Parrocchia di Magnago

La Magnum Opus di Don Francesco Checchi

di Antonio

La nuova chiesa di San Michele Arcangelo

Il 1° giugno 1913 fece il suo ingresso in parrocchia il nuovo parroco, don Francesco Checchi, una persona destinata a lasciare un’impronta indelebile nella comunità di Magnago.

Fra le tante, la sua Opera più Grande fu senz’altro l’ampliamento della chiesa parrocchiale e la costruzione del nuovo campanile.

Anni prima il parroco Pietro Agostoni aveva valutato di ampliare la chiesa, divenuta troppo piccola per la popolazione. In archivio, datata 15 maggio 1909, si trova una nota che l’Architetto Camillo Crespi-Balbi di Bustarsizio aveva inviato alla Fabbriceria per la sua perizia: “29 novembre1907, informative in merito all’ampliamento chiesa parrocchiale; 8 gennaio 1908, rilievi per ingrandimento chiesa; 15 febbraio 1908, consegnato pianta per variante chiesa di Magnago nel rapporto di 1:100”.  Tuttavia di questo progetto non si è fatto nulla.

Nel 1924, in occasione della Messa d’Argento di don Checchi, si pensò di decorare la chiesa. Il parroco si consultò con diversi tecnici, che lo dissuasero dal fare decorazioni perché ritenevano sprecata la spesa, consigliavano invece di fare un restauro totale. Nel frattempo, mutati i confini per l’acquisto della nuova casa parrocchiale, si era acquisito lo spazio per iniziare i lavori e, sotto la guida dell’Ingegnere Monsignor Spirito Maria Chiapetta, si decise per l’ampliamento, affidando l’opera all’impresa Eugenio Castiglioni di Busto Arsizio. “Nei primi di Ottobre del 1924 si stipulò il contratto a forfait per la somma di £ 245.000. I lavori si iniziarono nei primi di Novembre. La popolazione al primo appello diede una somma di circa £ 30.000”.

La prima pietra della nuova chiesa fu posta il 19 ottobre 1924 dal Vicario Foraneo, Angelo Boschetti. I lavori iniziarono il 10 novembre 1924, con la demolizione della parte anteriore della chiesa; un tavolato permetteva ai fedeli di continuare a frequentare le funzioni durante i lavori.

Il 15 gennaio 1925 arrivò in Visita Pastorale il Cardinale Eugenio Tosi, il quale, dopo aver visto i lavori, lodò il parroco e scrisse: “L’iniziativa del Parroco Checchi di preparare alla sua diletta Parrocchia una splendida Chiesa, è davvero colossale, e solamente il suo spirito di fede nella Provvidenza, e la speranza che il suo popolo così buono non lo abbandonerà, poteva arrischiarlo a tanta impresa”. Il Cardinale Tosi accordò: “200 giorni di Indulgenza a tutti coloro che lasciano in favore della Chiesa una giornata di lavoro”. I magnaghesi di giornate di lavoro ne offrirono molte, scrupolosamente annotate dal parroco sui registri dei conti.

Magnago, 1927 – L’interno della chiesa, ancora priva di decorazioni.

A marzo del 1925, fu necessario trasferirsi nella chiesa di Santa Maria. I lavori procedettero speditamente tanto che già a settembre per la festa di San Michele, con una solenne processione, dalla chiesa di Santa Maria si ritornava a celebrare nella ricostruita Chiesa Parrocchiale. La chiesa si presentava ora a tre navate, ampia, luminosa, con quattro nuove cappelle laterali. La benedizione solenne della nuova chiesa fu fatta dal parroco nel marzo del 1926. Nello stesso mese di marzo iniziò la costruzione del campanile “gettandone le fondamenta”. Proseguiva l’opera di rifinitura e abbellimento della chiesa, e nel giugno del 1927 fu posata la nuova balaustra di marmo. Nel mese di luglio del 1927 fu acquistato da uno scultore di San Ulrich, in Gardena, un “…altare stile barocco, in legno e dipinto finto marmo con doratura a buon oro, senza Statua…”, e fu posto nel transetto di sinistra (oggi altare di Sant’Antonio). L’altare arrivò smontato, e lo scultore fornì un disegno “acciocché si veda come vanno montati i pezzi”.

In una delle quattro nuove cappelle, nel settembre del 1927 fu posato un altare in marmo, dedicato alla Beata Vergine del Rosario. L’altare, datato 1721, era dichiarato Opera d’Arte dall’Ispettorato dei Monumenti Nazionali. A ottobre fu ultimata la mensa dell’Altare Maggiore e fu consacrata da Mons. Giovanni Rossi, giunto a Magnago in Visita Pastorale. Nel mese di giugno del 1928, la ditta Luigi Fontana di Milano forniva le quattro vetrate circolari grandi, con istoriati i profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele.

Magnago, 1929 – Il nuovo campanile.

Nel frattempo continuava la fabbrica del campanile; il progettista era sempre l’Ingegner Chiapetta. Per il campanile il lavoro fu affidato a Giovanni Scampini (Giuån Ranèin) di Magnago, con l’apporto di muratori e operai del paese. Il titolare dell’impresa era don Francesco Checchi, che aveva a libro paga gli operai, faceva gli ordini, pagava i materiali, e versava i contributi alla Cassa Edile. Infatti, sulle ricevute dei versamenti nello spazio riservato all’impresa, era scritto: “Ditta Checchi Francesco, Magnago”. Gli operai ricevevano la paga ogni due settimane (la quindicina); dagli appunti conservati in archivio, si rilevano i nomi degli addetti alla costruzione del campanile; nel foglio paga si legge: “Paga operai 27 Ottobre 1929: Scampini Giovanni, Peroni Giuseppe, Rosa Cesare, Fogliani Francesco, Pasello Alessio, Scampini Andrea, Pariani Antonio, Circensi Giuseppe, Ferrario Angelo, Peroni Antonio, Nossa Luigi”. Il campanile, alto 57 metri, ha una struttura a base quadrata alta e slanciata, sovrastata da una croce alta 4 metri “visibile dai quattro punti cardinali”. Il nuovo campanile fu terminato nella prima metà del 1929; il 1° giugno 1929 arrivarono le otto nuove campane “in un concerto sulla scala di Do maggiore”, e a settembre furono issate sul campanile.

“È compiuta l’opera – Chiesa e Campanile – si era preventivata una spesa di £ 245.000 invece si spese più di £ 700.000. Lode ai parrocchiani e lode pure al Parroco che da solo coperse per più di metà la spesa”, annotò il parroco.

Il cardinal Schuster nella Visita a Magnago del 7 giugno 1939 lasciò scritto: “Il Parroco dichiara di non esigere il credito che egli di sua borsa ha dato alla chiesa per l’ampliamento”.