La Vela – Dicembre 2022

Una vacanza davvero Speciale

È passato quasi un mese dalla bella esperienza del fine settimana in Valle D’Aosta organizzato dall’associazione Volare Insieme.  Sono tanti i ricordi che affiorano e che si vorrebbe tenere ben stretti. Siamo partiti alla volta di Saint Oyen il 14 ottobre, una carovana di 26 partecipanti fra persone con disabilità, familiari e volontari. Ognuno aveva le proprie aspettative; c’era chi si staccava dalla famiglia per la prima volta e metteva alla prova le sue possibilità di autonomia, volontari che non avevano mai provato a condividere giornate intere e soprattutto nottate con le persone disabili, familiari che desideravano confrontarsi fra di loro, rinsaldare vincoli d’amicizia e godersi giornate serene.

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“Artigiani della Sinodalità” – Il gruppo Barnaba

“Non stiamo vivendo in un’epoca di cambiamenti, ma in un cambiamento d’epoca” dice Papa Francesco sollecitando la Chiesa ad “Avviare processi, leggere i segni dei tempi, generare dinamiche nuove”.

La nostra diocesi ha risposto a questo invito individuando nel Decanato il territorio in cui sperimentare un nuovo stile di missionarietà, immaginando come luogo di dialogo, di confronto e di sintesi delle esperienze positive esistenti in esso, un nuovo strumento: L’Assemblea Sinodale Decanale. Non qualcosa calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di quanto c’è già di bene nelle nostre comunità. Laici, religiosi e presbiteri insieme, corresponsabili delle future scelte della Chiesa. La costruzione di questa Assemblea è stata affidata alla cura e alle “mani” di artigiani, capaci di incontrare, ascoltare, discernere: Il Gruppo Barnaba. Anche nel nostro decanato questo gruppo, di cui faccio parte, è stato costituito, opera da ottobre 2021, ed ha effettuato una prima fase di ascolto e di lettura del nostro territorio, alla ricerca di risorse, germogli di bene, esperienze significative di vita buona. In questo percorso abbiamo capito che la Conversione Sinodale della Chiesa, a cui ci richiama con insistenza Papa Francesco, richiede prima di tutto una conversione dell’ascolto, l’abbandonare il proprio punto di vista per affiancarsi al punto di vista dell’altro. Non è scontato essere disponibili a lasciarsi toccare dall’altro, dalla sua parte di verità; non è scontato abbandonare la pretesa di possedere da soli la verità tutta intera; non è scontato scegliere di ascoltare la realtà che letta con sincerità, può tracciare cammini nuovi, di cui non dobbiamo avere paura, ma sui quali lasciarci condurre dallo Spirito con fiducia. L’ascolto a cui siamo chiamati, è quello dello Spirito Santo e la sua voce si fa sentire in molte forme.

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Santi Innocenti Martiri

Il 28 dicembre si ricordano i Santi Innocenti Martiri, i bambini che a Betlemme di Giuda, furono barbaramente trucidati dall’empio re Erode, affinché, insieme ad essi, morisse anche il bambino Gesù che i Magi avevano adorato.

«Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: un grido è stato udito in Rama, un pianto ed un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più» (Mt 2, 15-18).

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Parrocchia di Magnago

La Magnum Opus di Don Francesco Checchi

La nuova chiesa di San Michele Arcangelo

Il 1° giugno 1913 fece il suo ingresso in parrocchia il nuovo parroco, don Francesco Checchi, una persona destinata a lasciare un’impronta indelebile nella comunità di Magnago.

Fra le tante, la sua Opera più Grande fu senz’altro l’ampliamento della chiesa parrocchiale e la costruzione del nuovo campanile.

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Ac-cor-darsi

La convivialità delle differenze

Ormai si è avviato il percorso delle commissioni che si propongono di individuare le linee guida per la stesura del Progetto Pastorale della nostra Comunità.

Questa proposta, all’inizio non mi ha entusiasmato, ho pensato che altri avrebbero intrapreso questo cammino al mio posto ed ho cercato delle giustificazioni per non farne parte: altre sere impegnate, queste riunioni non portano a nulla di concreto, saranno più le cose che ci dividono che quelle che ci uniscono, partendo da posizioni diverse sarà difficile arrivare ad una sintesi condivisa e così via… Con questo spirito mi sono presentato la prima sera, più per dovere che per convinzione, ma subito mi sono reso conto che la ricchezza generata da un confronto costruttivo sulla Fede e sulle motivazioni che ci spingono ad Annunciare e Testimoniare l’Amore del Signore è un dono veramente inaspettato e soprattutto che il contributo di ciascuno è davvero unico necessario ed insostituibile.

