Il tuo volto, Signore, io cerco (Sal 27, 8)

Icona Volto di Cristo

“Dio si è fatto carne e la carne è diventata realmente abitazione di Dio, la cui gloria rifulge nel volto umano di Cristo” (Benedetto XVI).

L’umano desiderio di vedere il volto di Dio – «Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe» (Sal 24, 6) – si realizza in Gesù: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14, 9).

Infatti «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18).

Nel volto di Gesù, il più bello tra i figli dell’uomo (Sal 45,3), possiamo ammirare la bellezza del volto di Dio; le icone sono quindi memoria della vicinanza di Dio.

Le immagini di riferimento dell’icona donata come benvenuto a don Alessandro dalla Parrocchia di Magnago sono tre: l’icona a encausto di Gesù Pantocratore (VI sec.) e un affresco absidale di Cristo Pantocratore nel Monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai; un affresco di Gesù della chiesa della Dormizione nella città-monastero rupestre di Vardzia, Georgia (XII sec.).

Nel IV secolo inizia a diffondersi l’immagine di Cristo così come la conosciamo: volto ovale, capelli lunghi con la scriminatura al centro e barba.

Il viso è frontale, ma non simmetrico perché leggermente voltato: il movimento, anche se minimo, fa sì che l’immagine non risulti statica. Il naso lungo e fine sottolinea la nobiltà. La bocca è piccola e fine in modo che non ci sia alcun riferimento alle passioni umane: «sulle tue labbra è diffusa la grazia» (Sal 45,3).

Gli occhi sono aperti, grandi e accentuati dall’arcata sopraccigliare: lo sguardo è ciò verso cui converge tutta l’immagine, è solenne e accogliente.

Le icone ci osservano, ma non ci fissano. A seconda di come noi veniamo guardati, poi noi guardiamo: si crea così un dialogo tra il soggetto rappresentato con chi lo guarda.

Su una base verde salvia sono stati fatti degli schiarimenti con giallo e bianco e sono state date delle velature con un mix di giallo, verde e rosso, per la barba e i capelli sono state date delle velature di marrone e fatti degli schiarimenti: queste fasi sono state ripetute più volte diminuendo l’ampiezza delle zone chiare. Sono state ripassate le grafie (linee degli occhi, naso, capelli, ecc.).

Vi sono dei tratti luminosi posti sulle parti in rilievo, cioè zigomi, naso, fronte e capelli, perché le persone rappresentate nelle icone sono già immerse nella luce divina e gloriosa: possiamo così contemplare il ricordo del volto trasfigurato di Cristo, lo splendore del volto di Dio che ci salva per la sua misericordia (cfr. Sal 31,17) e ci benedice.

Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Nm 6, 25