza e di tanto male. Il perchè Dio permetta tutto questo e perchè non fa nulla per cambiare le sorti dell’umanità.
Dopotutto Lui è Dio e potrebbe fare qualsiasi cosa. Perchè allora non fa nulla?
È vero! Anche Dio di fronte alla libertà dell’uomo e alla scelta dell’uomo di compiere il male non può nulla. Non può, perchè non vuole violare la nostra libertà. Non interviene per
amore! Sembra assurdo ma è così!
In realtà Dio ha già fatto qualcosa: è morto ed è risorto. Nella sua morte in croce ha condiviso con noi il dolore e il male umano e nella resurrezione ha vinto il male definitivamente.
Nella situazione attuale Dio è presente stando sulla Croce con noi, soffrendo compassionevolmente con noi. Non solo! Egli, oggi come allora, non interviene in modo diretto, scendendo dalla croce, ma indirettamente si rende presente e opera attraverso i suoi figli che hanno saputo accogliere il suo amore e lo testimoniano ogni giorno. In questi anni di pandemia abbiamo assistito a tante testimonianze di fede e di amore commoventi: la dedizione e la passione di tanti medici e infermieri che si sono presi cura dei malati.
Anche oggi, in questa situazione di guerra possiamo cogliere moltissimi segni di speranza e di amore che dicono quanto il Signore sia presente. La mobilitazione e la partecipazione di tante persone che hanno dato il proprio contributo e la propria disponibilità per aiutare i nostri fratelli ucraini sono un segno bellissimo di quel bene che avanza, germoglia e cresce nonostante il terreno arso e bruciato dal fuoco del male.
Purtroppo l’uomo si dimentica velocemente e non sa custodire la memoria del passato e torna a compiere scelte sbagliate e a macchiarsi di crimini scellerati.
Non è però la fine! L’umanità animata dallo Spirito del Signore può sempre risorgere. Può rialzarsi e continuare il cammino. La pandemia, la guerra non sono la fine di tutto ma solo il segno del limite umano che cede alla tentazione del maligno. Il cristiano, animato dalla luce della Pasqua sa sempre alzare lo sguardo e andare oltre.
Ripartiamo quindi animati dalla speranza e lasciamo crescere quei germogli di bene diffusi in mezzo a noi e… anche oggi sarà per tutti Pasqua!