Gli operatori di pace saranno chiamati figli di Dio

di Don Marco

“Le guerre che tormentano i popoli, rovinano la terra, abbattono la speranza, sono una tragedia cronica su questo pianeta che Dio ha voluto come giardino in cui abitasse l’amore”.

Così scrive il nostro Arcivescovo nella sua “Proposta pastorale” e oggi più che mai ne cogliamo l’attualità e la verità. Nonostante tutte le esperienze funeste del passato l’umanità è ancora segnata da numerosi e sanguinosi conflitti. La PACE rimane un ideale lontano da realizzarsi.

Nell’umanità prevale ancora lo spirito del male che pone l’uomo a voler sempre prevalere sul fratello attraverso l’uso della forza e della violenza.

Di fronte a tutte questo, noi cristiani non possiamo rassegnarci e adeguarci ma dobbiamo ancora più decisamente operare affinché la pace e l’armonia tra i popoli possa prevalere.

Ma cosa possiamo fare noi concretamente? Le tragedie a cui assistiamo quotidianamente sono più grandi di noi e non abbiamo il potere per intervenire!

In realtà anche nel nostro piccolo possiamo fare molto. Suggerisco tre piccoli passi che tutti possiamo compiere.

Innanzitutto, possiamo vigilare affinché questa mentalità di odio, di contrapposizione e di guerra non penetri nel nostro cuore. È facile, infatti, cadere nella tentazione di rispondere al male con altro male; alla violenza con altra violenza. Per costruire un mondo di pace, incominciando dal mondo delle nostre relazioni, dobbiamo lasciarci raggiungere dalla misericordia di Dio e avere un cuore riconciliato. Solo un cuore riconciliato è in grado di guardare in faccia il fratello, anche il fratello che sbaglia, e perdonarlo. La pace si costruisce partendo proprio da qui. Non si può infatti pregare per la pace nel mondo e lasciare che nel nostro cuore albergano sentimenti di odio e di rancore. Curiamo prima il nostro cuore! Allora sarà più facile anche vivere in pace con il mondo.

Un secondo passo che possiamo tutti vivere per costruire un mondo di pace è lavorare sull’educazione. La conoscenza della storia e il coltivare la “memoria” del passato è fondamentale per evitare di ripetere le tragedie umane già vissute. È l’educazione a fornire la grammatica del dialogo tra le generazioni ed è la conoscenza reciproca che permette di vincere le barriere e le differenze che spesso portano ai conflitti.

Un terzo passo, non scontato, è pregare per la Pace. Pregare Dio nostro Padre perché possa smuovere il cuore di tutti coloro che hanno la responsabilità delle scelte e del governo delle nazioni. Intensifichiamo allora la preghiera personale e comunitaria. Il Signore che viene nel Natale possa portare pace e concordia tra tutti gli uomini!

Al tema della PACE sarà dedicato il prossimo incontro di formazione per gli adulti in programma martedì 12 dicembre alle 21.00 presso la Chiesa di Magnago. Abbiamo invitato, per aiutarci a riflettere, don Renato Sacco, prete di Novara e di “Pax Christi”.