Stanno per arrivare le vacanze che tanto abbiamo desiderato, dopo un anno in cui la fretta ha segnato le nostre giornate, i nostri spostamenti, forse anche le nostre scelte, possiamo finalmente riprendere fiato. Magari le abbiamo programmate mesi fa, sappiamo che potremmo alzarci più tardi e che finalmente potremo fare solo ciò che realmente desideriamo. La verità è che per quanto aspettiamo le vacanze per fuggire dallo studio, dal lavoro, dai colleghi e da coloro che in qualche misura siamo costretti a sopportare, abbiamo ancora bisogno delle persone. Abbiamo bisogno di Amare e di sentirci Amati.
Queste vacanze potrebbero offrircene l’occasione, tutto dipende da noi…
«Ritorna l’estate, ci avvolge con i suoi ritmi, i suoi riti, i suoi desideri, per liberarci della fatica del lungo inverno, l’opportunità di un tempo che, chiamato “libero” ci incatena ad una infinità di abitudini e svuota di senso, di scopo e di significato le diverse opportunità che invece questo tempo può offrirci.
L’estate e la vacanza non sono nemici della fede, sono tempi da cogliere, da vivere, da riempire.
La stessa parola “vacanza” che deriva dal latino “vacare” (essere vuoto, vacante, essere libero, quindi avere tempo per, mancare di, essere lontano da) può evocare, nel suo significato più profondo, una prospettiva e uno stile nel “fare vacanza”.
La vacanza non come tempo vuoto ma come tempo di libertà da riempire di senso per non sprofondare nella noia, per non rinchiudersi nello smarrimento, per non allontanarsi dalla vita, dal quotidiano perché stufi della sua monotonia. Anche la realtà della “vacanza”, che ha l’aria di essere qualcosa di scarsamente impegnativo, merita una riflessione, perché non c’è niente di banale, specialmente per uno che si dice cristiano. Ogni realtà della vita dell’uomo ha un senso, anche la “vacanza”, tempo da programmare secondo validi criteri.
Molti credenti in estate non vanno in “vacanza”, ma usano questo tempo per dedicarsi a ciò che conta nella vita, anche con maggiore intensità. Il tempo estivo è una vera e propria opportunità, per offrire a se stessi spazi di riflessione, incontro con gli altri e con il Signore, per crescere nella gratuità, per ritemprare lo Spirito nel contatto con la natura e con tutto ciò che è bello e che è vero. Nei mesi estivi sembra che si fermi tutto anche l’attenzione, la vicinanza, la solidarietà l’impegno, si rischia di dimenticare i volti meno appariscenti, quelli nascosti, quelli apparentemente invisibili dei malati, degli anziani soli, dei diversamente abili. Si rischia una visione privatistica ed egoista del fare vacanza e di rimuovere i problemi della quotidianità. Come cristiani siamo chiamati a cogliere le molteplici opportunità che questo tempo ci offre, coltivando le relazioni con gli altri anche attraverso qualche servizio verso coloro, e sono tanti, che non possono usufruire nè di vacanze nè di quiete.
Non manca, in particolare per i giovani, l’offerta di esperienze intense significative che aiutano ad aprire i propri orizzonti al mondo, con la possibilità di sporcarsi le mani rendendosi utili a chi è nel bisogno: campi di lavoro missionari, viaggi per conoscere ed incontrare altre realtà, popoli e culture.
L’estate è anche il tempo per fermarsi, per sostare, per pregare, per verificarsi, per leggere qualche buon libro, per riprendere in mano la propria vita.
Tempo per sé, tempo per gli altri e per il mondo, che ci permetterà di ritornare alle consuete fatiche quotidiane davvero “ri-creati”, più ricchi nel significato più pieno del termine, senza nostalgie di vuote evasioni, ma più contenti e con la voglia di ricominciare».
(Stralci dai Quaderni della Segreteria Generale della CEI)