All’inizio del VI secolo si è iniziato a celebrare la Natività di Maria a Gerusalemme. Nel corso del VI secolo la festa è stata introdotta a Costantinopoli e nel VII secolo a Roma, da Papa Sergio I.
L’8 settembre per i cristiani ortodossi inizia l’anno liturgico e insieme a loro anche noi, nello stesso giorno, contempliamo la nascita della Madre di Dio.
Autore: Lorenza
Santa Marta, tra fede e leggenda
Andando a visitare la chiesa di Santa di Maria di Magnago e guardando l’altare di sinistra si può ammirare l’affresco risalente al primo quarto del XVI secolo dipinto da un anonimo pittore lombardo.
Accanto alla Madre di Dio in trono c’è raffigurata Santa Marta: la si riconosce facilmente perché c’è il nome in alto. Osservando il dipinto si nota che Marta tiene in mano un secchiello e una croce e che ai suoi piedi c’è qualcosa di particolare: si tratta di un mostro con in bocca un bambino.
Questa immagine deriva da una leggenda provenzale secondo cui Marta di Betania con la sorella Maria e il fratello Lazzaro, assieme ad altri discepoli di Gesù, raggiunsero la costa francese (nella zona della Camargue, a sud della Provenza) nel 48 d.C., per sfuggire alle persecuzioni in patria.
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Già dal III secolo si ricordano in un’unica festa i santi Pietro e Paolo, martirizzati entrambi a Roma: Pietro crocifisso e Paolo decapitato, in quanto cittadino romano. Pietro, vissuto in un villaggio di pescatori, fu prima discepolo di Giovanni Battista poi di Gesù, che lo mise a capo degli Apostoli. Paolo, nato in una città cosmopolita, studiò alla scuola rabbinica, ma conobbe anche la raffinata cultura ellenistica: si convertì sulla via di Damasco.
I lineamenti con cui vengono rappresentati rispecchiano le loro diversità. Pietro ha i capelli ricci e bianchi, la barba corta anch’essa bianca; i tratti del suo volto sono marcati e decisi. Paolo ha il volto magro, gli occhi grandi e profondi, la calvizie incipiente, la fronte attraversata da rughe di riflessione e la barba lunga a punta.
Leggi tutto…Maria, benedetta fra le donne
Al termine del mese mariano si fa memoria della Visitazione di Maria a Elisabetta, episodio presente solo nel Vangelo di Luca (Lc 1, 39-56): dopo aver saputo dall’arcangelo Gabriele che sua cugina Elisabetta è incinta, Maria va da lei per assisterla negli ultimi tre mesi di gravidanza.
Giovanni sussulta di gioia nel grembo di sua madre quando Elisabetta ode il saluto di Maria perché sente la presenza di Gesù.
Elisabetta, colma di Spirito Santo, prorompe in una benedizione: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1, 42).
Maria viene accolta da una doppia benedizione: la prima è discendente, cioè da Dio scende sulla persona benedetta; l’altra è ascendente poiché il fedele esprime la lode, l’adorazione e il ringraziamento a Dio.
Leggi tutto…Le sofferenze e la gloria del giusto
Sulla copertina del numero scorso de La Vela c’era la foto di una croce dipinta, conservata nel Wallraf-Richartz Museum di Colonia. È un lato della croce astile (cioè sorretta da una lunga asta quando veniva usata nelle processioni) attribuita al Maestro delle croci blu, artista italiano d’origine umbra o emiliana attivo ad Assisi negli anni 1267-75 circa. Si ipotizza che sia stato un assistente di Giunta Pisano. Le sue opere sono principalmente crocifissi da processione dallo sfondo blu ed è per questo che viene chiamato così.
Essendo una croce processionale è dipinta su entrambi i lati: su tutti e due c’è il Cristo dolente e si differenziano perché su uno dei due mancano le decorazioni sui terminali e la cimasa (le parti che si allargano alla fine dei bracci della croce) e per il colore violaceo del perizonium (il drappo di stoffa che cinge i fianchi di Gesù).
Leggi tutto…Gesù e la Samaritana: il dono dell’acqua della vita
Signore, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete
Nella seconda domenica di Quaresima nel rito ambrosiano si ricorda l’incontro di Gesù con la Samaritana, descritto nel Vangelo di Giovanni 4, 5-42.
Gesù è seduto presso il Pozzo di Giacobbe che era una ricca fonte utilizzata anche come abbeveratoio per gli animali. Nella Genesi (16,14) viene spiegato che si tratta del pozzo di Lacai-Roì, cioè «il pozzo del vivente che mi vede».
Leggi tutto…Il vegliardo Simeone e la pazienza di Dio
Ora puoi lasciare che il tuo servo vada in pace perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza
Il 2 febbraio, cioè 40 giorni dopo il Natale del Signore, viene celebrata la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, sia nel rito ambrosiano che nel rito romano. Nei tre Anni del Lezionario si legge sempre il Vangelo di Luca 2, 22-40.
Nel IV secolo in questo giorno si svolgeva una processione di cui non c’è più traccia nei riti orientali, mentre in Occidente si è conservata: nel Duomo di Milano c’è la Processione della santa “Idea”, che è una tavola con l’immagine della Presentazione di Gesù al Tempio su un lato e la Madre di Dio in trono sull’altro. Si celebra anche la Candelora, cioè la benedizione delle candele, simbolo della luce Divina venuta nel mondo per rischiarare le genti.
Leggi tutto…Il Battesimo del Signore
Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret (At 10, 38)
Il Vangelo di Marco (Mc 1, 7-11) racconta che Giovanni «proclamava: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”. Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”».
Leggi tutto…Giuseppe, il giusto custode
16 dicembre: Commemorazione dell’annuncio a San Giuseppe
Su uno dei capitelli del monastero di San Juan de la Peña (Aragona, Spagna) vediamo Giuseppe che dorme.
Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore…
Giuseppe dorme, un angelo scende verso di lui, lo sfiora, gli parla.
«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Leggi tutto…Il Signore ha posto il suo trono nei cieli (Sal 102, 19)
Una delle immagini più diffuse già nei primi secoli è il Cristo Pantocratore, dal greco panto cioè tutto e kratéin cioè dominare, quindi sovrano di tutte le cose, onnipotente. Si può tradurre anche con «che contiene tutte le cose» o «che sostiene tutte le cose».
André Grabar (1896 – 1990, studioso dell’arte e dell’archeologia del mondo paleocristiano e bizantino) ritiene che «gli artisti incaricati di rappresentare soggetti cristiani si sono lasciati ispirare dai modelli che forniva loro l’arte imperiale. Fu soprattutto il caso degli artisti dei primi secoli dell’impero cristiano che, favoriti dalle vedute di certi teologi e tenendo conto della universalità dei temi simbolici, utilizzarono sovente immagini familiari dell’arte imperiale per ideare, sul loro modello, una serie di composizioni simboliche di Cristo, re dell’universo vincitore della morte» (dal libro L’empereur dans l’art byzantine) ed è quindi per questo quindi che Gesù veste abiti preziosi.
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