Tag: La Vela – Febbraio 2023

Quale educazione?

Il tema dell’educazione è centrale nella vita di ogni popolo: all’educazione dei giovani è necessario dedicarsi con urgenza e responsabilità per trasmettere il senso e la positività del vivere. Ho appreso da piccola il rispetto della natura, la tenacia nel lavoro e la lealtà verso gli altri, la compassione per i malati e gli anziani, la gratitudine per il cibo e i beni ricevuti, il perdono per chi mi aveva offeso. Senza tanti discorsi, vedevo come i miei genitori e gli adulti che conoscevo, trattavano le piccole cose e le situazioni della vita quotidiana. Crescendo ho incontrato la proposta cristiana vissuta con semplicità in famiglia e in parrocchia: sentivo che il bagaglio della tradizione provocava la mia libertà e a questo punto ho cominciato a fare confronti e a capire che non tutto ciò che ascoltavo mi corrispondeva.

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Vivere il Vangelo, nella carità verso i fratelli più sfortunati

…ma spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce… (Filippesi 2,7-8)

Il 12 gennaio si è spento Fratel Biagio Conte, missionario laico che è stato per tutta la vita in “guerra” con l’indifferenza del mondo.

Nato a Palermo nel 1963, figlio di una ricca famiglia di costruttori, sembrava che il destino di Biagio fosse già tracciato. Entra a sedici anni nella più grande impresa edile palermitana: vive quindi negli agi e nella spensieratezza tipica di molti giovani della sua generazione. Poi la svolta. Deluso, forse disgustato dal malaffare, dal decadimento morale, dagli attentati di mafia, sceglie di lasciare tutto; decide di mettersi in cammino da pellegrino, risalendo le regioni dell’Italia fino ad arrivare ad Assisi, da san Francesco.

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Non dimenticate il desiderio

L’eredità di don Anas: dialoghi sul matrimonio

di Antonio Anastasio e Marina Corradi

Un dialogo appassionato tra due amici: una giornalista, Marina Corradi ed un sacerdote, don Antonio Anastasio, della Fraternità di San Carlo Borromeo, Anas per tutti, sui temi del senso della vita e della forza dell’Amore.

Questo libro, anche dopo la prematura morte di don Anas, di Covid, il 9 marzo 2021, ci permette di leggere testi semplici, ricchi di saggezza e di senso del Mistero.

Anas si era ammalato la vigilia di Natale del 2020 ed il 28 dicembre entrava in ospedale. Gli ultimi mesi di vita di don Anas sono stati un Calvario che Lui ha percorso abbracciato alla Croce.

Quando si è ammalato, il popolo dei Suoi amici, a migliaia, da diverse parti del mondo, ha cominciato a pregare il Rosario, ogni sera, online.

Lo abbiamo affidato, accompagnato ed aiutato a portare la Croce.

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Il vegliardo Simeone e la pazienza di Dio

Ora puoi lasciare che il tuo servo vada in pace perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza

Il 2 febbraio, cioè 40 giorni dopo il Natale del Signore, viene celebrata la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, sia nel rito ambrosiano che nel rito romano. Nei tre Anni del Lezionario si legge sempre il Vangelo di Luca 2, 22-40.

Nel IV secolo in questo giorno si svolgeva una processione di cui non c’è più traccia nei riti orientali, mentre in Occidente si è conservata: nel Duomo di Milano c’è la Processione della santa “Idea”, che è una tavola con l’immagine della Presentazione di Gesù al Tempio su un lato e la Madre di Dio in trono sull’altro. Si celebra anche la Candelora, cioè la benedizione delle candele, simbolo della luce Divina venuta nel mondo per rischiarare le genti.

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Prendersi Cura…

“Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te io si, che avrò cura di te”

Cantava così Franco Battiato in una delle sue canzoni più conosciute, dove la cura rappresenta una dichiarazione d’intenti nei riguardi dell’essere umano. Alla tensione verso l’Amato, “La Cura” aggiunge il desiderio di fargli del bene, di proteggerlo di prendersene cura appunto.