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“Il Pastore della Meraviglia” di Gennaro Matino

Nell’Avvento di qualche anno fa, alla ricerca di un libro che mi accompagnasse verso il Natale, al mercatino missionario m’imbattei in questo che da subito catturò la mia attenzione: Il Pastore della Meraviglia.

Un libro sul Presepe, perfetto mi dissi: il pastore, ciascuno di noi, in cammino verso il Suo destino e la meraviglia, mai è esistita e mai esisterà, meraviglia più grande, nei cieli e sulla terra, di quella che i pastori vissero e videro in quella Notte Santa in cui Gesù nacque.

Il racconto è ambientato a Napoli con tutto il calore e l’umanità di quel popolo.

Sulla scena appare l’anziano Peppe che, con la moglie Luisella, comincia ad allestire il presepe.
Ci tiene molto, è un vero esperto del presepe, ogni particolare ha un preciso significato, nulla nel presepe è posto a caso.
Peppe è malinconico perché vorrebbe lì con se, i suoi nipotini, che vivono al nord.
Quella sera suona il campanello, è il piccolo Gennarino, vicino di casa che deve scrivere, per compito, la spiegazione del presepe.
Peppe, contento, scartocciando le statuine, una per una, comincia il racconto, con dovizia di particolari, grande passione e tanto cuore.

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Giuseppe, il giusto custode

16 dicembre: Commemorazione dell’annuncio a San Giuseppe

Su uno dei capitelli del monastero di San Juan de la Peña (Aragona, Spagna) vediamo Giuseppe che dorme.

Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore…

Giuseppe dorme, un angelo scende verso di lui, lo sfiora, gli parla.

«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

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In ricordo di Emilio Grassi

Ho avuto modo di conoscere Emilio diversi anni fa, quando è iniziata la formazione unitaria dell’Azione Cattolica con le nostre due parrocchie; è stato presidente di A.C. per due mandati; i suoi interventi erano sempre appropriati e dimostravano una profonda conoscenza del Vangelo.

Emilio si è speso molto per la sua comunità in varie mansioni, è stato Presidente e collaboratore della Caritas, ha prestato servizio per molti anni in oratorio e si è sempre offerto per le letture durante le Sante Messe.

È stata una persona molto disponibile, umile e discreta nel dare i giudizi: per questo suo modo di essere, lo si vedeva sereno e fiducioso verso il futuro.

Emilio è stato un vero cristiano, perché con il suo operato ha servito la sua Chiesa e la sua comunità, mettendo in pratica quanto ci chiede il Vangelo.

Ciao Emilio, ci mancherai, ma ci consola il fatto di aver trovato in te un testimone, una persona di Fede. È quello di cui abbiamo bisogno noi oggi.


La “profezia” del Card. Martini sulla CP “Il Cenacolo”

La nostra Comunità Pastorale che si è costituita con il nome “Il Cenacolo”,  mi da modo di ricollegarmi ad un evento che ho vissuto nel maggio 1999 in occasione della visita Pastorale del nostro compianto Card. Martini a Castelletto di Cuggiono.

In quella occasione il Cardinale benediceva la 1° pietra per la ristrutturazione della Casa del decanato, derivante da un ex convento Domenicano dedicato a S. Rocco del 1500. La nostra diocesi e i parroci di allora hanno guardato con grande interesse e speranza alle finalità innovative di questo luogo, e mentre benediceva la prime pietra il Card. Martini così si esprimeva: “Nell’augurio di dare vita ad una struttura che dice bene, anche oggi, il primato di Dio: il radunarci qui sarà per noi come rientrare nel CENACOLO, a gustare la Parola, a ricevere dalla bontà del nostro Dio il Pane di vita, che dà agli apostoli di tutti i tempi, la forza di comunicare, nel mondo che cambia, il Vangelo di Gesù”.

A mio avviso il Card. Martini, aveva allora pronunciato parole profetiche per la realizzazione dell’opera, per la comunione nel nostro decanato e per la nostra nuova comunità.


Cosa e perché la nostra vita attende?

Avvento: l’attesa del cuore dell’uomo nelle canzoni

L’esperienza che accumuliamo vivendo fa affiorare una specie di inquietudine, un senso di mancanza e di attesa, a cui non sappiamo dare un nome. Cesare Pavese, scrittore, morto suicida nel 1950, aveva lasciato scritto nel suo diario: “Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?” È un’attesa che ha radici lontane e caratterizza l’uomo di tutti i tempi. Ne dà ampia testimonianza l’Antico Testamento nelle vicende del popolo ebraico.

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