Dopo il terremoto in Turchia e Siria…

di Lucio e Lorenza
Questa è la parrocchia di Aleppo che il gruppo missionario sostiene

Un mese dopo i devastanti terremoti che hanno colpito Siria e Turchia, in cui hanno perso la vita più di 50mila persone e più di 100mila sono rimaste ferite, migliaia di famiglie vivono ancora in rifugi temporanei e faticano a procurarsi cibo e altri beni essenziali.

I terremoti del 6 e del 20 febbraio hanno colpito 24,4 milioni di persone, tra cui 6,2 milioni di bambine e bambini.

Ecco una lettera di testimonianza e informazione che i nostri Luigi Magnoli e Betty hanno ricevuto a metà febbraio da fr. Bahjat Karakach:

Fratelli e sorelle in Cristo,

ad Aleppo, che si sta svegliando al decimo giorno dal grande disastro che ha subito, la situazione rimane volatile.

Un gran numero di famiglie sono ancora sfollate in attesa di ritornare nelle proprie case, anche se hanno paura che ritorni il terremoto o che le loro case possano crollare. È vero che la paura è stato il fantasma che ci ha accompagnato durante la prima settimana, ma ora l’ansia sta prendendo il sopravvento.

Genitori senza più nulla si chiedono cosa attende loro e i loro bambini, vivendo senza alcuna assicurazione su cosa il futuro riserverà.

La gente di Aleppo ha sofferto la fame, la povertà e l’instabilità economica negli ultimi 12 anni.

Adesso il terremoto ha colpito inaspettatamente rubando loro l’unico posto che li faceva sentire sicuri: la loro casa. Molte case sono state distrutte, e la maggioranza ha avuto danni importanti. È diventato quasi impossibile per la gente di Aleppo vivere una vita senza paura o ansia.

La Chiesa sta continuando il lavoro di accoglienza dei rifugiati in Centri dedicati, dove vengono loro offerte stanze private e quindi un po’ di privacy. A loro vengono offerti pasti quotidiani e alloggi riscaldati.

Stiamo facendo ulteriori sforzi per organizzare con professionisti in ingegneria visite alle case e valutarne le condizioni di agibilità. Nel caso in cui siano necessarie solo minime riparazioni, i nostri volontari sono pronti per aiutare a riparare i danni in modo che le famiglie rifugiate possano tornare nelle proprie case. In ogni caso per le case che necessitano riparazioni importanti assicureremo l’alloggio alle famiglie fino a quando la loro casa sarà nuovamente abitabile.

La situazione qui è tragica, è veramente una catastrofe. L’impegno per guarire i cuori, aggiustare le case e consolare le menti richiede forza, supporto perseveranza, speranza e non c’è dubbio che Dio ce lo garantirà. Il vostro sostegno, mano nella mano, durante questo tempo difficile è la prova più grande dell’amore e cura di Dio.

Il processo di ricostruzione sarà lungo e difficile, ma noi confidiamo nella forza di Dio.

“Se il Signore non costruisce la città, invano lavora chi la costruisce” (Salmo 127:1).

Dio vi benedica.

Aleppo, 16.2.2023
fr. Bahjat Karakach ofm.