Le lenzuola di don Checchi

di Ileana

È per un debito di riconoscenza e gratitudine che guardiamo alle persone del passato che hanno testimoniato come la vita vissuta in Cristo, pur nelle difficoltà, è buona e ricca di bellezza. Don Francesco Checchi è una di queste persone.

Nato a Gallarate il 24 settembre 1875 e consacrato sacerdote l’8 maggio 1899, don Francesco Checchi diventa parroco di Magnago nel 1913 fino al 1957. Sono anni in cui comincia la trasformazione del lavoro agricolo con l’uso di macchine e nascono le prime fabbriche: la Chiesa si coinvolge, accompagnando le persone con fede e intelligenza a promuovere la cultura della solidarietà e della fraternità. Nascono così, in molti paesi della nostra zona, le leghe cooperative, le casse rurali, le società di mutuo soccorso, le scuole e gli asili. In particolare a Magnago don Checchi fonda la società di Mutuo Soccorso che acquista merci e prodotti per l’agricoltura a buon prezzo, ottiene lotti di terreno e case popolari da affittare ai soci, promuove una educazione morale e intellettuale.

Don Checchi costituisce anche la “Società anonima di San Michele e San Gaetano per la trebbiatura del grano”, attraverso la quale i magnaghesi acquistano una trebbiatrice e uno svettatoio con maggiore resa della produzione e risparmio di tempo.

Intanto don Checchi dà avvio alla ristrutturazione e all’ampliamento della chiesa parrocchiale, alla costruzione del nuovo campanile, all’acquisto dell’area da adibire a oratorio. Alla fine della prima guerra mondiale fa costruire una cappella all’interno del cimitero per onorare i caduti.

Visita di S.E. il Cardinale Schuster Arcivescovo di Milano alla Cappella di Vanzaghello il 6 giugno 1939

La sua iniziativa ha lasciato in eredità, oltre alle opere, la fede nel Signore e la fiducia nella positività della vita. Questo è il motivo per cui abbiamo intitolato a don Francesco Checchi il nostro Centro Culturale, desiderando imparare da lui la passione per l’uomo e l testimonianza dell’amore di Dio per noi. A dare nuovo entusiasmo alla nostra presenza in paese è successo un fatto: una nipote di don Checchi ci ha fatto sapere che un sacerdote milanese donava al nostro Centro Culturale le lenzuola in cui aveva dormito il cardinal Schuster il 6 giugno 1939. Nel corso della visita pastorale in cui aveva inaugurato la cappella del parco Treccani a Magnago, il cardinale si era fermato nella casa Parrocchiale, ospite del parroco don Checchi. Le lenzuola, giunte a noi smacchiate, recavano delle macchie di sangue del Beato Cardinal Schuster dovute alle ferite causate dal cilicio che era solito indossare.

Le lenzuola sono ora conservate nella teca posta nella cappella del Crocifisso a destra dell’altare maggiore della nostra Chiesa, segno di una storia che ci sostiene e chiede alla nostra responsabilità di continuare.