L’educazione dei giovani in oratorio

di Antonio

Le lezioni dei “coadiutori” dal 1914 al 1974

L’oratorio è un ambiente educativo, e svolgere il servizio in oratorio comporta il sapere declinare la propria azione tenendo conto di diverse età della vita. L’oratorio non è solo un luogo di aggregazione e di divertimento, ma anche un ambiente dove poter sperimentare una vita buona, una vita nuova che nasce dall’insegnamento di Gesù e del Vangelo. L’oratorio mostra ciò che accomuna e ciò che differenzia, dal punto di vista della proposta educativa, i ragazzi, i giovani e gli adulti che “abitano” l’oratorio. Questi sono chiamati a compiere una “missione” che possa rendere l’oratorio ancora più ospitale nei confronti di tutti i ragazzi e ragazze, che così possono essere accolti “senza muri”. L’oratorio non chiede solo collaborazione tra gli educatori, ma la creazione di legami con le famiglie. Il “conduttore” dell’oratorio, da tempi remoti, era sempre stato il coadiutore del parroco; è lui che, con gli educatori e seguendo le direttive del parroco animano, coinvolgono e soprattutto Educano i giovani.

Ripercorriamo brevemente la storia di 60 anni di “assistenti” ed Educatori dell’Oratorio di Magnago, dal 1914 al 1974.

► Il 26 luglio 1914 arrivò a Magnago Don Umberto Maderna.
Fece istruzione ai chie­richetti, organizzò la scuola serale, animò l’oratorio, fondò nel 1920 con Don Francesco Checchi, il Corpo Musicale Santa Cecilia. La Sua attività si moltiplicò durante il periodo della prima guerra mondiale. Egli ascoltava, e per tutti aveva parole di con­forto, capaci di far tornare in volti provati dal dolore la serenità e la speranza. Magnago non lo ha mai dimenticato.

► A Don Umberto successe Don Mario Belloli; con la Sua cordialità fece subito breccia nel cuore dei giovani e degli adulti. Cultore di musica e dotato di una voce melodiosa istituì la «Schola Cantorum». Ampliò il Corpo Musicale e incrementò l’Oratorio Maschile, il Suo vero ambiente, dove rimaneva la maggior parte del giorno. Riorganizzò la compagnia teatrale e fece rappre­sentare innumerevoli lavori in prosa e in canto. Don Mario portò a Magnago l’allegria e fece amare ai giovani la musica e il canto.

► La Sua eredità venne raccolta da Don Giuseppe Cattaneo. Rimase poco a Magnago, tuttavia seppe gettare altro seme nei solchi già tracciati e preparare una bella schiera di giovani dalla salda coscienza cristiana, che diventarono riferimenti in mezzo agli altri fedeli.

► Dopo Don Giuseppe Cattaneo arrivò Don Angelo Gornati. Arrivò quando la modernità chiedeva in paese delle novità. Ra­dunò i giovani e con questi lavorò perché la gioventù magnaghese non si sbandasse. Egli agiva in silenzio ed in umiltà ma aiutava, si privava del suo senza mai chiedere e senza alcuna pretesa di rico­noscenza. La sua casa mo­desta era aperta a tutti, i giovani la fre­quentavano volentieri e liberamente. Animò il Corpo Musicale, riformò la compagnia teatrale e poiché si sentiva la mancanza di un cinema sonoro, vi installò nel salone dell’Oratorio un nuovissimo impianto, fece costruire una balconata corredandola di comode poltroncine. Fu nominato parroco di Tornavento nel 1942.

► Don Silvio Coira venne a Magnago nel 1942, tanto giovane ed in momenti più grandi di Lui. La seconda guerra mondiale era scoppiata: annientò il Corpo Musicale e sfaldò la forte schiera dei giovani dell’Oratorio portandoli via dalle famiglie. Don Silvio raccolse i giovani rimasti a casa, intrecciò con i militari una intensa corrispondenza, sicuro di riaverli al loro ritorno. Assistette i padri, le madri e le spose private dei loro uomini. La sua casa divenne di tutti e come Don Bosco si privò di tutto per sostenere chi era stato colpito più duramente dalla guerra. Durante il periodo dell’occupazione dei nazi-fascisti aveva soccorso e dato asilo a molti partigiani, quasi dirigendone il movimento; si pose tra loro come moderatore ad impedire che venissero compiute altre ingiustizie. Si adoperò perché alla popolazione non mancasse il necessario e a Lui si deve se questa, in momenti difficili, poté sfamarsi con il principale alimento: il pane. Fu nominato parroco di Basiglio nel 1948.

► Don Giuseppe Morandi giunse a Magnago nel 1949, giovane ed un po’ inesperto, aveva buon senso e soprattutto tanto rispetto del Parroco. Anche Lui, come i Suoi prede­cessori, alla scuola di Don Francesco Checchi mae­stro di civiltà e di bontà, sempre vigile e attento, Don Giuseppe im­parò il segreto della conquista dei giovani e a dare tutto perché sentano sempre più in mezzo ad essi il regno di Dio. Lasciò la parrocchia nel 1959.

► Nel luglio del 1959 il cardinale Giovanni Battista Montini, assegnò a Magnago il novello sacerdote don Viniero Roncarati, per la cura dei giovani. Presso la nostra parrocchia rimarrà per nove anni. In quegli anni raccoglie molti giovani, che in oratorio trovano ragazzi “più anziani” e anche alcuni adulti, che li assistono nella preghiera e nelle varie attività. Tra le tante altre cose Don Viniero ideò le “Oratoriadi”, le Olimpiadi dell’Oratorio, con gare di corsa, salti, calcetto ecc., ai quali tutti i ragazzi partecipavano festosamente. Don Viniero lasciò la parrocchia nel giugno 1968 per Oggiono.

► Nel 1971 venne assegnato all’oratorio Paolo Pessina, Diacono non ancora nominato sacerdote, ma per tutti i ragazzi era il “Don”. “Don” Paolo mise a disposizione le sue capacità per organizzare attività per i ragazzi, “animando e condividendo” il tempo libero, favorendo una cultura dello stare assieme secondo i valori cristiani. Tra le altre cose promosse il “Giornalino dell’Oratorio Feriale”, invitando i ragazzi a scrivere degli articoli e chiedere ad altri coetanei di fare altrettanto: l’approccio positivo allo sport, consigli di lettura e i resoconti delle attività dell’oratorio. Promosse le prime Fiaccole Votive. “Don” Paolo lasciò Magnago nel 1974 per Cannobio.