San Domenico Savio: il Santo Bambino plasmato da don Bosco

di Enrica, Federica, Mara e Silvia

È patrono dei pueri cantores, nonché dei chierichetti, mansioni che svolse attivamente. Altrettanto nota è la sua protezione nei confronti delle gestanti, tramite il segno dell’“abitino”, in ricordo del miracolo con cui il santo salvò la vita di una sua sorellina che doveva nascere. Si celebra il 9 marzo.

Domenico nacque a Riva di Chieri (Torino), il 2 aprile 1842. Il padre era un fabbro, la mamma una sarta. Due anni dopo la famiglia si trasferì a Murialdo. Qui ricevette la prima Comunione nel 1849 e in tale occasione tracciò il suo progetto di vita che sintetizzò in quattro propositi precisi:

“Mi confesserò molto sovente e farò la Comunione tutte le volte che il confessore me ne darà il permesso.  Voglio santificare i giorni festivi. I miei amici saranno Gesù e Maria. La morte ma non peccati”.

Nel 1854 Domenico incontrò Don Bosco ai Becchi. Il santo educatore rimase sbalordito da questo ragazzo che gli disse: “Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto: faccia un bell’abito per il Signore!” e lo fece entrare nel suo oratorio di Valdocco a Torino. Si mise dunque a camminare veloce sulla strada che Don Bosco gli consigliò per “farsi santo”: allegria, impegno nella preghiera e nello studio, far del bene agli altri, devozione a Maria.
Domenico imparò presto a dimenticare sé stesso, i suoi capricci ed a diventare sempre più attento alle necessità del prossimo. Sempre mite e gioioso, metteva impegno nei suoi doveri di studente e nel servire i compagni, insegnando loro il Catechismo, assistendo i malati, pacificando i litigi.

L’8 dicembre 1854, quando papa Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, Domenico si recò dinnanzi all’altare della Madonna per recitare questa preghiera: “Maria, ti dono il mio cuore. fa’ che sia sempre tuo. Fammi morire piuttosto che commettere un solo peccato. Gesù e Maria, siate voi sempre i miei amici”. Due anni dopo fondò con un gruppo di amici la “Compagnia dell’Immacolata”: gli iscritti si impegnavano a vivere una vita intensamente cristiana e ad aiutare i compagni a diventare migliori.

Nel 1856 scoppiò il colera. Don Bosco pensò di radunare i suoi cinquecento ragazzi e quarantaquattro si offrirono subito volontari: tra di essi anche Domenico. Ammalatosi anch’egli, dovette fare ritorno in famiglia, dove il 9 marzo 1857 morì fra le braccia dei genitori con queste parole: “Mamma non piangere, io vado in Paradiso. Che bella cosa io vedo mai!”.

Le Parole della Fede: Santità

San Domenico aveva un sogno, “farsi santo”. Con la guida di Don Bosco ci riuscì: allegria, impegno nella preghiera e nello studio, far del bene agli altri, devozione a Maria. La Chiesa riconosce la sua santità, pure se giovanissimo. Papa Pio XI lo definì un “piccolo, anzi grande gigante dello spirito”.