“Padre nostro che sei nei cieli …dacci oggi il nostro Pane quotidiano … e non abbandonarci alla TENTAZIONE, ma liberaci dal MALE.”
Primo: superbia, secondo: invidia , terzo: ira … sicuramente sapremmo proseguire con i successivi numeri per completare la mappa dei VIZI CAPITALI. Dopo le pagine sulle virtù, propongo la concorrenza. Riporto una lezione introduttiva, in merito, del professore di religione Andrea Monda, anche scrittore e soprattutto divulgatore di cultura,“simpatico ed empatico”, coi giovani studenti.
I vizi capitali coinvolgono l’identità umana in tutte le direzioni e dimensioni. Superbia, invidia e ira trattano il rapporto con gli altri, il modo “viziato” con cui si può entrare in relazione col prossimo; avidità, gola e lussuria, trattano il rapporto coi beni, con le cose “buone, utili, funzionali” come soldi, cibo, sessualità o affettività, l’impatto peggiore che potremmo avere con le cose fino all’insaziabilità; l’accidia, tratta il rapporto col mondo, la consapevole ritirata dalla partecipazione alla sfida per rispondere ai bisogni e allo sviluppo del mondo.
San Tommaso chiama i vizi “Capitani che comandano eserciti”; ogni cosa dipende da un’altra, cioè è effetto di una causa, così come ogni vizio ne genera o ne comprende altri. I vizi sono radicati nella nostra cultura generale, nel linguaggio di oggi (come in quello di ieri, d’altronde)e contengono una grande verità: sono un profilo preciso del male; sono l’identikit dei maggiori problemi dell’uomo. Chi ha elaborato tale “griglia” se ne intendeva dell’uomo e degli uomini; ha puntato i riflettori sul mistero del male e lo ha vivisezionato, (vi invito a scoprire chi ha elaborato questa mappa dei vizi, come me, ne rimarrete sorpresi!)Di fronte al male l’uomo ha un comportamento ambiguo . L’uomo, è orientato verso il bene, ma i risultati spesso sono anche negativi o addirittura malvagi. In genere l’uomo cerca di andare verso il bene, ma spesso cade nel vizio quando la ricerca del bene viene condotta in maniera smisurata. Com’è la ricerca disordinata del bene? Desiderare le cose buone, va bene, ricercare una cosa buona per se stessi, va bene, ma se questa cosa è considerata l’unico bene da raggiungere a scapito di tutti gli altri beni, si incappa nel male. Il male nasce dal fatto che il bene che si ricerca è assolutizzato a scapito di tanti beni che invece devono coesistere e rimanere insieme armonicamente. Esempio: rincorrere unicamente i soldi, induce a scartare altri nobili obiettivi e valori. Il primo effetto del vizio è la dipendenza, la perdita della libertà, la disumanizzazione. Assolutizzare un bene significa cadere nell’idolatria, nella venerazione di qualcosa o qualcuno, di un altro dio. Allora bisogna equipaggiarsi, con l’aiuto del Padre nostro, per fare un lavaggio morale e spirituale. Inserisco alcune citazioni, che ho trovato interessanti come meditazioni.
Prima: San Paolo ai romani(7, 1-25).
“… infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.”
C’è nell’uomo il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo.
Seconda: dallo scrittore Kieslowski” Essi (in questo caso i vizi) riassumono l’intera esistenza, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere: li disattendiamo, eppure tutti ci riconosciamo in essi.” Tutti sappiamo che sono sbagliati, ma li commettiamo. Questa dicotomia tra cercare l’ideale che vorremmo essere e scontrarsi coi propri limiti, il combattimento tra virtù e vizio non deve lasciarci nello sgomento perpetuo.
Desiderare di essere diversi, constatare di essere inciampati in un vizio e ritrovare persone, modi, luoghi giusti che concorrano ad aiutarci a raddrizzare quel passo storto, è già l’inizio di un cammino virtuoso. Prestare attenzione tra l’ideale e il limite, tra vizio e virtù, sapere cosa “lavare via” , di cosa ripulirsi, significa cominciare a risollevarsi dal vizio in cui si è caduti e afferrare la corrispondente virtù. Resistere alla tendenza verso l’abbruttimento è ciò che da valore alla vita “ … fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” (Dante) L’uomo è stato creato da Dio per reagire a processi di corruzione, per combattere ruggine e polvere morale e spirituale che si fanno sopra di lui. La battaglia contro il vizio rende la vita degna di essere vissuta; la bellezza della vita è anche la tensione di lottare contro l’inevitabile; tutto costa fatica, la fatica dona sapore alla vita e nella fatica, nella debolezza , nella fragilità c’è e si riconosce la forza di Dio.