Il rischio sottolineato più volte dal Papa è quello di annunciare un messaggio “mutilato” dei sui aspetti principali a causa della velocità dei media odierni: non è affatto scontato il “nucleo evangelico!”. La proposta deve essere semplice, essenziale, bella, grande, attraente e necessario; insomma la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto. “Le opere di amore al prossimo sono la manifestazione esterna più perfetta della grazia interiore dello Spirito: “L’elemento principale della nuova legge è la grazia dello Spirito Santo, che si manifesta nella fede che agisce per mezzo dell’amore” (Summa Theologiae, I-II, q. 108, art. 1)”” (EG 37). Insomma, quando si annuncia il vangelo e si propone la fede bisogna che ci sia un’adeguata proporzione dei temi e che ci sia una presentazione organica delle virtù senza che nessuna verità venga negata: “Il Vangelo invita prima di tutto a rispondere al Dio che ci ama e che ci salva, riconoscendolo negli altri e uscendo da se stessi per cercare il bene di tutti” (EG 39).
Dobbiamo tener conto che questa missione si incarna nei limiti umani: il contributo degli esegeti, della teologia e delle scienze umane (psicologia, sociologia…) matura il giudizio della Chiesa. Ma attenzione! “A quanti sognano una dottrina monolitica difesa da tutti senza sfumature, ciò può sembrare un’imperfetta dispersione. Ma la realtà è che tale varietà aiuta a manifestare e sviluppare meglio i diversi aspetti dell’inesauribile ricchezza del Vangelo” (EG 40). Dunque non possiamo prescindere dalla inevitabile fatica della realtà complessa che viviamo; lo stesso Giovanni Paolo II affermava: “l’espressione della verità può essere multiforme, e il rinnovamento delle forme di espressione si rende necessario per trasmettere all’uomo di oggi il messaggio evangelico nel suo immutabile significato (Un unun sint, 25 maggio 1995, 19)” (EG 41). Ci ricorda lo stesso Papa Francesco che “La fede conserva sempre un aspetto di croce, qualche oscurità che non toglie fermezza alla sua adesione” (EG 42); “Allo stesso modo, ci sono norme o precetti ecclesiali che possono essere stati molto efficaci in altre epoche, ma che non hanno più la stessa forza educativa come canali di vita” (EG 43); “A tutti deve giungere la consolazione e lo stimolo dell’amore salvifico di Dio, che opera misteriosamente in ogni persona, al di là dei suoi difetti e delle sue cadute” (EG 44); “Un cuore missionario è consapevole dei questi limiti e si fa “debole con i deboli (…) tutto per tutti (1Cor 9,22)”. mai si chiude, mai si ripiega sulle proprie sicurezze, mai opta per la rigidità autodifensiva. Sa che egli stesso deve crescere nella comprensione del Vangelo e nel discernimento dei sentieri dello Spirito, e allora non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada” (EG 45).