Quanto più frequentemente queste immagini sono contemplate, tanto più quelli che le contemplano sono innalzati al ricordo e al desiderio dei modelli originari (Concilio di Nicea II).
Il Natale di Cristo si festeggiava già nel IV secolo a Betlemme, diffondendosi nell’impero romano. I Romani scelsero il giorno della festa romana del Sol Invictus, sostituendola per celebrare il vero sole di giustizia, «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1, 9).
Anche la raffigurazione della Natività è nata nei primi secoli per svilupparsi in quella che conosciamo ora. Si possono vedere esempi antichi sul Sarcofago di Stilicone nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, sulle ampolle dei pellegrini conservate a Monza o sulla cattedra vescovile di Massimiano conservata a Ravenna.
Oltre a quanto descritto nel Vangelo, sono inseriti anche particolari derivanti dagli apocrifi o simbolici.
Il cuore dell’icona è composto dalla Madre di Dio con accanto Gesù Bambino avvolto in fasce nella mangiatoia davanti all’ingresso della grotta. Giuseppe è più o meno vicino, a seconda del tipo di raffigurazione. E’ sempre presente la luce, spesso sotto forma di un raggio che dalla stella nel cielo si posa su Gesù.
La grotta rappresenta gli inferi, come nella Discesa agli Inferi, prefigurando la vittoria pasquale. Su questo sfondo scuro e tenebroso si staglia il Bambino illuminato dalla luce celeste: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta (Gv 1, 4-5).
Il raggio di luce, unendo cielo, terra e mondo sotterraneo, indica che tutto il cosmo è coinvolto nel cambiamento che comporta la natività di Cristo.
Il raggio luminoso comprende la stella che guida i Magi e talvolta si divide in tre rami ricordando la partecipazione di tutta la Trinità alla teofania (rivelazione divina) dell’Incarnazione.
Le fasce bianche e la mangiatoia simile a un sepolcro fanno riferimento alla futura Passione del Signore e sottolineano il legame tra l’Incarnazione e la Croce.
«Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte,e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1, 78-79).
Nella contemplazione della Natività, visione radiosa che ricorda l’immenso amore di Dio, il pensiero va così alle parole del Vangelo:
«E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità».
(Gv 1, 14)