La solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

Fate questo in memoria di me”

La Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, comunemente nota con l’espressione latina Corpus Domini, è la festa del Corpo e del Sangue del Signore, sacerdote e agnello del sacrificio. È la festa dell’Eucarestia, tesoro supremo dei cristiani, segno più alto dell’infinito amore di Dio per i suoi figli. L’Eucarestia ci rende santi e non può esservi santità che non vi sia strettamente legata. A mostrarcelo c’è l’esempio dei Santi, che si sono alimentati dell’Eucarestia per percorrere il loro cammino di perfezione. È il mistero dell’Eucaristia, il cuore della nostra fede e il sacramento dei sacramenti istituito da Gesù nell’Ultima Cena, come cibo e bevanda di salvezza. Sono proprio le parole solenni di Nostro Signore, scolpite in tutti e quattro i Vangeli e trasmesse pure da san Paolo a non lasciare dubbi sulla sua Presenza reale nell’Eucaristia, il miracolo che attualizza il sacrificio di Cristo ogni volta che viene celebrata una Messa e al quale la Chiesa ha dato il nome di transustanziazione, per esprimere appunto quanto avviene all’atto della consacrazione: le specie del pane e del vino, pur mantenendo inalterate le loro caratteristiche sensibili, si convertono interamente nel Corpo e Sangue di Gesù. L’origine storica della festa del Corpus Domini risale al 1247, in Belgio, per contrastare le conseguenze della tesi di vescovo Berengario di Tours, che, nel 1047, aveva affermato essere la presenza di Cristo nell’Eucaristia solo simbolica e non reale. La questione, però, rivela un diverso modo di considerare l’Eucaristia. Difatti, prima del XI secolo, l’attenzione era rivolta non tanto sul fatto dell’Eucaristia in sé stessa, quanto di essere offerta per nutrire e santificare l’uomo. Si riconosceva il fine dell’Eucaristia, ossia la presenza reale del Corpo e del Sangue di Cristo, solo indirettamente attraverso gli effetti santificanti nell’uomo che si comunicava. A partire dal XI secolo, invece, l’attenzione si concentra principalmente sul realismo eucaristico, per cui la presenza reale di Cristo diviene il fine principale. Saranno le rivelazioni della suora benedettina Giuliana di Cornillon, vissuta vicino a Liegi, a dare grande impulso alla festa del Corpus Domini. Tra gli anni 1207 e 1227, raccontò infatti di avere visto una luna splendente, simboleggiante la Chiesa, turbata da una macchia opaca. Un segno interpretato all’epoca, come una richiesta di istituzione di una festa liturgica in onore dell’Eucaristia. Nel 1264 Papa Urbano IV estese a tutta la Chiesa universale la festa del Corpus Domini. La data tradizionale, il giovedì dopo la I domenica dopo Pentecoste, è ancora osservata in Vaticano. La scelta della Cei, quando venne abolita la festa civile, fu di spostare alla domenica anche la ricorrenza religiosa. In Rito ambrosiano, con la riforma del calendario dovuta alla promulgazione del Nuovo Lezionario – peraltro in uso da più di un decennio -, si è voluto ripristinare la data liturgicamente corretta come attenzione alla tradizione.