Cosa si può desiderare maggiormente quando si ama, del preservare quel qualcuno da tutto ciò che per lui può essere un male?

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Sant’Agata

È stata una giovane cristiana vissuta nel III secolo d. C., in Sicilia. Difese col martirio la fede. Si affidò in modo totalizzante all’amore di Gesù e consacrò a Dio, sin dalla tenera età, mente e cuore. Vittima della crudeltà degli uomini, usò sprezzanti parole nei confronti del suo carnefice: “Tiranno crudele! Non hai vergogna di torturare in una donna quello stesso seno da cui, bambino, hai ricevuto la vita?” E (lei) muoveva “con grande gioia al carcere come una sposa verso le nozze”. Santa “ausiliatrice”, la “Santuzza”, è oggi anche la protettrice delle madri e delle donne malate al seno. La sua festa è il 5 febbraio e le sue reliquie sono conservate nel duomo di Catania. Questa fanciulla nobile, bella, ricca e, come suggerisce il nome di origine greca, “buona”, fu chiesta in moglie dal potentissimo magistrato romano Quintiniano: la giovinetta, però, era innamorata di Gesù e in suo nome fece voto di castità. Il console romano, allora sottopose Agata a ogni genere di pressioni, morali e fisiche, alle quali Agata oppose un’inoppugnabile resistenza. Dei carnefici straziarono i suoi seni, come estrema umiliazione di una femminilità che non intendeva piegarsi: l’orrenda mutilazione subita dalla giovane, fu prontamente sanata da San Pietro, apparso ad Agata. La prigione e i carboni ardenti conclusero il suo martirio. Una Martire, dolce e dignitosa, mite e fiera della propria verginità consacrata a Cristo. Imitazione di Gesù nella purezza della vita, nell’esercizio delle più eroiche virtù, nell’offerta generosa del martirio.

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Le missioni: Cosa sono

Le Pontificie Opere Missionarie, sorte con lo scopo di sostenere l’opera dei missionari, sono un’unica istituzione che comprende quattro rami: Opera della Propagazione della Fede, Opera di San Pietro Apostolo, Opera dell’Infanzia Missionaria, Unione Missionaria del Clero e delle Religiose. “Le quattro opere hanno in comune lo scopo di promuovere lo spirito missionario universale in seno al popolo di Dio” (Redemptoris Missio, 1984).

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L’arte di ascoltare

“Abbiamo bisogno di esercitarci nell’arte di ascoltare, che è più che sentire. La prima cosa, nella comunicazione con l’altro è la capacità del cuore che rende possibile la prossimità, senza la quale non esiste un vero incontro spirituale.

L’ascolto ci aiuta ad individuare il gesto e la parola opportuna che ci smuove dalla tranquilla
condizione di spettatori.

EG 171
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Parrocchia di Bienate

Oratorio di San Francesco d’Assisi a Bienate: Le Origini dell’Oratorio

Ritratto di Gerolama Della Croce Sansoni. Pittore lombardo, secondo quarto del XVII secolo.

Attorno al 1605 fu consacrato a Bienate un piccolissimo Oratorio, voluto dalla nobildonna Gerolama Della Croce Sansoni nella sua casa di campagna a Bienate.

L’Oratorio sorgeva tra le vie Vittorio Veneto e Leonardo da Vinci. Donna Sansoni, nel 1618, con il lascito di 240 pertiche di terra, case civili e coloniche, costituiva il Beneficio di San Francesco d’Assisi, e nello stesso anno I‘Oratorio fu dato in Beneficio ai Padri della Madonna della Fontana di Milano, i quali officiarono nell’Oratorio per molti anni. Alla morte di Gerolama Della Croce Sansoni, nel 1622, gli eredi ebbero numerose discussioni con i frati, fino a far cessare la celebrazione delle messe.

Nel 1818 cappellano di San Francesco era don Giuseppe Baglioni: si deduce dalle quietanze rilasciate al Comune di Bienate per le Messe in Aurora.

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